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“Campioni di vita”: Luca Massaccesi presenta il nuovo progetto ideato con Ferencz Bartocci

Dati allarmanti sul disagio giovanile, depressione, disturbi mentali e devianze quelli raccolti dall’ Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile. Ne parliamo con il presidente Luca Massaccesi che, con il giornalista ed imprenditore Ferencz Bartocci, ha fondato l’“Accademia dei Campioni” e presentato in Senato il primo progetto di peer education “Campioni di vta”.

Presidente, grazie alle attività svolte dall’Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile possiamo delineare un quadro aggiornato riguardo la situazione attuale in Italia?

La situazione in Italia, purtroppo, negli ultimi anni è andata sempre più peggiorando. L’avvento dei social media, degli smartphone, i due anni di covid, la perdita di autorevolezza da parte sia delle famiglie che delle scuole hanno dato vita ad un processo inarrestabile di disagio tra i giovani. Pensate che in Europa 9 milioni di adolescenti tra i 10 e i 19 anni convivono con un disturbo mentale: depressione e ansia rappresentano oltre la metà dei casi. La metà dei nostri ragazzi ha dichiarato di sentirsi spesso o molto spesso triste frustrato preoccupato o angosciato. Questo in Europa e anche in Italia!! Tre anni dopo il Covid nulla è cambiato come segnala La Repubblica, in un approfondimento, amici chiusi nelle proprie stanze, abbandono scolastico, difficoltà di accesso al supporto psicologico. I dati sono allarmanti.

In base ai dati raccolti quale età è maggiormente a rischio e quali sono i disagi più diffusi manifestati dai ragazzi?

Vi porto alcuni dati per delle considerazioni: nel 2019 il 50% degli istituti superiori convocavano le famiglie per episodi riconducibili alla sfera del bullismo. Adesso siamo saliti sopra l’80%. Ci sono più interventi delle forze dell’ordine più richieste per i servizi sociali, più sospensioni dalle lezioni e più richieste di risarcimento

danni subiti da strutture. Pensate che nelle scuole primarie il 73% delle scuole ha convocato le famiglie e c’è un 30% di casi in cui si fa leva sul voto di condotta. Si moltiplicano i casi di ansia stress e depressione e aggressività tra chi va a scuola.

Il disagio giovanile è la seconda causa di morte per suicidio in Europa, cosa si sta facendo per contrastare un dato così allarmante?

Sembrerà incredibile ma di suicidio tra i giovani se ne parla pochissimo nei media se non per case eclatanti. Eppure tre giovani al giorno in Europa si uccidono. Secondo i dati della società italiana di pediatria otto ragazzi su 10 nella fascia di età compresa tra i 14 e 18 anni hanno sperimentato forme più o meno gravi di disagio emotivo che nel 15% dei casi è sfociato in comportamento autolesionistico con un incremento del rischio di suicidio in età adolescenziale. Noi adulti cosa facciamo???? Quasi niente!

Tornando alla pandemia ed anche all’utilizzo massiccio dei social quanto hanno amplificato il disagio psicologico nei giovani?

Diciamo che il Covid ha accelerato quella curva di decadenza di disagio, anche perché in quei due anni i giovani hanno molto più utilizzato internet, in generale, e i social media. Durante la pandemia tutti gli italiani hanno dichiarato di avere avuto problemi psicologici, ma sui giovani l’impatto è stato maggiore: i dati Censis mostrano che negli adulti dai 37 ai 64 anni e negli anziani i numeri di chi ha sofferto di disturbi psicologici sono molto più bassi, in media poco più di 1 su 5, mentre per i ragazzi si sale al 44,6% degli under 37 e addirittura al 49,4% dei giovani tra i 18 e i 25 anni. È un aspetto importante che segnala un’altra epidemia di cui hanno sofferto i più giovani. E poi c’è l’utilizzo del web. In Italia il 95% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni utilizza internet il 92% dei ragazzi di minore età è connesso per più di 5 ore al giorno. Oltre 300.000 ragazzi tra i 12 e 15 anni hanno sviluppato una dipendenza da internet e soprattutto il 17% dei ragazzi di minore età ha Internet come unica fonte di informazione. Pensate che 8 giovani su 10 accettano che i siti web e le piattaforme social media possano influenzare il loro modo di conoscere il mondo rinchiudendoli nella loro “bolla digitale”. Purtroppo i ragazzi vivono molto di più sul web e sui social che non nella vita reale. Dobbiamo farli scendere e recuperare le distanze perse con i loro coetanei.

Con Ferencz Bartocci, CEO Gestionale della Cittadella dello Sport di Cortona (Gruppo Gavio), avete compiuto un lavoro sinergico con l’Osservatorio Nazionale ed è nata l’”Accademia dei Campioni”. Come avete strutturato l’Accademia?

L’Accademia dei Campioni è nata grazie alla sinergia col mio amico Ferencz, un amministratore illuminato che guarda al di là del mero risultato economico. L’esperienza dell’osservatorio nazionale che promuovo da 15 anni miscelato alla professionalità e alla managerialità del Team della “Cittadella dello Sport”, capitanata appunto da Ferencz, hanno dato vita ad un gruppo di lavoro molto ambizioso. Ci hanno dato consenso 20 federazioni sportive nazionali insieme al CONI, al Comitato Italiano Paralimpico, ad oltre 20 campioni olimpici e del mondo e tanto altro Abbiamo un nutrito parco di esperti, quali avvocati psicologi, personale delle forze dell’ordine specializzato nel mondo di Internet oltre a professionisti della comunicazione.

