Beko, sciopero a Fabriano. “Ridurre gli esuberi”
Fabriano – Sciopero, di un’ora, degli impiegati Beko di Fabriano. Presenti un centinao di colletti bianchi, i sindacati e le autorità locali e regionali. La manifestazione era stata indetta dopo la fine dell’ultimo incontro al MInistero, la scorsa settimana, che ha confermato i circa 226 esuberi tra i colletti bianchi della sede fabrianese su 500 dipendenti. Presenti allo sciopero, davanti, la sede Beko, il governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli, gli europarlamentari Carlo Ciccioli (FdI) e Matteo Ricci (Pd), gli onorevoli Antonio Baldelli (FdI) e Irene Manzi (Pd), l’assessore regionale Chiara Biondi, la consigliera regionale Mirella Battistoni, la sindac di Fabriano Daniela Ghergo, il presidente e vicepresidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali e Giancarlo Sagramola, il vescovo della diocesi Fabriano-Matelica, monsignor Francesco Massara, i sindaci dell’Ambito 10 e di alcuni Comuni dell’Umbria.
Secondo la Fiom “…dalla giornata di lotta è emerso un segnale di grande coesione del territorio ed una fortissima richiesta alla Beko per un cambio di paradigma”. La Fiom di Ancona ribadisce “la necessità di continuare la vertenza per convincere la Beko a cambiare il proprio piano, al di là di qualche aggiustamento. Allargare il perimetro delle funzioni necessarie alla sopravvivenza ed al rilancio della multinazionale, aumentare il numero di funzioni strategiche da salvaguardare. Bisogna smettere di ragionare come se le persone fossero solo dei costi da tagliare ma investirici per il futuro di Beko in Italia. Al prossimo incontro ci aspettiamo che vengano prese in considerazione le nostre proposte. Alla politica tutta chiediamo, aldilà della solidarietà, atti concreti di politiche industriali a supporto della trattativa, adesso più che mai fondamentali”.
Le istituzioni
Il Governatore Acquaroli: “Siamo qui a ribadire l’impegno, la vicinanza e la solidarietà, a tutti voi. Ci sono stati passi in avanti nella vertenza, ma rimane alta la nostra attenzione nei vostri confronti. Ringrazio il ministro Urso e tutto il Governo per aver subito aperto un tavolo con la Beko. Noi vogliamo difendere il distretto marchigiano, quello fabrianese che ha insegnato all’Italia e all’Europa il modo di fare industria, come realizzare elettrodomestici. È irrinunciabile per noi difenderlo perché vogliamo che continui a essere un faro per la Regione e per l’Italia, tutti uniti per dargli una nuova prospettiva. Siamo in una fase determinante della trattativa e il numero degli esuberi tra gli impiegati è inaccettabili”.
La sindaca di Fabriano, Daniela Ghergo: “Non vogliamo l’elemosina, ma una politica industriale di sviluppo. Pretendiamo che si parli di questo, di creare lavoro, salvare il lavoro che dà dignità e futuro a questo distretto». Il vescovo diocesano, Francesco Massara: “Dietro i numeri ci sono persone e famiglie che lottano per la propria dignità, per il lavoro. Invito le Istituzioni a continuare a fare rete, come stanno facendo, per salvaguardare le persone”.