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Musical “Sapore di Mare” e “INTORNO AL VUOTO”: L’intervista a Paola Giorgi, direttore artistico di Bottega Teatro Marche

Entusiasmo, passione, competenza e determinazione. Queste le grandi qualità umane e professionali dell’attrice Paola Giorgi che questa settimana racconta ai nostri lettori il viaggio di “INTORNO AL VUOTO” allo Spazio Diamante di Roma, uno spettacolo che ha ottenuto un grande successo di pubblico e critica, che proseguirà al Teatro Menotti di Milano. L’abbiamo incontrata anche per avere qualche anticipazione sul musical “Sapore di Mare” che andrà in scena a Fabriano al Teatro Gentile il prossimo 7 febbraio e che vede come protagonisti Paolo Ruffini e Fatima Trotta. Una produzione di Bottega Teatro Marche, progetto che Paola condivide con sua figlia Agnese Paolucci.

Paola, si è appena conclusa a Roma l’avventura con la commedia “INTORNO AL VUOTO”, uno spettacolo che racconta la storia di una famiglia in cui arriva, impietosa, una diagnosi di Alzheimer precoce. Che emozioni hai provato nel rappresentare in scena un tema così importante e delicato?
INTORNO AL VUOTO è stata per me una sfida vinta, sia da un punto di vista attoriale che produttivo e di conseguenza reputazionale. Sicuramente il compito più arduo si mostrava quello interpretativo; la necessità di estraniarmi dall’ esperienza personale e divenire solo personaggio all’inizio mi spaventava. Le prime letture del copione sono state non semplici, il ricordo doloroso dell’esperienza vissuta accanto a mamma e alla malattia di Alzheimer che abbiamo attraversato insieme, era presente. Poi, come sempre accade, entra in gioco il Teatro, con la sua forza predominatrice e i percorsi cambiano rotta, c’è il professionismo, ma non ho mai abbandonato l’immagine di mamma. Questo percorso che ho attraversato mi ha fatto costruire un personaggio “ leggero”, come anche la critica lo ha riconosciuto e questo è il complimento che più gradisco, perché INTORNO AL VUOTO non dà scampo allo spettatore e per il pubblico affrontare il viaggio accanto a Carol, Paul e Liz , tenendoli per mano dà sollievo.
Una produzione di Bottega Teatro Marche e Teatro Menotti. Vuoi parlarci della compagnia con cui hai condiviso questo viaggio?
INTORNO AL VUOTO nasce per una specifica scelta artistica mia e di mia figlia Agnese, rispettivamente Direttore Artistico e Titolare di Bottega Teatro Marche, più che una impresa di produzione teatrale. Al nostro fianco, come spesso accade, nella scelta di portare in scena un testo che trattasse il tema dell’Alzheimer, c’è Saverio Marconi. La prima figura che ho individuato è stata il regista, Giampiero Rappa, che avevo recentemente conosciuto ma con cui è nata subito una affinità artistica. Lui mi ha proposto la giovane Benedetta Nicoletti per la scrittura del testo e devo dire che la scelta è stata particolarmente felice. INTORNO AL VUOTO è una lama che non lascia spazio a nulla di più di quanto dovuto, la scrittura accompagna noi attori attraverso la storia e inchioda letteralmente il pubblico alla sedia, anche se sappiamo che ad un certo punto dello spettacolo la storia diviene così difficile da accettare che qualcuno ci ha confessato di aver avuto l’istinto di fuggire. Ma non lo ha fatto ed insieme abbiamo scelto i due altri attori poi in scena con me: Gianluigi Fogacci, con cui avevo già lavorato, anni fa, in uno spettacolo che ho molto amato Roberto Zucco di Koltés con la regia di Cherif e Fabiana Pesce, giovane neodiplomata alla STAP Brancaccio, allieva di Giampiero. Per lo staff creativo abbiamo scelto professionisti con cui avevamo già lavorato e a cui ci lega stima professionale: l’assistente alla regia, la bravissima Michela Nicolai la scenografa Laura Benzi e il creatore delle musiche Massimo Cordovani sono stati proposti da Giampiero, io ho chiamato la costumista delle Muse Stefania Cempini, a cui affido sempre la creazione dei costumi dei miei spettacoli, Paolo Vinattieri per il disegno luci ( ci conosciamo dai gloriosi tempi de La Compagnia della Rancia) e il direttore di scena, ruolo fondamentale, Andrea Zenoni, con cui ho fatto tante tournée. Devo dire che la scelta del cast creativo ed artistico è stata fondamentale, tutti hanno creduto nel valore del progetto lavorando con grande passione. E credo ciò traspaia in scena. Il Teatro Menotti di Milano è stata una sorpresa, sono loro, che già conoscevano i miei lavori, che hanno proposto di entrare in produzione ed ospitare lo spettacolo a Milano, al Menotti ( dal 15 al 18 maggio 2025); una gran soddisfazione, confesso.
Parlaci del tuo personaggio, Carol. Quanto di Paola hai donato a questa figura ed a tutte le “Carol” che combattono ogni giorno questa terribile malattia?
