Nota di replica dell’ex sindaco Roberto Sorci all’intervista rilasciata dal sindaco Daniela Ghergo
Nota di replica del consigliere comunale Roberto Sorci, ex sindaco di Fabriano, in riferimento all’intervista pubblicata in data 15 marzo 2024 e rilasciata dal sindaco di Fabriano Daniela Ghergo alla giornalista Gigliola Marinelli riguardante il nuovo impianto fotovoltaico di Paterno.
In riferimento alla risposta data nell’intervista in oggetto alla domanda in cui si chiedeva al Sindaco se i consiglieri comunali fossero a conoscenza della pubblicazione dell’avviso nell’albo pretorio del 30 novembre 2023, il sindaco risponde: “Nel momento in cui un atto o un documento viene pubblicato sull’albo pretorio del Comune si dà per scontato che sia conosciuto da chi dovrebbe consultarlo ogni giorno”.
Finché il Sindaco prende in giro i suoi Consiglieri Comunali, che come tutti non sapevano nulla della vicenda fino alla sera del 1° febbraio, momento in cui il consigliere Armezzani ci ha reso edotti dell’arrivo delle lettere d’occupazione dei terreni per la realizzazione di un elettrodotto a servizio del campo fotovoltaico a me va bene. Ma poi che ci venga a raccontare che un bravo consigliere dovrebbe leggere l’albo pretorio è addirittura incommentabile. Il comportamento dell’amministrazione nei confronti di tutti i Consiglieri e dei cittadini interessati lo ritengo censurabile se non addirittura “omertoso”. Per chiarire, il progetto della costruzione del parco fotovoltaico era da molti mesi a conoscenza dell’amministrazione, visto che la Conferenza dei Servizi con gi Enti interessati si è tenuta il 6 settembre 2023. Posso anche immaginare che non comprendessero l’impatto dell’impianto e non volessero problemi fino all’ultimo istante, visto quello che sta succedendo a Sassoferrato, ma non serviva questo comportamento perché, ribadisco, la richiesta in questo momento è in linea con le normative attuali a meno di presenza di vincoli codificati. Sono le modalità non condivise con i cittadini e la politica rappresentata dal Consiglio Comunale che lascia esterrefatti. Rammento, per chiarezza, che alla data del 6 settembre 2023 l’Amministrazione era a perfetta conoscenza della necessità degli espropri anche perché la ditta, come è evidenziato nel verbale della conferenza servizi, si era lamentata delle difficoltà ad avere i nomi delle persone interessate dagli espropri avendo il Comune sollevato problemi di privacy. E Il dirigente comunale si è impegnato a fornirlo tramite l’ufficio tributi del Comune di Fabriano (così è riportato nel verbale a pagina 6 dalla Responsabile del Procedimento).
Ma ritorniamo alla farsa dell’ALBO PRETORIO. Per curiosità, solo per quella, visto che gli effetti oramai erano noti a tutti ho cercato sull’albo pretorio il documento enunciato dal sindaco (e che secondo il sindaco avremmo dovuto conoscere come da sua “lezioncina” ad Argignano, su come si fa il Consigliere Comunale affermando di fatto che la responsabilità di non essere informati era degli stessi, perché tutti i giorni dovrebbero leggere l’albo pretorio e che l’amministrazione era stata trasparente). Vado quindi sul sito del Comune all’albo pretorio, il bello è che questo famoso atto non era disponibile. Pensando di non essere capace, chiedo in giro. Ebbene un amico, che molto probabilmente ha tanto tempo di “sfrugugliare” ogni giorno all’albo pretorio, mi invia uno screen (vedi foto), con il punto in questione, che si sarebbe screenshottato il 15 dicembre e quindi ne riporto il testo:
PUBBLICAZIONE ALL’ALBO PRETORIO COMUNALE AI SENSI DELLA LEGGE 28 GIUGNO 2009N 69 8 ART32 AVVIO PROCEDIMENTO DI AUTORIZZAZIONE UNICA EX ARTT.12 DEL DGLS 387/2003; 7 E 8 DELLA 241/1990 NONCHE 8.SS12.SS, 22 BIS DPR 327/2001, 52BIS.SS DPR 327/2007/2001, ART.4LR 19/88 E SMI.N°2023/1885 decorrenza del tempo di pubblicazione dal 30/11/2023 al 30/12/2023.
