Pullini (Fiom) :”Elica, riprende la mobilitazione nelle fabbriche del Cooking”

di Pierpaolo Pullini, Segreteria FIOM Ancona

Venire a conoscenza che ci sono grandi imprese che, individualmente od in
partenership, hanno deciso di puntare sul territorio di Fabriano è una notizia che
accogliamo positivamente ma quello che veramente rimane difficile capire è questo
grande ed esclusivo interesse alle 60 persone che lavorano in Elica, quando su Fabriano
ci sono oltre 4000 disoccupati; rimane difficile capire come mai con tutti gli impianti
vuoti e fermi che ci sono sul territorio, l’unico sito che viene preso in considerazione è
proprio quello di Cerreto; tralasciamo, per il momento, le inusuali modalità di
comunicazione, di cui però bisognerà tornare a discutere nelle sedi deputate.
Da notizie reperite in rete, sembrerebbe inoltre che lo stesso Presidente di Elica ricopra
un incarico ( indipendente ) proprio in quell’azienda che sarebbe interessata a rilevare lo
stabilimento di Cerreto d’Esi: se fosse vero sarebbe una strana coincidenza che si
verifica all’interno di una vertenza veramente insolita, in cui ogni azione fatta da Elica
ha generato tensioni sociali.
Esiste un tavolo di trattativa che riprenderà la prossima settimana in sede locale per poi
spostarsi nuovamente al MISE in cui si è convenuto di trovare le soluzioni per
mantenere e riportare le produzioni in Italia e garantire il lavoro a tutte le persone oggi
occupate in Elica, anche in prospettiva futura.
Nelle fabbriche italiane del Cooking oggi riprende la produzione dopo la chiusura estiva
e riprendono anche gli scioperi perché, a parte le belle parole del management
aziendale, non si vede ancora una reale intenzione di Elica di modificare il proprio
piano in maniera strutturale.
Ancora una volta le lavoratrici ed i lavoratori sono costrette/i a mobilitarsi perché nella
grande lotta che va avanti da ormai da mesi c’è la volontà di difendere il futuro sul
territorio di Elica, che dovrebbe occuparsi di spostare il lavoro dalla Polonia all’Italia
per far lavorare tutti, anziché preoccuparsi di come spostare qualche decina di persona
sotto un altro datore di lavoro.