IL LICEO STELLUTI DI FABRIANO SI CONFRONTA CON UNA REALTA’ EUROPEA

Fabriano – Grazie all’accreditamento Erasmus + ottenuto nel 2020 insegnanti e studenti del liceo Classico “Francesco Stelluti” di Fabriano stanno vivendo un momento di grande euforia ed entusiasmo per i progetti di mobilità attuati e da attuare. Ci sentiamo una scuola europea, connessa in un circuito che stiamo cercando di allargare coinvolgendo altre scuole straniere nei progetti che proponiamo. Ecco quindi che nel mese di maggio 2022 si è svolta un’attività di job-shadowing presso la scuola internazionale Wolfert di Rotterdam, a settembre 2022 venticinque studenti hanno preso parte al progetto di mobilità a breve termine presso la stessa scuola e altri 13 partiranno per Viry Chatillon ( Parigi) nel mese di febbraio 2023 con un progetto che riguarda lo sport come mezzo per l’inclusione e diritti umani. Abbiamo attuato anche un progetto a lungo termine di 5 mesi con un liceo di Nizza, inoltre un insegnantte ha preso parte ad un corso di aggiornamento in Finlandia e un altro docente partirà a maggio per la Norvegia. E’ in questo contesto che si inquadra il racconto di due studentesse che, con l’entusiasmo che caratterizza i giovani, hanno voluto raccontare la loro personale scoperta di questa città europea.

Fare esperienza di una realtà nuova: è questa l’opportunità che, attraverso il progetto Erasmus, il Liceo Classico Francesco Stelluti ha offerto agli studenti delle classi terze e quarte nell’anno scolastico 2021-2022. L’istituto ha deciso di impiegare i fondi ottenuti dall’Unione Europea per offrire a 25 studenti l’occasione di soggiornare all’estero usufruendo di borse di studio. Il progetto è stato ideato in modo tale da essere facilmente accessibile a tutti: per partecipare è stato sufficiente sostenere un colloquio motivazionale di fronte a una commissione di tre insegnanti, allo scopo di dare prova del proprio effettivo interesse. La selezione è stata eseguita anche sulla base dei meriti scolastici di noi studenti, assumendo come criterio di selezione la media scolastica di ognuno e altri indicatori riguardanti l’impegno e partecipazione attiva nella vita scolastica. La meta scelta per questa esperienza è stata la città di Rotterdam, in Olanda. Tutti abbiamo vissuto i giorni precedenti alla partenza con grande trepidazione ed entusiasmo, consapevoli che avremmo costruito insieme dei ricordi irremovibili dalla nostra memoria. Non eravamo tuttavia pienamente coscienti del potere di questo progetto, capace di farci crescere e maturare nel giro di appena quindici giorni.

Una volta arrivati in Olanda, abbiamo visto snodarsi dinanzi ai nostri occhi un ambiente completamente diverso da quello a cui eravamo abituati: ciò che colpisce maggiormente delle città olandesi è la grande simmetria degli edifici, in netto contrasto con il ben più vario profilo del paesaggio italiano. Abbiamo poi percorso in autobus il tragitto che ci separava dal Wolfert College, la scuola che avremmo dovuto frequentare nei giorni del nostro soggiorno studio. Lì erano pronte ad accoglierci le nostre famiglie ospitanti, alle quali ciascuno di noi, singolarmente o in coppia, è stato abbinato. In seguito, accompagnati dalle famiglie, abbiamo raggiunto quella che sarebbe stata la nostra nuova casa per i giorni a seguire. Le famiglie ci hanno dimostrato sin dal primo momento una grande disponibilità e una ancora più grande propensione a considerarci veri membri del loro nucleo familiare. Durante la settimana abbiamo seguito le lezioni in lingua inglese dei nostri fratelli ospitanti, mentre dopo scuola, nel pomeriggio, abbiamo potuto visitare i luoghi simbolo di Rotterdam e alcune località limitrofe.

Nei weekend invece, le nostre insegnanti accompagnatrici, Lara Grisanti ed Eleonora Loretelli, hanno organizzato delle uscite per permetterci di conoscere meglio la realtà olandese: siamo stati ad Amsterdam, L’Aia, dove ha sede il Parlamento dell’Olanda, e Giethoorn, famoso per il fatto di essere costruito interamente su una rete di canali. Mettersi in gioco: è questo che il progetto Erasmus richiede e in cambio restituisce emozioni uniche. Aderendo all’ Erasmus, si può lavorare su se stessi e scoprire la versione migliore di sé. Non solo si acquisisce consapevolezza della propria persona, ma anche del mondo in cui si vive: infatti, durante l’esperienza risulta inevitabile confrontare il Paese di partenza, l’Italia, con quello di arrivo, l’Olanda, e nel farlo ci si rende conto dei punti di debolezza e di forza di ciascuno. ù

Varie differenze tra i due Paesi sono parse evidenti già dai primi giorni dell’esperienza, tra cui la multietnicità: a Rotterdam, come nelle altre città olandesi, diverse etnie convivono e regalano al Paese l’unione di culture anche molto differenti tra loro, più di quanto questo avvenga in Italia. Ciò è riscontrabile anche semplicemente dalla presenza delle più disparate cucine: è possibile provare cibo cinese, giapponese, indiano, thailandese, italiano e ovviamente olandese anche in un unico grande mercato – come il Markthal di Rotterdam. Punto forte della città da noi visitata – come dell’intera Oland a- è sicuramente il trasporto pubblico, che consente spostamenti rapidi ed efficienti. Sono disponibili tram, bus, metro e treni a tutte le ore; il servizio è ottimo e noi studenti eravamo dotati di una tessera – fornitaci dalla scuola ospitante – che permetteva di pagare i tragitti, altrimenti i biglietti devono essere comprati con carte prepagate o di credito sempre sullo stesso mezzo. Per quanto concerne la lingua, l’inglese in Olanda viene imparato sin dai primi anni di vita, grazie anche a cartoni animati e film trasmessi sulla rete pubblica. La comunicazione quindi non è mai stata difficoltosa ed è stata invece resa ancora più semplice dalla cordialità degli abitanti. Le stesse famiglie ospitanti sono state un punto di supporto fondamentale ed hanno a volte provveduto in prima persona a visite della città e dei dintorni per gli studenti. Per quanto siamo stati catapultati in una realtà diversa da quella di ogni giorno, il clima che si respira in Olanda è prettamente europeo e quindi ci siamo sentiti sempre un po’ a casa. L’esperienza è stata profondamente formativa, sia sul piano linguistico sia su quello della formazione personale. È doveroso perciò ringraziare in primis la nostra scuola, il Liceo Classico Francesco Stelluti di Fabriano, e tutti i professori che si sono impegnati per rendere il viaggio così speciale ed unico, tra cui soprattutto le accompagnatrici prof.ssa Lara Grisanti, prof.ssa Eleonora Loretelli e l’organizzatrice prof.ssa Renata Scortichini.

Maria Elena Bosini 4A
Caterina Francavilla 4A