OMICIDIO FABRIANO, CONSUELO GALEA ASSOLTA. ERA INCAPACE DI INTENDERE

Era incapace d’intendere e di volere, perchè affetta da un disturbo schizofreniforme al momento dell’omicidio della madre, ma è tuttora socialmente pericolosa. Sono i motivi per cui il Gup di Ancona Paola Moscaroli ha assolto per incapacità di intendere e di volere Consuelo Galea, 41 anni, applicandole la misura di sicurezza della reclusione di dieci anni in un ospedale psichiatrico giudiziario. Il verdetto esclude l’imputabilità della Galea e ne riconosce la colpevolezza. Il 25 luglio scorso, la donna massacrò la madre, Maria Bruna Brutti, 76 anni, in una villetta di Fabriano colpendola più volte alla testa con il calcio di un mitragliatore da soft-air. La valutazione psichiatrica sull’imputata, attualmente detenuta nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mantova), era stata fatta dal perito Gabriele Borsetti. In base alla consulenza, il pm Paolo Gubinelli aveva chiesto il proscioglimento per vizio totale di mente e l’applicazione della misura restrittiva. La Galea, difesa dagli avv. Alessandro Pagnini di Pesaro e Alfonso Marra di Bologna, aveva negato l’omicidio, sostenendo di aver rinvenuto la madre già morta. La difesa aveva chiesto l’assoluzione, ritenendo comunque non sussistenti sufficienti elementi di colpevolezza. In giudizio non si sono costituite parti civili. Altra la valutazione dell’accusa in base alle prove raccolte, tra cui i vestiti sporchi di sangue che l’omicida si era tolta prima di uscire dall’abitazione, e le impronte lasciate sull’arma. Due le pistole giocattolo trovate in casa, regalate da una vicina ai figli della Galea e di sua sorella gemella. Venti giorni prima del delitto la Galea era stata dimessa dopo un Trattamento psichiatrico obbligatorio a Bologna. Lo riferisce il Corriere Adriatico.