Carol è personaggio molto bello, una docente universitaria, conferenziere in carriera con una vita molto attiva vissuta accanto al marito Paul, anche lui docente professionalmente molto impegnato che è lì ” a vederla splendere”. Carol e Paul hanno una figlia, Liz, che persegue il sogno di diventare attrice, un progetto considerato poco concreto da Carol con Paul che si mostra invece molto più accondiscendente. Il mondo della famiglia gira intorno a Carol, ai suoi successi, lei è una donna nella pienezza di questo significato, forte e dolce allo stesso tempo. La diagnosi di Alzheimer che arriva, improvvisa, a cinquant’anni, la porterà a concentrarsi sulla sua intelligenza e studiare modi per rimanere comunque viva ed è straziante la sua ricerca di lucidità nel buio di una malattia che il cervello lo lede profondamente e con esso tutte le funzionalità a lui collegate. La nostra storia è ambientata negli Stati Uniti, in un contesto sociale molto diverso dal nostro e questa è una scelta specifica per creare una astrazione che potenzia la forza dei personaggi, dei loro rapporti, della loro storia che muta nel confronto con la malattia. E rafforza la verità del Teatro in cui ci si rispecchia e si trova anche consolazione.
Il prossimo 7 febbraio andrà in scena al Teatro Gentile il musical “Sapore di Mare”, tratto dal famoso film dei fratelli Vanzina, con Paolo Ruffini e Fatima Trotta. Puoi anticipare qualcosa ai nostri lettori?
Qui entriamo in un altro ambito di attività di Bottega Teatro Marche. Purtroppo il Teatro nelle Marche è molto sofferente, negli anni si è persa la capacità di produrre teatro e credo che per sovvertire questa realtà occorrano tempo, investimenti e un preciso progetto; elementi che non vedo all’orizzonte. Ritengo invece che oggi sia comunque importante riportare la produzione nelle Marche anche attraverso il sistema delle Residenze di grandi spettacoli che allestiscono e debuttano nei nostri Teatri. Noi di Bottega Teatro Marche vantiamo molte relazioni a livello nazionale che abbiamo voluto mettere a frutto del sistema teatrale marchigiano. Nasce così il progetto CROSSOVER che ormai da quattro anni ci permette di portare nelle Marche, in collaborazione con AMAT, grandi produzioni. Come accade per “Sapore di mare”, il musical prodotto dal Teatro degli Arcimboldi di Milano, che vede in scena Paolo Ruffini e che sarà a Fabriano, con una compagnia di sessanta elementi dal 1° febbraio, per l’allestimento del musical tratto dagli iconici film di Vanzina che andrà in scena, in anteprima nazionale, al Teatro Gentile venerdì 7 gennaio alle ore 21,00. Abbiamo scelto il Teatro Gentile di Fabriano, con il progetto CROSSOVER, già in precedenti edizioni con gli spettacoli ALADIN il Musical Geniale e RAPUNZEL il Musical. In realtà quest’ anno CROSSOVER raddoppia, perchè a fine febbraio arriverà a Senigallia l’allestimento ed anteprima del nuovo musical prodotto dal Teatro Brancaccio ” Prova a prendermi” tratto dall’omonimo film con Leonardo Di Caprio e Tom Hanks.
Conoscendo la tua operosità, stai già lavorando a qualche nuovo progetto anche con Bottega Teatro Marche?
Abbiamo in cantiere un progetto molto innovativo, si tratta di OLTRE Ologrammi per un Teatro Reale, in cui il teatro incontra l’intelligenza artificiale. Abbiamo la consulenza scientifica del Prof. Frontoni, uno dei massimi studiosi dell’Intelligenza Artificiale e la collaborazione di AMAT. Il progetto si è aggiudicato un finanziamento europeo e vedrà la creazione di un avatar (il mio avatar) che agirà in una olobox con la possibilità di interazione reale con compagni di scena e pubblico. Un po’ fantascientifico, ma molto stimolante.
Dopo lo stop forzato dovuto alla pandemia, possiamo dire che oggi il teatro sta vivendo un periodo di rinascita? Quali sentimenti hai percepito dietro le quinte tra gli attori e le maestranze?
La pandemia sembra un ricordo lontano per noi teatranti, come per tutti, del resto. Però di ferite ne ha lasciate molte, anche nel nostro settore. L’ aspetto maggiormente emergente è quello che molti professionisti, si sono trovati nella condizione di dover cambiare lavoro, considerato che per mesi il Teatro è stato fermo. Questo ha causato un impoverimento della qualità soprattutto delle maestranze tecniche perché, ripartito il teatro, queste specifiche professionalità sono state ricercate e i vuoti creati da chi ha scelto di cambiare lavoro, non sempre sono stati riempiti da gente preparata. Questo è un po’ un problema che si riscontra nel quotidiano. Sinceramente, oltre i problemi conseguenti reali, non si parla più molto del Covid: il nostro è un lavoro complesso non ci perdiamo in sentimentalismi, siamo concentrati sui nostri obiettivi. Il Teatro è ripartito, con le sue dinamiche, le sue logiche, le riflessioni molteplici sorte in pandemia si sono affievolite, perchè ora c’è l’urgenza di andare in scena, di continuare a fare teatro in un contesto che rende ciò sempre più difficile.

Gigliola Marinelli

Nella foto: Paola Giorgi con Peter Stein

Foto di copertina: Paola Giorgi in scena con Gianluigi Fogacci INTORNO AL AVUOTO