Diasen, gli architetti si scoprono artisti grazie al sughero: evento al Gonfalone

Fabriano – Metti 40 architetti davanti a una tela. Dai loro spatole, pennelli e tamponi e poi via alla fantasia. Parlare di arte ma con materiali per l’edilizia per sperimentare, tentare di raggiungere l’innovazione e, perché no, puntare alla sua futura industrializzazione. È l’idea alla base di “Mani di colore – Esperienze di creatività e di gioco decorativo”, l’iniziativa di venerdì pomeriggio all’Oratorio del Gonfalone per la quale la Diasen, azienda di Sassoferrato leader nella produzione di biomalte per l’edilizia sostenibile, organizzatrice dell’evento, ha convocato professionisti da tutta la regione arrivati a Fabriano per conoscere malte e pitture della bioedilizia, frutto della filiera del sughero, da toccare con mano nel vero senso della parola. Nome di punta dell’evento, Pietro Carlo Pellegrini, l’architetto toscano che ha firmato (tra le altre cose) il Museo del Fumetto di Lucca e il Memoriale di Garibaldi a Caprera. “L’intenzione era quella far provare ai professionisti questi materiali a base di sughero, sentirli e constatare che hanno caratteristiche straordinarie, adattabili a tanti tipi di costruzione. “Mani di colore” è una sperimentazione che può aprire un nuovo fronte anche dal punto di vista della sostenibilità, un tema oggi diventato il motivo principale della progettazione. Credo che nel mondo in cui ci troviamo sia un discorso di civiltà rispondere con questo tipo di progettazione da unire al buon costruire che abbiamo sempre avuto”. Un evento che ha avuto il patrocinio del Comune di Fabriano, Istituto Nazionale di Architettura Marche (InArch) e l’Ordine degli Architetti di Ancona. “L’idea – ha spiegato Diego Mingarelli, amministratore di Diasen – è nata proprio parlando con Pellegrini di come l’architettura dovesse misurarsi con la conoscenza del materiale. E così abbiamo deciso di organizzare questa iniziativa nella nostra Fabriano, circondati dall’arte e dalla bellezza, per far nascere un momento di creatività che pensasse al futuro. Chi è intervenuto ha avuto la possibilità di sperimentare i materiali, analizzare i colori delle Marche e del Mediterraneo”. Gli architetti hanno lavorato alle loro tele circondati dai quadri conservati nello storico edificio dedicato a Santa Maria Annunziata del Gonfalone. Al termine hanno raggiunto la bottega del maestro cartaio Sandro Tiberi per un’esperienza unica: la creazione di carta con sughero e cellulosa. “Attraverso i materiali – sottolineano dalla Diasen – si esprime l’anima del fare e la genialità di soluzioni che sanno alimentare incursioni innovative fatte di funzionalità, estro e bellezza”. Per Michele Schiavoni, membro del direttivo InArch,Marche “una giornata molto interessante perché spesso gli architetti si trovano a progettare per poi vedere realizzare da altri quanto immaginato. Una giornata molto piacevole in un posto stupendo dal punto di vista artistico, credo ci sia bisogno di queste iniziative per fare meglio il nostro lavoro e avere maggiore consapevolezza rispetto ai materiali da impiegare”.