NUOVAMENTE A RISCHIO L’UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE DI FABRIANO

Fabriano – A rischio la sede del Giudice di Pace di Fabriano. I Comuni del comprensorio che, da quattro anni, si erano impegnati a “condividere” i costi di funzionamento non lo manterranno più dal prossimo anno, dal 1 gennaio 2019. A favore del non rinnovo della convenzione si è espressa venerdì scorso sia il consiglio comunale di Sassoferrato che di Genga. A breve prenderà posizione la Giunta di Serra San Quirico.

I protagonisti

“I costi sono stati ogni anni sempre più elevati – spiega il sindaco di Genga, Giuseppe Medardoni – e sono venuti pure a mancare quest’anno i fondi della Regione Marche. Nel 2017, i 30mila euro erogati da Palazzo Raffaello avevano abbattuto l’importo delle quote dovute da ogni Comune”.

“Non si tratta di un dietrofront – dichiara il sindaco di Sassoferrato, Ugo Pesciarelli -. Ma di essere realisti. Dal 2015 abbiamo condiviso i costi ma purtroppo supportato anche le maggiorazioni. I costi del servizio sono lievitati. Per il nostro comune dai 13 mila euro messi a bilancio nel 2015, siamo passati quest’anno a quasi 19 mila che già si prevede diventeranno l’anno prossimo 21 mila. In questi tempi di magra, è assurdo per un Comune spendere soldi per servizi che non gli spettano e che sono di competenza dello Stato e del Ministero.” Un non rinnovo che però non altera la consapevolezza dell’importanza del servizio: “L’ufficio del Giudice di Pace di Fabriano – ricorda Pesciarelli – eroga un servizio a favore dei cittadini che altrimenti sarebbero costretti a recarsi ad Ancona anche per pratiche semplici e di rilascio immediato, affrontando spese di viaggio e perdendo ore lavorative. Poi, considerando che la riforma della giustizia ha ampliato le competenze del Giudice Onorario di Pace sia in ambito civile che penale, e che i decreti attuativi dovrebbero affidargli anche altre competenze è ovvio – conclude – che come sindaco lavorerò al suo mantenimento a Fabriano ma dobbiamo trovare modalità che non pesino sui bilanci a scapito dei servizi che spetta solo ai comuni erogare ai cittadini”.

Difeso con le unghie e con i denti quando si è profilata la possibilità di chiuderlo in nome della “spending review”, fu evitata la chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace nel 2015 grazie ad un accordo tra i comuni dell’entroterra che si erano impegnati di farsi carico, dei costi di funzionamento proporzionalmente alla popolazione residente.

Veronique Angeletti

 

Proprio un anno fa… dal nostro archivio

A rischio anche l’Ufficio del Giudice di Pace di Fabriano. A una settimana dall’allarme circa lo sportello della Camera di Commercio, arriva un’altra preoccupazione per la città della carta. A sollevare la questione è Vincenzo Scattolini, ufficiale giudiziario e consigliere comunale della coalizione Fratelli d’Italia, Scattolini Sindaco, Lega Nord. Da gennaio, causa carenza di personale, l’ufficio è a rischio chiusura e, per questo, è stata depositata un’interpellanza. Da quattro anni il mantenimento dell’Ufficio grava sul bilancio di Palazzo Chiavelli anziché su quello statale. L’Amministrazione comunale, quindi, deve provvedere ai locali, agli stipendi degli impiegati, tranne quello dei due giudici e alle utenze. “La Giunta Sagramola è riuscita a mantenere il servizio – spiega Scattolini – grazie a una convenzione stipulata tra i comuni di Fabriano, Sassoferrato, Genga, Cerreto d’Esi e Serra San Quirico e al contributo regionale di 30 mila euro”. Il costo stimato per il mantenimento dell’ufficio è di 80mila euro. Scattolini evidenzia che nella città “è stata già tolta l’Agenzia delle Entrate, il Tribunale, sono state ridimensionate le forze dell’ordine, stanno attaccando l’ospedale e non si può perdere pure questo servizio”. Attualmente due dipendenti sono a carico del Comune di Fabriano, il terzo è il carico del comune di Sassoferrato che, dopo un periodo in distacco, fa rientro nella città sentina. “L’Ufficio è aperto al pubblico tutti i giorni, sabato compreso, dalle ore 8,30 alle 13,30. Ha un commesso che, per legge, non può svolgere funzioni in autonomia – precisa Scattolini – e non può né firmare né ritirare alcun atto e dal 31 dicembre non prolungherà il servizio nell’ufficio. Chiedo, quindi, alla Giunta Santarelli di intervenire con aumento di personale per evitare di dover raggiungere Ancona per qualsiasi sciocchezza relativa al mondo giudiziario”. Da chiarire anche in che modo vengono spesi gli 80mila euro preventivati per il mantenimento “visto che i locali appartengono al Comune e che ci sono gli uffici della Regione che certamente contribuiranno alla gestione”.