Lo scorso giugno avete presentato in Senato il progetto “Campioni di vita”, come è nata questa pregevole iniziativa e con quali obiettivi?

Il nostro primo progetto “Campioni di vita” è un progetto di peer education rivolto a 100.000 giovani in tutta Italia. Era un progetto studiato da anni, molto ambizioso ma difficilmente realizzabile se non con la partnership tecnologica di un gruppo importante come quello rappresentato dall’amico Ferencz. Oltre venti campioni del mondo racconteranno le loro storie di successo ma anche le loro sconfitte e la capacità di metabolizzare queste. Con noi Giusy Versace, Annalisa Minetti, Paolo Pizzo e tanti altri. Insieme a loro dei professionisti che tratteranno i fenomeni del bullismo, del Revenge porn, del cyberbullismo e del disagio giovanile in genere, per informare i ragazzi e metterli in guardia dai costanti pericoli.

Sono stati appunto coinvolti molti campioni dello sport in questo progetto. Quanto conta per i ragazzi a cui vi rivolgete poter ascoltare i racconti ed i consigli di chi ha costruito, con sacrificio, una carriera nello

sport raggiungendo brillanti risultati?

Il punto non è quanto conta per i ragazzi ascoltare un campione ma il fatto che i ragazzi si entusiasmano ad ascoltarli. Perciò questa comunicazione è efficace. I ragazzi sono curiosi e il campione crea appeal, i ragazzi stimano i campioni dello sport vogliono ascoltare le loro storie e se il campione è intelligente e sa fare comunicazione allora riesce a trasmettere tantissimo. Non parliamo solo di successi ma soprattutto di percorsi: spiegare come avere l’intelligenza e la forza di metabolizzare una sconfitta, come rialzarsi e avere l’intelligenza e la forza di non cedere alla tentazione di buttare via tutto e buttarsi via, come si aumenta l’autostima, come si pianifica un obiettivo, come si allena la resilienza e lo stesso coraggio di voler “divenire qualcuno” che ce l’ha fatta e non solamente uno del branco.

Testimonial d’eccezione di “Campioni di vita” è l’attore e regista Carlo Verdone. Come si rapporta un personaggio di tale calibro con i ragazzi e con le vostre iniziative?

Sono stato a casa di Carlo Verdone per raccontare e spiegare il progetto. Mi ha ascoltato per un’ora intera guardandomi senza fiatare. Diciamo che è stato l’esame più difficile che abbia mai fatto e fortunatamente sono stato promosso. Avere come testimonial e come primo “Campione di Vita” Carlo Verdone è fantastico e nella presentazione al Senato del progetto il suo video di incoraggiamento, di appoggio e di fiducia per noi è stato un segno di qualità e professionalità.

Il bullismo, il disagio e la devianza possono essere un peso schiacciante per i ragazzi. Come si può riemergere da questo dramma psicologico e quanto è importante sensibilizzare i ragazzi?

Per farvi capire meglio vi porto alcuni dati: 2 milioni di adolescenti tra i 10 e 20 anni soffrono di disagi mentali con l’ansia e la paura del giudizio come compagni di banco i professori sono impreparati ad affrontare questa crisi esistenziale si sentono smarriti di fronte a una generazione che parla un linguaggio diverso. Il disagio spesso si manifesta con abuso di alcolici e sostanze, disturbi alimentari, allontanamenti familiari, senso di isolamento, depressione e apatia, irritabilità e bullismo, comportamenti suicidari e atti autolesionistici. Quasi il 20% dei ragazzi compresi tra i 16 e 25 anni concorda con “la vita non è degna di essere vissuta”….. pensate che nel 2009 era meno del 10% che condivideva tale pensiero. Notizia ANSA di pochi giorni fa informava che quasi il 50% di 18-25enni soffre d’ansia. Per la stessa ragione il 62% ha cambiato la propria visione del futuro il 71% degli intervistati dice di provare un disagio, mentre tra i genitori solo il 31% si accorge dei problemi del figlio il 100% dei docenti invece denuncia questa situazione. Quasi il 30% degli studenti incolpa la sfera familiare del proprio stare male a parimerito con la scuola. Per il 40% dei genitori invece la colpa è da attribuire principalmente alla scuola mentre il 37% dei docenti invece dicono che la colpa è dovuta alla famiglia. Insomma ognuno incolpa l’altro!!! Bisogna sensibilizzare i ragazzi, la rete degli studenti chiede una scuola più inclusiva e attenta al benessere psicofisico degli studenti con un maggior supporto psicologico e un dialogo aperto tra studenti e insegnanti. Molti studenti pensano però che il governo sia sordo a questa richiesta proponendo soluzioni che aggravano solo la situazione come la scuola del merito e le repressioni delle manifestazioni. Di fatto il problema è molto grave ed è un’emergenza sociale che non può essere ignorata. Secondo noi la miglior medicina è prendere coscienza del problema innanzitutto, poi coinvolgere gli stessi ragazzi in una grandissima attività di prevenzione e di informazione.

Avete in programma delle iniziative con l’Accademia dei Campioni anche nella Regione Marche?

Due Marchigiani come il sottoscritto e Ferencz certamente non possono lasciare indietro Fabriano e le Marche. Organizzeremo di sicuro con qualche Campione del Mondo al seguito un bel convegno per i ragazzi….magari nel nostro stupendo teatro!!! Intanto cerchiamo chi ci dà una mano a organizzare!!!

Gigliola Marinelli