Raddoppio ferroviario, il sindaco di Serra San Quirico: “Serve una variante”

Serra San Quirico – Quarantacinque giorni di tempo, da oggi, per approfondire, in sede di Dibattito pubblico, il progetto di raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara. Ad alzare la voce sono i residenti dell’entroterra, zona Genga e Serra San Quirico, interessati dai lavori del lotto 2, il primo di tre, che dovrebbe partire entro l’anno prossimo per concludersi nel 2026. La conclusione di tutta l’opera è prevista nel 2035. Nei giorni scorsi a Serra San Quirico c’è stata un’assemblea pubblica al quale hanno partecipato un centinaio di residenti, il sindaco, Tommaso Borri e il comitato che si sta battendo per far approvare una variante al progetto. “Siamo contrari, nel modo più assoluto, al progetto di raddoppio, così come è stato fatto. Non capiamo perché illogicamente si parta con il tratto di appena 6 km nel lotto 2 e non il primo. L’alta velocità – dice il sindaco Borri – non può avere due strozzature, lungo la linea, una a Castelplanio e una ad Albacina”. Il primo cittadino evidenzia che il progetto redatto “è inutile” perché riprende uno vecchio che è stato “rispolverato” e perché “stravolgerebbe l’ambiente e Serra San Quirico Stazione, la zona più popolosa del Comune, con più di 1.300 abitanti”. Per questo è stata predisposta una variante che, in caso di accoglimento, salverebbe l’area. Nella zona c’è paura che una volta completato il lotto 2, con crisi e altri fattori esterni, non si arrivi al completamento dell’opera. La ferita dell’odissea della SS 76, in questi lunghissimi anni, ha lasciato il segno. Intanto il progetto di RFI continua a far parlare. Il coordinatore del Dibattito pubblico, recentemente nominato, ha avuto tempo fino a ieri di studiare le carte. Da oggi iniziano i 45 giorni di dibattito e sopralluoghi. L’obiettivo è far approvare la variante al progetto originario.

“Il progetto è stato preparato nel 2003 con dati, prospettive e proiezioni demografiche, economiche, sociali e di traffico della fine del secolo scorso. Le assunzioni sulle quali si basa non considerano il quadro normativo nazionale ed europeo sull’ambiente, sulla biodiversità e sugli ecosistemi. Provoca gravi danni sulle attività economiche, la qualità della vita, l’ambiente, la fauna e la flora e le risorse del sottosuolo” la presa di posizione del Comitato della Gola della Rossa. E’ parte di un “Global Project” da un miliardo di euro. RFI ha previsto una serie di viadotti e gallerie che attraversano la Gola della Rossa e la Valle dell’Esino. Situazione delicata anche a Genga Stazione. La linea passerà in mezzo all’area commerciale, non lasciando spazio alle attività economiche. Nel corso dei lunghi lavori, infatti, le bancarelle saranno costrette a spostarsi con tutte le spese e le criticità lavorative che ne susseguono. Il comitato definisce il progetto “un’architettura da megalopoli” e metterà in piedi iniziative per arrivare a far approvare una variante.

Marco Antonini