Fabriano – Imprenditori messaggiano con i fornitori, era una truffa mail. Ammanco da 45mila euro
Fabriano – Proseguono per i Poliziotti del Commissariato di P.S. di Fabriano le indagini sulle cyber-truffe commesse ai danni di alcune aziende del posto che hanno subito un ammanco di oltre 45 mila euro. A seguito delle ultime denunce presentate all’Ufficio del locale Commissariato di P.S. dai titolari di alcune aziende del posto, gli Operatori di Polizia hanno dovuto riscontrare una triste verità (già emersa anche in precedenti indagini per truffa on-line): gli imprenditori hanno messaggiato per mesi con il “man in the middle” credendo, invece, di conversare con i propri fornitori. L’ultimo malcapitato, impegnato nel settore della lavorazione e commercializzazione di manufatti in legno, ha spiegato di aver proceduto – come è normale che sia nei rapporti commerciali tra acquirenti e fornitori – al pagamento della merce richiesta mediante bonifici bancari sugli iban indicati dal fornitore. Il pagamento andato a buon fine veniva peraltro confermato anche via mail dal beneficiario, presunto fornitore. Trascorsi alcuni giorni dalla data del pagamento, l’imprenditore veniva contattato telefonicamente dal fornitore coreano il quale lamentava ritardi nei pagamenti ovvero di non aver ricevuto alcun accredito malgrado la scadenza del termine pattuito.
Ecco la scoperta della truffa: quando il malcapitato ha spiegato al fornitore di aver già provveduto al pagamento seguendo le istruzioni dallo stesso indicate via mail, apprende, con il disconoscimento delle mail e dell’iban ivi indicato, di aver effettuato il pagamento a favore di uno sconosciuto truffatore captando abusivamente la corrispondenza elettronica con l’originario fornitore. Integralmente riproposto il copione della cyber- truffa “man in the middle”: l’operazione criminale viene messa a punto attraverso un’abusiva intromissione nella corrispondenza e-mail intercorsa tra due società legate da rapporti di natura commerciale che ordinariamente gestiscono anche mediante web-mail. Il truffatore, dopo essere riuscito ad accedere abusiva-mente alla casella di posta elettronica della vittima, avvia una paziente attività di osservazione delle mail scambiate tra venditore e cliente in attesa che il messaggio di posta elettronica, contenente il codice Iban su cui versare la somma, giunga nella casella di posta del cliente. In quello stesso momento, interviene per sostituirlo con il proprio codice IBAN; a questo punto, l’ignara vittima esegue il bonifico non sul conto corrente del venditore, ma su quello del truffatore. La Polizia di Fabriano, impegnata nelle indagini volte ad identificare gli autori del reato, invita tutti gli operatori economici e le persone impiegate negli acquisti on-line a prestare particolare attenzione a tutte quelle circostanze che possono essere sintomatiche di un possibile raggiro e ad accertarsi dell’effettiva titolarità del conto sul quale corrispondere le somme prima di procedere al pagamento. I sistemi facilmente penetrabili e che diventano i canali privilegiati per la realizzazione di cyber-truffe sono i sistemi di messaggistica telefonica e di web-mail; garantisce, invece, più elevati standard di sicurezza la corrispondenza via PEC.
La Polizia di Fabriano rivolge, in particolare, un appello alle aziende: fate attenzione alle richieste dei vostri partner commerciali, specie se stranieri, quando vi segnalano nuove modalità di pagamento; verificate accuratamente la legittimità e la provenienza della richiesta prima di procedere ai versamenti. Indagini in corso.
CS