Mario D’Alesio: Valorizzazione del territorio con nuovi progetti per il 2024

Non ha bisogno di presentazioni Mario D’Alesio, direttore del Relais Marchese del Grillo di Fabriano, la cui vocazione all’accoglienza ha condotto la sua struttura ad essere annoverata nelle principali guide turistiche ed enogastronomiche italiane. Ho raggiunto Mario per un confronto sulla situazione del turismo nel territorio e per scoprire la sua visione futura per un possibile sviluppo per Fabriano su questa direzione, attraverso nuove progettualità ed iniziative.

Mario, da anni stai valorizzando le eccellenze enogastronomiche del territorio montano. Soffriamo ancora la competizione con la costa o l’entroterra ha i suoi assi nella manica?

Noi siamo complementari alla costa, abbiamo le nostre peculiarità e per questo ci distinguiamo, anzi, direi che l’uno rinforzi l’altro. Anche gli ultimi anni turistici testimoniano che l’entroterra ha diversi assi nella manica e che, a fronte di crescenti presenze turistiche, anche l’interesse e l’apprezzamento per i prodotti enogastronomici di eccellenza cresce di pari passo. Ma si deve puntare esclusivamente su prodotti di qualità. Se vogliamo collegare i prodotti al territorio direi che l’entroterra ha qualche leva in più: maggiore senso di appartenenza al territorio, schiettezza e genuinità. Mettiamoci anche che l’esperienza di andare a trovare un norcino, un apicoltore o una cantina nel nostro territorio è ancora un’esperienza vera, non di facciata e spesso proprio a contatto col produttore. Glielo vogliamo dare un valore?

In particolare su quali tipicità ritieni che sia opportuno puntare, oltre ovviamente al salame di Fabriano?

La nostra zona è ricca di prodotti su cui puntare, che magari noi diamo per scontati o che non apprezziamo semplicemente perché sono ormai nella “nostra” normalità. Il territorio montano, che sarà ancora più compattato dalle nuove strade, ha tante eccellenze. Oltre al salame di Fabriano, che può fare da apripista con al seguito tutti gli altri prodotti della norcineria, è sicuramente protagonista anche il Verdicchio di Matelica, che è sempre più al centro della critica di settore, della richiesta e dei consumi e già genera un turismo definito e fedele. In argomento vino vorrei citare lo spumante Made in Fabriano col Metodo Scacchi, una intuizione del medico fabrianese che sta ritrovando nuovo smalto: non dobbiamo esserne scettici, ma orgogliosi, è una storia bellissima da raccontare, testimonianza vera del territorio.  Fabriano vanta dei produttori di eccellenza di miele che portano la nostra città in tutto il mondo. Vedo arrivare produttori di pasta, sempre più cavatori locali di tartufo… insomma di elementi di cui gioire non mancano, magari sta a noi metterli in rete ed esserne i primi fieri promotori.

Per tanto tempo si è parlato di un riconoscimento DOP proprio per il nostro re della tavola, il salame. Ritieni si sia persa un’occasione, anche in vista degli sviluppi che questo riconoscimento avrebbe potuto generare?

Col senno di poi è difficile dare un giudizio oggettivo, non dico che si è persa un’occasione ma riordinando il Consorzio secondo me è un tentativo da fare, sicuramente. Poi, ripeto, avere un’eccellenza tutelata, salvaguardata e promossa da un ente europeo preposto non sarebbe male, aprirebbe la possibilità a mille scenari che il prodotto si merita sicuramente. Ricordo anni fa si parlava anche di chiamare “Riserva” il salame di Fabriano vero e puro, senza compromessi, per poi lasciare spazio a tutto il resto della produzione, la nostra tradizione norcina ha grande spessore, con diversi prodotti.

Molti tuoi colleghi lamentano delle difficoltà nel trovare personale qualificato ma anche volenteroso di imparare, soprattutto tra i giovani. Vale anche per la tua struttura?

Il nostro settore ha sempre avuto problemi cronici per il personale, dopo il Covid la percezione del lavoro e la considerazione del sacrificio sono cambiate. Io sono super contento del nostro gruppo di lavoro costruito in tanti anni, ma è evidente che in tutti i colloqui che abitualmente svolgo, nei ragazzi e nelle ragazze è cambiata la scala dei valori e quindi bisogna trovare la leva giusta per stimolarli e motivarli. Ma bisogna ammettere che il nostro è un settore che richiede predisposizioni particolari; ad esempio, lavorare in cucina o in sala necessita anche di caratteristiche personali che vanno ben oltre il saper fare. E non è solo questione di sabato e domenica lavorativi. Ormai anche i supermercati e la grande distribuzione vedono concentrato nei giorni di festa l’afflusso maggiore. Direi anche qui, questione culturale e di volontà. Tutti i lavori hanno lati positivi e negativi, legati ad orari e concentrazione di stress, ma il nostro è il lavoro più bello del mondo!

