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Sciopero impiegati Beko, nelle Marche “unità di tutti per difendere i posti lavoro”

Fabriano – “Unità”: questa la parola scaturita dallo sciopero di questa mattina dei dipendenti della sede impiegatizia di Fabriano della Beko Europe. Sede dove lavorano 550 persone compresi i dipendenti dell’unità di Ricerca e Sviluppo di viale Campo Sportivo. Secondo il piano industriale presentato dalla newco, controllata al 75% dai turchi di Arcelik e al 25% dagli americani di Whirlpool, si prevedono tagli per oltre 400 persone, compresi i 66 operai del sito di Melano. Sempre per le Marche, prevista la chiusura del sito di Comunanza (Ascoli Piceno), con il rischio per altri 320 posti di lavoro. Da qui, la mobilitazione che ha fatto registrare un’adesione altissima, ben oltre il 90%. Presenti, insieme ai lavoratori, i rappresentanti dei sindacati di categoria Fiom-Fim-Uilm, le associazioni di categoria ma anche la politica a partire dal presidente della Regione, Francesco Acquaroli, dai consiglieri regionali Mirella Battistoni (FdI) e Antonio Mastrovincenzo (Pd), dai sindaci di Fabriano Daniela Ghergo, Sassoferrato Maurizio Greci e Cerreto D’Esi David Grillini; il presidente della Provincia Daniele Carnevali.

“Voglio dare qui un messaggio di unità: – ha detto Acquaroli – difendiamo le Marche, il lavoro, l’occupazione di un intero territorio regionale, perché vogliamo difendere la storia industriale della nostra regione. Difendiamo gli stabilimenti, le sedi impiegatizie, i lavoratori e l’indotto diretto e indiretto”. “A Fabriano c’è un grande passato e dovrà esserci un grande futuro”, ha proseguito il presidente ricordando la continua interlocuzione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e confermando la sua presenza al prossimo incontro a Roma previsto per il 10 dicembre prossimo. “Sarò presente – ha spiegato – perché il piano industriale venga ritirato. La partita non sarà semplice ed è per questo fondamentale rimanere uniti, coesi e compatti. Faremo il massimo e lo farà anche il Governo” così come riporta Ansa.

I rappresentanti delle parti sociali hanno ribadito la richiesta di un incontro in Regione prima del 10 dicembre: “stabilimenti, sedi impiegatizie, unità di progettazione e sviluppo, sono tessere di un unico puzzle, se una viene meno, a cascata cadono gli altri. E’ fondamentale che tutto il perimetro Beko stia su nel suo insieme”; “abbiamo necessità di sapere il contenuto della Golden power e quindi le prescrizioni su occupazione e stabilimenti. Siamo consapevoli che sarà una trattativa difficilissima e chiediamo alle Istituzioni a tutti i livelli di mettere a diposizione il massimo di risorse e del sostegno. I lavoratori, anche oggi, – hanno concluso i sindacati – hanno dimostrato di essere pronti alla lotta”.

Il punto dei sindacati Fim, Fiom e Uilm

La Beko nell’incontro tenutosi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha presentato un piano industriale “brutale”, che prevede chiusure, licenziamenti e delocalizzazioni e che va ritirato. La multinazionale turca ha difatti dichiarato la chiusura degli stabilimenti di Comunanza e di Siena, il ridimensionamento della fabbrica frigoriferi di Cassinetta, la ristrutturazione dello stabilimento di Melano, la chiusura della ricerca e sviluppo di Fabriano e più in generale tagli in tutti i siti e gli uffici italiani, per un totale di 1.935 esuberi su 4.440 occupati. Fim Fiom e Uilm territoriali e le Rsu degli Impiegati ritengono grave e inaccettabile la decisione della multinazionale turca, che dopo l’acquisizione del gruppo Whirlpool con l’obbiettivo annunciato di diventare un colosso industriale in Europa, nel giro di poco tempo ha manifestato la sua vera intenzione, ovvero di fare una mera operazione commerciale per l’acquisizione di quote di mercato e marchi storici nel panorama del bianco. Il piano industriale della Beko prevede nello specifico, il licenziamento di718 impiegati tra gli enti di: ricerca e sviluppo, commerciale Italia, commerciale Medio Oriente e Africa e nelle funzioni regionali. Nella sede impiegatizie di Fabriano avverrà il piu importante taglio, di fatto sono previste le chiusure di enti e il depotenziando di funzioni, si immagina che dei circa 550 impiegati a Fabriano sono a rischio posto di lavoro oltre 350 posti di lavoro. Da anni le sedi Impiegatizie sono continuamente smantellate dalle continue “ristrutturazioni” attraverso licenziamenti operati prima da Indesit, poi da Whirlpool e oggi da Beko, con la perdita di eccellenze professionali e innovazioni che per riflesso indeboliscono il territorio regionale e nazionale. Lo sciopero di oggi per manifestare tutto il loro dissenso contro il piano scellerato della multinazionale e per chiedere alle istituzioni, ai sindaci del territorio, alla regione Marche e Governo di mettere in campo tutte le azioni necessarie, compresa l’annunciata “Golden Power” per evitare quest’ennesimo disastro industriale italiano.

Il governatore Acquaroli

“Sarà fondamentale restare uniti, coesi e compatti. È con questo spirito che saremo il prossimo 10 dicembre al tavolo del Ministero per affrontare la crisi che riguarda la Beko”. Lo ha ribadito convintamente questa mattina a Fabriano il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, partecipando alla manifestazione indetta dai lavoratori dello stabilimento di Melano. Acquaroli ha pronunciato un forte richiamo all’unità: “Noi difendiamo le Marche, difendiamo il lavoro, l’occupazione, la competitività del nostro territorio. Noi vogliamo difendere la storia industriale della nostra regione, che coincide anche con l’eccellenza e con la storia industriale del Sistema Italia. Sappiamo che da questi stabilimenti e da questi uffici si è sviluppata una storia importante, con un grande passato alle spalle e ora deve avere un grande futuro verso cui orientare il destino e lo sviluppo di queste comunità e di questi territori”. Il presidente Acquaroli ha ricordato che la Regione sta facendo grandi sforzi per il rilancio del nostro territorio che è stato anche colpito dal sisma. Il 10 dicembre, che per legge regionale è stata istituita la Giornata delle Marche, quest’anno sarà posticipata al giorno successivo per consentire di partecipare all’incontro al Mimit. “Non sarà una partita facile, semplice e breve – ha detto Acquaroli – È nostro desiderio partecipare a testimonianza del forte senso di appartenenza a questa comunità e per portare il nostro contributo e anche il nostro disappunto rispetto al Piano proposto dalla proprietà che oltre a essere inaccettabile è offensivo nei confronti di tutta la comunità marchigiana e di queste comunità in particolare, portando incertezza e disperazione. Si tratta di territori fragili, toccati anche dal sisma del 2016, su cui gli stessi Governi che si sono succeduti hanno investito tanto per la ricostruzione di case, infrastrutture, per il loro rilancio economico. Ma non c’è rilancio se ora si crea questa ferita”. In questi giorni sono stati continui i contatti sia con il ministro Urso che con gli uffici del Mimit i quali “hanno ben chiara – ha fatto sapere Acquaroli – l’importanza dell’attività produttiva degli stabilimenti della Beko e la salvaguardia dei posti di lavoro che, ribadisco, deve essere un obiettivo prioritario”. “Ci auguriamo di uscire dall’incontro con buone notizie – ha concluso il presidente della Regione – Noi faremo il massimo e sono convinto che anche il Governo farà tutto il possibile”.