PERCHE ‘ CI PIACE IL CALCIO – di Alessandro Moscè

La felice collaborazione con un giornalista sportivo molto noto, che sta portando avanti Radio Gold al fianco di Luca Serafini, ci pone un interrogativo pressoché scontato: perché il calcio piace così tanto? E’ perché piace a molti, senza distinzioni anagrafiche? Pier Paolo Pasolini, il più grande intellettuale italiano del secondo Novecento, disse una volta che soffriva moltissimo, la domenica, per il risultato del suo Bologna. Amava il calcio e ci giocava. Rimane impressa specie questa sua affermazione: “Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro”. Gianni Agnelli, altro eccellente appassionato, sosteneva: “Nei momenti difficili, c’è sempre nel mio subconscio qualcosa a cui mi appello, e questo è il motivo per cui la Juventus ha vinto anche oggi”. Il calcio è un gioco che ci riporta all’infanzia, un linguaggio, lo stesso linguaggio accessibile a chiunque. Per qualcuno perfino la metafora dell’atto sessuale. E’ distrazione, emozione. O appartenenza, per il tifoso, che molto spesso eredita l’amore per una squadra di calcio dal nonno, dal padre. La trasmissione radiofonica condotta in studio da Gigliola Marinelli ogni sabato mattina, dal titolo “Foodball. Sapore di calcio”, riporta al padre del giornalismo sportivo, Gianni Brera, e ad un’altra espressione molto efficace: “Il calcio costituisce oggi, con la musica leggera, il solo sfogo dinamico e culturale d’una popolazione nelle cui vene è ormai dubbio che perdurino molti globuli ereditati dai santi e dagli eroi, dai navigatori e dai martiri ai quali si rifà graziosamente la storia imparata a scuola”. Nella nostra carrellata di significati, probabilmente, siamo stati presi dalla curiosità di capire perché il calcio piace ai ricchi e ai poveri, agli anziani e ai giovani. E soprattutto perché la nostra trasmissione coinvolga così tanti ascoltatori via streaming. Per il calcio ci si divide, ma sempre con il sorriso, mai con l’astio, o almeno così dovrebbe essere, delinquenza negli stadi permettendo. Caro Luca e cara Gigliola, siete stati più fortunati di me. Il vostro Milan ha vinto molto nella sua storia, rispetto alla mia Lazio. Chissà che il vento non inizi a cambiare. Me lo auguro, simpaticamente. Rovesciamo la classifica, una volta tanto? Buon campionato a tutti, direbbe il compianto Maurizio Mosca.

Alessandro Moscè