Da Fabriano a Londra, il racconto di Massimo Marinelli
Professionista esperto di investimenti, di comprovata esperienza nei settori dello sport, media e tecnologia, con solida esperienza in raccolta di capitali, investimenti, pianificazione strategica e operazioni di finanza straordinaria. Abbiamo raggiunto a Londra Massimo Marinelli, fabrianese di origine che mantiene ancora un forte legame con la sua città, per un racconto del suo percorso professionale che lo vede oggi operativo nel Regno Unito.
Da Fabriano a Londra per lanciare un’attività indipendente nel settore degli investimenti e della consulenza finanziaria. Può raccontare ai nostri lettori in cosa consiste questo suo progetto?
Dopo molti anni passati in banca d’affari tra Londra e New York, ho avuto l’opportunità di dirigere un family office, una struttura di investimento che utilizzava il capitale di un imprenditore per operare nei settori dei media, dello sport e della tecnologia. Nel nostro portafoglio, avevamo partecipazioni in attività significative, tra cui il Leeds United e la rete di canali sportivi Eleven Sports. Dopo la cessione di queste attività, ho proseguito nel settore offrendo consulenza e accesso a capitali a realtà emergenti e di alto potenziale nei settori dello sport e affini, aiutandole a crescere, concludere operazioni di finanza straordinaria e innovare. Il mio obiettivo è identificare opportunità di sviluppo e fornire una combinazione di risorse finanziaria, strategia e connessioni internazionali.
In particolare, si occupa di investimenti e di private credit nel settore sport e entertainment. Sicuramente un ambito molto stimolante dal punto di vista professionale?
Assolutamente. Lo sport e l’intrattenimento sono settori in continua evoluzione, influenzati da rapidi cambiamenti tecnologici e sociali. Ogni giorno mi confronto con club sportivi, aziende di media e realtà di intrattenimento per sviluppare nuove strategie di crescita e sostenibilità, e collaboro con investitori alla ricerca di opportunità innovative. È un ambito che richiede creatività e un rigore analitico per unire capitali e progetti a lungo termine, ed è stimolante proprio per le sfide e le opportunità che presenta.
Prima di approdare nel Regno Unito di cosa si occupava in Italia?
In Italia studiavo (mi sono diplomato al Morea) e collaboravo con L’Azione, in particolare per le pagine sportive. Fortunatamente, ho avuto il supporto della mia famiglia per completare gli studi a Londra, dove mi sono laureato in economia alla London School of Economics. Proprio lì ho scoperto l’investment banking e, ottenuta un’internship, sono stato assegnato al team dedicato ai media, probabilmente anche grazie alla mia esperienza da giornalista a L’Azione. Ho proseguito tutta la mia carriera in investment banking, da intern a Managing Director tra Londra e, per un periodo, New York. Al momento di lasciare la banca d’affari, ero responsabile del settore media, internet e sport per Europa, Medio Oriente e Africa.
Quando ha maturato l’idea di lasciare l’Italia, ha avuto inizialmente delle perplessità o ha accettato serenamente questa sfida che comunque, con una famiglia al seguito, implica anche affrontare problematiche di adattamento in un nuovo paese?
Il trasferimento ha portato delle sfide, ma l’ho affrontato con grande apertura. Le perplessità ci sono sempre, specialmente quando si hanno legami familiari e ci si deve adattare a una cultura diversa. Inizialmente pensavo di tornare dopo 2-3 anni, ma poi si è presentata l’opportunità di trasferirmi a New York, e il piano è cambiato. Oggi, con mia moglie canadese di origini cinesi e i miei figli nati a Londra, abbiamo costruito una famiglia con un bel mix culturale. Londra ci ha tutto sommato accolto benissimo ed è facilmente raggiungibile dall’Italia, anche grazie ai voli Ryanair da Ancona, ma con gli impegni che crescono non è facile tornare spesso come vorrei.
Fabriano sta vivendo un periodo di forte instabilità con la vertenza Fedrigoni. Che opinione si è fatto guardando Fabriano da lontano?
Anche vivendo lontano, il legame con Fabriano, la famiglia e gli amici è sempre forte. Purtroppo, la situazione della Fedrigoni è complessa e dolorosa per la comunità. È difficile contrastare tendenze come il declino dell’uso della carta per fotocopiatrici, ma si potrebbero esplorare nuove attività che valorizzino l’esperienza e le competenze locali, con una visione imprenditoriale a livello locale. Confido che qualcuno in città trovi nuove strade per sfruttare queste competenze e attrarre investimenti. Ma non si possono aspettare che siano investitori istituzionali a trovare le idee nuove, sono solo le imprenditorialità locali che possono fornire gli spunti giusti.
Si parla spesso di “fuga di cervelli”. Crede che prima o poi si invertirà questa tendenza?
È un fenomeno complesso, ma non facile da invertire. Se l’Italia investisse di più in innovazione e offrisse ai giovani reali opportunità di crescita, molti potrebbero decidere di rimanere. In alcuni casi, c’è stato un lieve ritorno post-Brexit, anche se credo limitato alle grandi città. La qualità della vita nelle città come Fabriano è comunque difficile da replicare nelle metropoli, e il Paese potrebbe puntare ad ampliare le visioni imprenditoriali locali. Oggi si può diventare esperti in settori sia moderni come l’intelligenza artificiale o magari tradizionali come la cucina, anche vivendo in città più piccole, ma è importante far conoscere le opportunità ai giovani.
Tra i suoi progetti futuri pensa di rientrare prima o poi in Italia o Londra sarà stabilmente la sua nuova casa?
Al momento, Londra è ancora un centro nevralgico per il mio lavoro, soprattutto con una famiglia internazionale come la mia. Tuttavia, resto aperto a nuove possibilità e cerco sempre modi per contribuire alla crescita dell’Italia, restituendo parte dell’esperienza maturata all’estero.
Un suo pensiero per Fabriano in questo periodo così difficile per la nostra comunità cittadina?
Fabriano è la mia città d’origine e il legame con la comunità resta forte. Mi auguro che il territorio trovi la forza per risollevarsi e reinventarsi. A volte, da momenti difficili, nascono nuove opportunità e credo che Fabriano abbia risorse e talento per affrontare queste sfide. Penso a quanto ho scoperto all’ultimo Premio Gentile, dove è stata premiata la professoressa Luigia Carlucci Aiello per le sue incredibili capacità e conoscenze nell’intelligenza artificiale. Vorrei infatti ringraziare Roberto Carmenati per l’invito quando sono venuto a inizio ottobre in occasione della cresima di mio nipote, permettendomi di partecipare ad una occasione che mette bene in mostra le capacità della città e che magari può spingere le nuove leve senza perdere il legame con le nostre radici.
Gigliola Marinelli
Massimo Marinelli