Veramente il Sindaco pensa che portiamo tutti l’anello al naso. Sfido chiunque a capire di cosa si trattasse. Solo l’arrivo delle lettere ha reso pubblica la situazione. La trasparenza, la partecipazione e l’informazione sono un’altra cosa. Quindi non diciamo sciocchezze come giustificazioni. La verità è che si è gestita la situazione tenendo tutto chiuso nei cassetti, per paura di eventuali contestazioni. Chi amministra deve affrontate le vicende con modalità trasparenti, senza necessità di essere omertosi, perché la richiesta come già affermato è nella legittimità delle attuali normative. Poi uno può essere non favorevole per una serie di ragioni, ma questo è un altro discorso, allora ci si mette in contraddittorio e si ricercano “soluzioni di vicendevoli convenienze” per la collettività e l’impresa.
Il sindaco mi chiama in causa sui “poteri forti” cittadini
Visto che mi si chiama in causa riguardo ai cosiddetti ‘poteri forti’, personalmente non ho mai avuto problemi con i poteri forti. Per me ci sono due modi per interfacciarsi con questi, se li vogliamo definire così. Il primo guardandoli “nelle palle degli occhi”, ovvero a schiena dritta, oppure in posizione prona. La mia storia è chiara a tutta Fabriano, ho sempre guardato tutti nelle palle degli occhi, a volte anche in maniera, per i più, sgradevole, tutelando sempre in primis gli interessi della collettività. Quando sono stato eletto per ben due volte Sindaco, tutti sapevano dove lavoravo, come lo ribadii chiaramente in Consiglio Comunale durante un intervento, sempre riguardante i cosiddetti “poteri forti”. Rammentando a tutti che io avevo lavorativamente un regolare contratto di lavoro come dipendente, mentre per molti di loro era opportuno che andassero a rileggere un mio articolo “sul conflitto d’interesse latente”, apparso anni prima su L’Azione come pure in molte “veline parlamentari” dell’epoca. Pertanto, il riferimento su di me dei “poteri forti” mi fa sorridere, soprattutto in una città dove ci conosciamo tutti, come disse un giorno un noto sacerdote fabrianese! E, soprattutto, io sono stato sempre contrario in politica ad un motto tutto italiano, come “socializziamo le perdite e privatizziamo i guadagni”.
Il sindaco mi chiama in causa sul PRG
Continuo invece a sentire tante sciocchezze, e non lo dico per arroganza ma con dati di fatto, riguardo il riferimento al PRG (Piano Regolatore Generale) passando da chi mi accusa di averlo fatto, a chi mi dice addirittura, che le Aree Vaste per la Quadrilatero le avevo indicate per fare un favore agli amici (certo è un modo curioso, assoggettare proprietà private ad esproprio per interesse pubblico per favorire i proprietari). Aveva proprio ragione la compagnia teatrale fabrianese con la messa in scena “se devi dire una bugia, dilla grossa “. Sfido chiunque ad aver letto il documento programmatorio al PRG del 1983 con Antonio Merloni Sindaco, evitiamo allora tante leggende urbane. Dopo la sua approvazione in C.C. il PRG, per tutta una serie di vicissitudini e tagli, venne approvato dalla Regione, entrando in vigore nell’agosto 1990, con Sindaco Antonio Merloni. Secondo me strumento ancora attuale e in buona parte funzionale, anche perché con i famosi piani di recupero post terremoto 1997 sono state introdotte alcune integrazioni. La verità è che la modellazione urbanistica è incompleta, a causa di alcune infrastrutture viarie previste ma ancora mai realizzate per problemi economici. E comunque la sua eventuale modernizzazione urbanistica è già stata lasciata in “eredità” con il DOST 2012 approvato dal C.C. Documento Strutturale che analizza e circoscrive gli AMBITI DI RIGENERAZIONE URBANA e non aggiungo altro.
Problema diverso sono le AREE INDUSTRIALI, che sono distribuite a macchia di leopardo nel territorio, rispecchiando la filosofia dell’epoca del PRG. Distribuzione fortemente voluta dai cittadini delle frazioni che, diciamo le cose come stanno, nel 1983-84 andavano a “bussare con i piedi” alla politica per avere quelle aree industriali. Penso che sia più opportuno prima di parlare studiare un po’. Visto che mi si ricorda che ho svolto due mandati, ricordo a tutti che nei miei due mandati sono stato impegnato in un “piccolissimo problema”, come la ricostruzione post sisma di Fabriano. Qualcuno se lo faccia spiegare, da qualche suo sponsor, o consigliere, che cosa vuol dire un tale impegno. Si faccia spiegare anche quante assemblee pubbliche sono state effettuate per condividere i problemi e le difficoltà e il tutto con molta trasparenza.
Ma guardiamo a 360° il PRG e le aree industriali. Con l’entrata in vigore della norma di legge che ha stabilito che tutte le aree che cambiano il loro stato al momento dell’approvazione del PRG, sono automaticamente assoggettate a tassazione ICI, oggi IMU. Al cittadino, diciamolo, non piace dover pagare e protesta come è naturale. Ma questo è anche un problema economico – finanziario per il Comune. Bisogna fare chiarezza su questo tema. Negli ultimi anni, con l’arrivo della crisi economica, la tassazione prevista sulle aree industriali è fortemente diminuita, per essere più aderente alla nuova situazione economica.