Parliamo dell’Associazione Marchese Onofrio del Grillo, che risposta state ricevendo come partecipazione alle attività proposte dall’associazione?

L’Associazione è nata per riscoprire l’illustre concittadino e ridare slancio al nostro territorio. Sin da subito l’impronta è stata quella dello studio e della ricerca. Attraverso i documenti, il gruppo di lavoro è riuscito a recuperare la storia del Marchese Onofrio del Grillo, in cui emergono molte opere caritatevoli e culturali per la sua città, Fabriano. Non mancano, come ben noto, aneddoti scherzosi e burloni. L’interesse verso questo personaggio è molto alto e in tanti si stanno interessando a ciò che l’Associazione propone. La soddisfazione più grande è vedere lo stupore di persone di tutta Italia (fabrianesi compresi!) quando scoprono che “il Marchese del Grillo è realmente esistito ed è non di Roma, ma di Fabriano”. Questo comporta una importante partecipazione alle attività proposte e un interesse a visitare Fabriano. L’obiettivo dell’Associazione, guidata dal presidente Fabio Bianchi, non è solo la riscoperta dell’uomo che si cela dietro il personaggio ma è sia generare interesse nei confronti della città sia fare beneficenza alle realtà del territorio che, giorno dopo giorno, fanno del bene al prossimo. Chiaramente la popolarità del personaggio, grazie al film con Alberto Sordi, ha un valore straordinario.

Fabriano dovrebbe puntare sul turismo, si usa spesso la definizione di “turismo quale volano di sviluppo del territorio”. Secondo te abbiamo i requisiti in termini di accoglienza per poter concretizzare questa speranza?

Secondo me si fa un errore in partenza. È vero che il turismo potrebbe essere un volano per il territorio ma non dimentichiamo che la vocazione e la specializzazione manifatturiera del territorio è nel nostro DNA e, anche se c’è un mutamento socio-economico in corso, non possiamo ignorarlo. Il turismo secondo me è una grande possibilità che il territorio può offrire, perché è ricco di contenuti e questo è il punto fondamentale. Abbiamo delle risorse da sfruttare, ma per farlo dobbiamo cambiare l’approccio culturale… e chi può farlo meglio dei giovani? Io ci credo fermamente e ripongo molte speranze sulle nuove generazioni che hanno un punto di vista diverso, il mondo è improvvisamente piccolo, e hanno capacità di relazioni e comunicazione infinita e istantanea. Quindi che il turismo possa modificare in meglio il nostro scenario lo vedo possibile e auspicabile, grazie anche ai giovani; che invece diventi l’elemento portante della nostra economia francamente lo vedo più difficile ma dobbiamo vedere anche il bicchiere mezzo pieno: quante località hanno le nostre caratteristiche? Direi, facciamo un passo alla volta.

In quanto al numero di posti letto offerti dalle strutture in loco, credi sia difficile per ora ambire a grandi afflussi turistici? 

Secondo me una maggiore ricettività qualificata in città farà bene a tutti ed è necessaria anche per attrarre eventi e situazioni che possono davvero trovare nella città più importante dell’entroterra un riferimento stabile. Fabriano è stupenda e non credo sia adatta a flussi turistici giganteschi ma, dati gli spazi e le dimensioni, credo sia più adatta ad un turismo legato alla cultura, all’arte e alla natura, turismo non di numeri immensi ma di qualità e buona capacità di spesa.

Hai qualche idea o progetto per poter esaltare l’appetibilità del nostro territorio a potenziali visitatori?

Malgrado terremoti e Covid, non ci siamo mai fermati a pensare, a creare nuove situazioni o ad ampliare l’offerta dei nostri servizi. Nel 2024 avremo una grande novità per attrarre nuovi turisti, un’idea a cui lavoriamo da tempo! Stiamo per lanciare un nuovo progetto che collega benessere, natura e territorio, ma avrei piacere di parlarne più avanti.

Si avvicinano le festività natalizie, quali iniziative state organizzando per renderle speciali per i vostri ospiti?

Dicembre è pieno di iniziative e già abbiamo molte prenotazioni, sia in hotel sia al ristorante. Il primo evento sarà lunedì 4 dicembre dove, insieme all’associazione Marchese Onofrio del Grillo, abbiamo organizzato una serata di beneficenza, aperta a tutti, in favore della Casa Madonna della Rosa. Ospiti dell’evento saranno il comico Piero Massimo Macchini e Miss Marche 2023 Swami Morici. Il 5 e 6 dicembre saremo partner della doppia data cittadina della commedia musicale “Il Marchese Del Grillo” con Max Giusti, al Teatro Gentile. Il 25 dicembre il consueto pranzo di tradizione di Natale, giunto alla 32esima edizione. E poi, gran finale il 31 dicembre dove il menù è più creativo e la festa è assicurata, dal 2 gennaio qualche giorno di riposo!

Gigliola Marinelli

 

Nella foto: Mario D’Alesio con lo chef Marco Cappelletti