Impianto eolico Monte Miesola a Fabriano e Sassoferrato, chiesta apertura di inchiesta pubblica
La Giunta regionale ha proposto all’Assemblea legislativa delle Marche di richiedere al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica la convocazione di un’inchiesta pubblica per il progetto di realizzazione di un impianto eolico ubicato nei Comuni di Sassoferrato (AN) e Fabriano (AN), denominato “Monte Miesola”, attualmente sottoposto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale statale. La richiesta di procedere in tal senso è stata presentata dai Comuni di Fabriano e di Sassoferrato e dall’Unione Montana dell’Esino Frasassi, e prevede che l’Assemblea legislativa, in relazione ai potenziali impatti ambientali del progetto, chieda all’autorità competente (Ministero dell’Ambiente) l’indizione di un’inchiesta pubblica che garantisca la diffusa ed informata partecipazione e, nel contempo, metta in condizione l’autorità competente di esprimersi sulla realizzazione del progetto nella maniera più adeguata e ponderata.
L’impianto, di potenza complessiva pari a 47,6 MW, prevede: la realizzazione di 8 aerogeneratori, due dei quali collocati nel Comune di Fabriano e sei in quello di Sassoferrato, ciascuno di potenza di 5,95 MW, tripala di diametro massimo pari a 155 m. e altezza fuori terra pari a 200 m., una stazione elettrica di utenza di circa mq 1.600 di superficie, ubicata nel Comune di Sassoferrato, e le relative opere di connessione ed infrastrutture indispensabili localizzate nei medesimi Comuni (strade elettrodotti). L’assessorato regionale all’Ambiente ritiene opportuno che i temi ambientali siano esaminati e discussi attraverso la diretta partecipazione delle comunità coinvolte, dal momento che il progetto in esame si sviluppa in un contesto di particolare sensibilità ambientale e paesaggistica e che dalla sua realizzazione, se non adeguatamente valutati, potrebbero determinarsi impatti negativi e significativi sull’ecosistema ed in particolare sull’avifauna, e gravemente pregiudizievoli sul territorio e sui fondamentali beni collettivi. Inoltre, anche l’impatto visivo potrebbe gravare negativamente sulla minore fruibilità turistica dei luoghi e dell’intero ambito montano. La realizzazione dell’impianto indurrebbe delle trasformazioni di porzioni significative di territorio, determinando consumo di risorse strategiche non rinnovabili e trasformazioni irreversibili (strade di accesso all’area di impianto che prevedono notevoli allargamenti della sede con l’eliminazione di superficie boscata e notevole produzione di materiale di scavo). (cs)