Nel 2010 un’area industriale, secondo la commissione esterna nominata appositamente, valeva 1,12 euro mq, nel 2012 divenne 0,65 euro mq e nel 2019 0,30 euro mq. Quindi una riduzione ad oggi di oltre il 70%. Ma ricordiamoci sempre che nell’interesse generale MINORI ENTRATE per il Comune, generano MINORI RISORSE PER I SERVIZI DESTINATI ALLA COLLETTIVITÀ. Questa è una scelta politica, tanto è vero che con i miei colleghi di opposizione abbiamo presentato un ODG sulle aree industriali che ha due obiettivi:
1)Trasferire, se i cittadini sono d’accordo, le cubature industriali a macchia di leopardo delle frazioni a ridosso delle principali arterie viarie, modello zona industriale Piaggia D’Olmo per capirci, in modo trasparente e condiviso. E non come è recentemente successo con un accordo tra privati dove l’amministrazione è stata a guardare.
2)Individuare altre aree, coerenti con i dettati del PRG – DOST, su indicazione dei singoli proprietari per mantenere gli standard urbanistici e quindi garantire il gettito finanziario per il Comune per non tagliare servizi.
Cosa può fare quindi un Sindaco nella vicenda delle FER (fonti energetiche rinnovabili)?
Come ho anche detto al nuovo comitato presente in piazza sabato scorso, a me non piace prendere in giro i cittadini, anche se a volte sembro antipatico. Ho già scritto a lungo nel mio profilo social, quello che penso e le condizioni con cui dobbiamo confrontarci a livello nazionale ed europeo, essendo una nazione che per scelta non ha mai voluto approcciare al nucleare, pertanto, oggi nei nuovi scenari ne paghiamo le conseguenze. Il governo italiano (dal 2021 ad oggi, quindi tutti i partiti e le organizzazioni sindacali datoriali tutte, dall’industria alla terra) ha deciso di incentivare fortemente le FER con degli obiettivi stabiliti annualmente fino al 2030, per tutte le Regioni, per rispondere alle direttive Europee in materia di salvaguardia dell’ambiente e della sovranità energetica europea. In applicazione di tutte le norme variate nel corso di questi ultimi anni, il Governo e le Regioni, avrebbero dovuto riparametrare le aree idonee, le non idonee e quelle di accelerazione per l’insediamento delle FER. Dal 2022 è ancora in corso la Conferenza Stato-Regioni, indecisione che sta generando ovunque un gran casino. Tanto è vero, che la nuova governatrice della Sardegna Alessandra Todde, ad esempio, dopo aver partecipato come vice- ministro, in ben due governi, a queste discussioni, appena eletta ha subito richiesto una moratoria per l’eolico in Sardegna, avendo capito in campagna elettorale quello che significava “mettere a terra” le decisioni a cui aveva preso parte come membro del governo, nell’interesse della Nazione.
Devo ammettere che ho sorriso sulla proposta di una legge di iniziativa popolare sulle rinnovabili, da parte del Sindaco di Fabriano. Proposta che richiederà tempi biblici, quando invece la conferenza Stato- Regioni è in corso adesso! Ed è anche in fortissimo ritardo per normare in modo intelligente le ZONE IDONEE e NON IDONEE e DI ACCELERAZIONE per l’implementazione delle FER. Mentre gli obbiettivi da raggiungere sono da tempo calendarizzati ed è quindi in corso “l’assalto alla diligenza”.
Invece ritengo molto più opportuno riprendere il concetto di sussidiarietà e solidarietà tra Regioni e territori confinanti, esempio Marche e Umbria, i comuni dell’appennino, ecc. per trovare soluzioni condivise, in modo che velocemente “si mettano a terra soluzioni condivise”. E se le nostre zone appenniniche, già in sofferenza per lo spopolamento e la crisi economica, sono costrette a fare ulteriori sacrifici, non possono essere compensate con un ridicolo 3% ma con un’attenzione da parte dello Stato e della Regione verso i servizi a tutela del territorio e della popolazione. Questo a mio modo di vedere è come andrebbe affrontato seriamente il problema nell’interesse complessivo, anche se capisco chi protesta, ma aggiungo che anche io in questo periodo sono assoggettato a esproprio per un interesse generale, la costruzione della linea ferroviaria Ancona -Roma, come lo sono stato anche in passato per la costruzione della SS 76 da parte della Quadrilatero.
Roberto Sorci
(Nella foto: Screenshot tratto dall’albo pretorio del Comune di Fabriano)