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“L’Appennino rischia di essere invaso da impianti eolici di grandi dimensioni”

“Le associazioni ed i presidi territoriali che si stanno battendo per la tutela dell’Appennino umbro marchigiano dall’invasione dell’ eolico industriale sui crinali e dai mega impianti di pannelli fotovoltaici nelle aree verdi si sono unite nella Coalizione interregionale TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione). Negli uffici del Ministero dell’Ambiente e della Regione Marche sono pervenute richieste di impianti mega eolici con relative opere connesse ed infrastrutture indispensabili che insistono nei comuni di Carpegna, Borgo Pace, Mercatello sul Metauro, Apecchio, Pergola, San Lorenzo in Campo (PU), Sassoferrato, Fabriano (AN), Sanseverino Marche, Serrapetrona, Caldarola, Camerino, Pieve Torina, Monte Cavallo, Serravalle di Chienti (MC). Parliamo di 73 aerogeneratori alti fino a 200 metri che le aziende vorrebbero realizzare sui crinali dei monti nei Comuni marchigiani. A questi se ne aggiungono altri 52 alti dai 180 ai 200 metri nella dorsale appenninica umbra (nei Comuni di Foligno, Trevi, Sellano, Valtopina, Nocera Umbra e Gualdo Tadino – PG), ed altri 39 in quella toscana (Badia Tedalda, Sestino –AR) ma al confine con la nostra regione. Mentre l’Appennino rischia di essere invaso da impianti eolici di grandi dimensioni che distruggeranno il Patrimonio paesaggistico ed ambientale e comprometteranno il ruolo e il valore identitario delle aree interne, cittadini e associazioni chiedono di preservare le zone montane; tra i rischi: il disboscamento, il dissesto idrogeologico, il consumo di suolo e gli effetti sul paesaggio.

Un sacrificio inutile, poiché i dati dell’ Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) sono molto chiari sul fatto che l’implemento delle rinnovabili non avrebbe bisogno di impattare sul paesaggio, con le inevitabili ricadute sulle attività economiche, a cominciare dal turismo e sulle popolazioni locali. Come Coalizione Interregionale TESS esortiamo le amministrazioni locali a costituire un tavolo di lavoro permanente in vista di un fronte comune a difesa dei nostri crinali, contro l’ invasione dell’eolico industriale nelle aree interne. Alla Regione, si chiede innanzitutto di approvare la legge per l’individuazione delle aree idonee e non idonee al fine di raggiungere un equilibrio tra la protezione dell’ambiente, del paesaggio e della biodiversità e gli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili, sottolineando l’esclusione dell’Appennino umbro-marchigiano dalle zone in cui costruire. Si dovrebbe invece puntare su comunità energetiche rinnovabili e sullo sfruttamento delle aree già edificate, da riconvertire in ottica sostenibile. In generale, la lotta al cambiamento climatico si dovrebbe inserire in una pianificazione di settore e non dipendere dalle scelte arbitrarie e unilaterali di imprese private che con un’invasione speculativa perseguono esclusivamente i propri interessi economici.”

La lettera

Gentili Sindaci,
stiamo attraversando un momento cruciale. Da qui ai prossimi mesi le Regioni sono chiamate a dare attuazione al DM 21 giugno 2024 concernente l’individuazione delle aree per gli impianti da Fonte di Energia Rinnovabile (FER). In particolare le Regioni dovranno individuare entro il 2 Gennaio 2025 sia le aree IDONEE, sia le aree NON IDONEE per l’installazione degli impianti FER (tra questi rientrano l’eolico e il fotovoltaico). Le decisioni che saranno prese da qui a fine anno dalle Regioni, segneranno le sorti dei vari territori e quindi anche quelle del Suo Comune. Ad oggi abbiamo assistito ad una proliferazione incontrollata di progetti di impianti FER, sotto la spinta degli incentivi miliardari e delle modifiche al quadro normativo che rendono inefficace ogni vincolo paesaggistico ed ambientale. L’ingente ammontare di questi incentivi (210 miliardi in 20 anni, pagati da cittadini e imprese con gli oneri di sistema nelle bollette elettriche) ha innescato un vero e proprio “assalto alla diligenza” da parte delle multinazionali dell’energia e di innumerevoli società, alcune di queste poco trasparenti come sottolineato recentemente dal direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF), l’ente antiriciclaggio della Banca d’Italia sugli interessi della Criminalità Organizzata.

Sono innumerevoli i progetti in corso di autorizzazione, con batterie di accumulo, pannelli fotovoltaici nei campi ed abbattimenti di ettari di boschi nei crinali appenninici per far posto a gigantesche pale eoliche, in uno tra i paesi meno ventosi d’Europa.
Esiste un concreto rischio che sia irreparabilmente compromesso il nostro Paesaggio, le aree naturali e i nostri Appennini, con le inevitabili ricadute anche sulle attività economiche a cominciare dal turismo e sulle popolazioni locali. È infatti proprio in queste aree, anziché quelle realmente idonee (urbane, industriali, degradate), che alle ditte private (non alla collettività e all’ambiente) conviene installare gli impianti.
Un rischio che sarà amplificato anche nel Suo Comune, se le Regioni non daranno attuazione ad un adeguato quadro di tutele ambientali e paesaggistiche attraverso proprie leggi regionali che dovranno essere emanate entro il 2 Gennaio 2025, in attuazione del D.M. 21 giugno 2024. La Regione Sardegna, dove l’opinione pubblica ha raggiunto livelli di consapevolezza tali da superare il punto di non ritorno contro le speculazioni in atto, è solo la punta dell’iceberg di una situazione che si sta estendendo rapidamente anche nelle altre regioni d’Italia.
A fronte di tutto questo, il 6 Settembre 2024 è nata la Coalizione TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione), un’iniziativa che riunisce ad oggi 76 realtà, tra associazioni di importanza internazionale, nazionale, comitati e gruppi di azione locale, preoccupati per l’impatto delle nuove installazioni su terreni agricoli e sulle aree naturali. La Coalizione TESS nei giorni scorsi, dopo aver trasmesso il documento alle Regioni Toscana ed Emilia Romagna, ha inviato alla neo Presidente dell’Umbria Stefania Proietti e all’assessore all’Ambiente della Regione Marche Stefano Aguzzi, un documento scientifico redatto con la consulenza di esperti dove sono stati evidenziati i rischi legati al consumo di suolo agricolo, al dissesto idrogeologico, all’abbattimento di boschi e alla perdita di biodiversità delle aree naturali. Nello stesso documento sono state evidenziate anche le modalità attraverso cui è possibile raggiungere gli obiettivi del PNIEC al 2030 da parte di queste regioni senza consumare altro suolo, senza degradare gli ambienti naturali e il Paesaggio. Il documento è un appello alla responsabilità. La Coalizione TESS auspica che anche i Sindaci destinatari di questo appello, possano supportare la nostra iniziativa sollecitando le rispettive regioni nel dare attuazione alla normativa attraverso l’adozione di un adeguato provvedimento legislativo, facendo propri i principi di salvaguardia dalle speculazioni.

cs