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Diletta Brandi, una fabrianese nella terra dei canguri

Il grande continente australiano è una terra ricca di risorse con tante possibilità di crescita professionale per i tanti giovani che vi arrivano da tutto il mondo. In Australia vivono circa venticinque milioni di persone in un territorio 25 volte quello italiano. Questa che presentiamo è la emozionante storia di una giovane fabrianese, Diletta Brandi, che nel 2014 decide di dare una svolta alla sua vita.

Diletta ci racconta: “Ho frequentato l’Istituto d’Arte Mannucci di Fabriano, ma appena diplomata mi sono accorta che quella non sarebbe stata la mia strada. Così, a 29 anni, ho lasciato la mia casa in affitto, venduto la macchina, regalato mobili ed elettrodomestici ed ho comprato un biglietto per l’Australia con il mio compagno. Non vorrei dire che me ne sono andata per disperazione ma la mia emigrazione è stata una scelta non facile, dove correvo dietro a contratti lavorativi precari che mi facevano arrivare giusta a fine mese. Ho lavorato come barista e un breve periodo come pizzaiola in una catena di fast food. Inizialmente l’Australia era per noi un’avventura dato che non conoscevamo neanche una parola di Inglese e i primi due anni sono stati di gavetta…e che gavetta! Ho avuto l’opportunità di viaggiare tutta l’Australia, partita da Brisbane, Sydney, Melbourne, Adelaide per poi attraversare tutto il deserto risalendo fino a Darwin (tutto con una Toyota Camry del ’90) a Darwin siamo rimasti per un anno, ed è proprio lì che ho iniziato a lavorare in cucina, così abbiamo deciso di tornate a Brisbane e iniziare la scuola (avevo più scelta essendo una città più grande). In questo periodo in giro per l’Australia ho fatto i lavori più disparati e disperati, tra i campi del deserto australiano a raccogliere cocomeri, mandarini e anche rocce a mano nella terra arida per poter far crescere il grano, ho piantato interi boschi nel nord dell’Australia dove purtroppo ci sono incendi ogni anno, sotto il sole cocente, ho lavorato in una fabbrica di mattoni e per ultimo la lavapiatti in un ristorante… ed è proprio questa esperienza che mi ha aperto un mondo, il piacere della ristorazione che avevo solo assaggiato in piccola parte in Italia! Così ho deciso di tornare a studiare ed ho conseguito un Certificate IV in commercial cookery e poi un diploma ed un Advance diploma in hospitality and management alla Queensland Academy of technology di Brisbane. Questo mi ha permesso comunque di poter studiare una cucina internazionale, imparando la cucina asiatica, francese, inglese e tanti piatti tipici di tutto il mondo come quelli australiani, incluso carne di canguro e coccodrillo. Bisogna dire che le scuole Australiane ti aiutano nell’inserimento al lavoro e ti permettono comunque di lavorare durante gli studi. Terminati gli studi sono diventata chef e subito assunta all’Hilton hotel tramite la scuola, per poi passare alla cucina italo/Inglese di Jamie Oliver”.

Dopo sei anni vissuti nella terra dei canguri, Diletta ci spiega il suo rientro in Europa, a marzo 2020: “l’Australia rimarrà sempre nel mio cuore, mi ha dato la possibilità di reinventarmi a più di 30 anni. Questo grande Paese offre molte opportunità e la meritocrazia è un processo consolidato e culturalmente radicato e accettato, dove il datore di lavoro alla fine di ogni giornata ti stringe la mano e ti ringrazia per il lavoro svolto e la commessa del negozio dove non sei mai stato ti chiede come sia andata la tua giornata, ma allo stesso tempo ti fa sentire veramente lontano dai tuoi affetti (ma mai dire mai è il mio motto, quindi magari un giorno tornerò nella famosa terra dei canguri). Oggi ci troviamo a Londra e sono diventata chef di Raymond Blanc (chef 2 stelle michelin) di cucina francese, dove, essendo un paese Commonwealth mi sono stati riconosciuti gli studi. Spero che dopo la pandemia (che in Inghilterra è stata molto dura, soprattutto per l’hospitality) potrò continuare con la mia carriera. Il mio prossimo progetto è quello di continuare i miei studi a “Le Cordon Blue” di Londra per potermi specializzare nella pasticceria, cosa che adoro. Non credevo che un solo biglietto aereo mi avrebbe portato così tanto dalla vita, e da tutta quella insicurezza ne è uscito fuori che tutto è possibile, così oggi, ogni volta che si tratta di nuove avventure sono sempre in prima linea, convinta che chiusa una porta, si apre sempre un portone”.

Sandro Tiberi