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ELICA, “FERMARE IL PROCESSO DI DELOCALIZZAZIONE”

Fabriano – Domani, 8 aprile, summit in regione con il governatore Acquaroli, l’assessore regionale Aguzzi, i sindacti e l’azienda. Sul tavolo il piano di riorganizzazione 2021-2023 che prevede 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. Il presidio dei lavoratori, intanto, va avanti e non si escludono nuove forme di mobilitazione. Il punto dopo le assemblee degli operai e le reazioni del giorno, in primis la presa di posizione dell’assessore regionale Giorgia Latini.

Assemblee stabilimenti Cerreto d’Esi e Mergo

Le assemblee degli stabilimenti Cerreto d’Esi e Mergo, ritengono inaccettabile il piano di licenziamenti programmato da Elica in nome della competitività dell’azienda. Anni di sacrifici e dedizione vengono così cancellati dalle scelte di manager che niente hanno a che fare con la nostra storia. Le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori di Elica danno mandato al Coordinamento sindacale (RSU e Segreterie FIM FIOM UILM ), unico titolare della contrattazione in nostro conto, di mettere in campo tutte le azioni necessarie per fermare questo processo di delocalizzazione e di scempio industriale, affinché il lavoro attuale e futuro resti sul territorio e si continui a produrre negli stabilimenti di mergo e Cerreto d’Esi. Le assemblee chiedono con forza alle istituzioni a tutti i livelli una presa di posizione forte, univoca e compatta contro la scelta di Elica di abbandonare il territorio e di tradire la sua storia ed i suoi valori. Le lavoratrici ed i lavoratori di Elica hanno già deciso che si opporranno in tutti i modi a questa strategia esclusivamente finanziaria per la difesa del proprio futuro, delle prossime generazioni di tutto il comprensorio. Documento approvato all’unanimità.

Lega

Lega Fabriano al fianco dei lavoratori Elica. La delocalizzazione prevista dal piano industriale è caduta come un fulmine a ciel sereno con tutta la forza di centinaia di esuberi e di ricadute su terzisti e piccole imprese rendendo amara la Pasqua di un territorio già provato da crisi dell’industria degli elettrodomestici e terremoto. “Grazie all’intervento tempestivo della Lega, Elica chiarirà alla Regione le motivazioni che hanno portato a pianificare questa riorganizzazione – spiegano il commissario della Lega provinciale e assessore regionale Giorgia Latini, la consigliera regionale Chiara Biondi ed il coordinatore cittadino Fabio Bernacconi – La Giunta potrà così intraprendere azioni concrete volte a evitare gli effetti devastanti che questa delocalizzazione potrebbe avere sul territorio fabrianese, già compromesso gravemente sul piano economico”. Il territorio fabrianese, e più in generale quello marchigiano, ha pagato infatti un prezzo molto alto a politiche fiscali comunitarie miopi che hanno portato ad alimentare la disparità tra i paesi dell’UE. “La storia della Lega testimonia come da sempre sosteniamo i lavoratori difendendone i diritti; anche stavolta siamo pronti a tutelare posti di lavoro supportati anche dal nostro vicesegretario nazionale Giancarlo Giorgetti che guida il Ministero dello Sviluppo Economico – aggiunge l’assessore Latini. – La Lega al governo continua a lavorare per riportare al centro delle politiche economiche nazionali il valore del prodotto made in Italy ed una nuova fiscalità che salvaguardi aziende e lavoratori per restituire competitività alla nostra economia e benessere alle famiglie e ai territori”. Famiglie come quelle che la consigliera Biondi ha incontrato proprio in occasione del presidio pasquale organizzato dai lavoratori Elica nello stabilimento di Mergo. “La preoccupazione angosciata dei lavoratori è il motore che ci spinge a sollecitare ogni possibile intervento per fronteggiare questa difficile situazione – conclude Biondi – Con l’assessore Latini e il coordinatore Bernacconi la Lega si è subito attivata in ogni ambito perché le famiglie dei lavoratori non si aggiungano alle tante che già soffrono una crisi senza precedenti di cui quella industriale è solo la punta dell’iceberg”.

Giovani Democratici Marche

Il caso Elica, ultimo di una lunga serie, non può rimanere impunito. Sono anni che casi di delocalizzazione danneggiano il tessuto socio-economico dell’area montana, e della nostra Regione tutta. Bisogna smettere, e se necessario impedire, di giocare con la vita di centinaia di persone e le loro famiglie. Il lavoro, prima che avidità e guadagno personale, è dignità. Con operazioni di questo genere, essa viene totalmente privata. È immorale e inaccettabile che si prendano questo genere di decisioni senza pensare alle conseguenze, catastrofiche, che causerà a centinaia di vite umane. Come Giovani Democratici Marche crediamo in un lavoro che sia solidale, rispettoso e dignitoso. Crediamo che il tema del lavoro sia un tema trasversale e la sua tutela non ha età. Per tale motivo vogliamo chiedere a gran voce che si faccia giustizia. Che la politica, tutta, intervenga per fermare ed impedire questo scempio. Condanniamo fermamente questo tipo di azioni, meschine, figlie di un sistema perverso che permette di barattare del becero denaro in più con l’inestimabile valore delle vite umane. Il mondo del lavoro, e i diritti a lui annessi, versano in grave pericolo. Le tutele sono sempre minori e le condizioni spesso precarie e fragili. Tutto ciò viene amplificato dalla attuale pandemia in corso, cosa che ancor più rende questo gesto vigliacco e totalmente inopportuno. Questa è una mancanza di rispetto verso un territorio e verso lo Stato. Ma ancora di più, lo è verso la dignità di quelle 400 persone che rischiano di perdere il lavoro. Persone che ogni giorno si danno da fare per poter lavorare e vivere in maniera onesta, come la nostra Costituzione impone e garantisce. Auspichiamo pertanto una ferma presa di posizione dalle istituzioni di ogni livello. Soprattutto lo pretendiamo dal Governo con i tavoli di crisi costituiti al MISE e dalla Giunta regionale. Giunta che si professa protettrice e paladina degli italiani, ma che poi di fatto, ogni volta lascia che la loro dignità venga calpestata. Esprimiamo infine tutta la nostra vicinanza ai lavoratori e lavoratrici, alle loro famiglie e a tutte le persone coinvolte. Promettiamo loro la nostra vicinanza, la nostra solidarietà. Non siete soli in questa battaglia. Siamo pronti, se necessario, a lottare al vostro fianco. Confidiamo nell’operato dei Sindacati, con la speranza che questa situazione critica possa rientrare. E ci auguriamo che il dott. Casoli chiarisca, il prima possibile, la sua posizione. Non ci deve essere spazio per l’incertezza quando in ballo ci sono vite umane.

Cisl

“Noi pensiamo che delocalizzare in Polonia per abbattere il costo del lavoro sia, in realtà, una scorciatoia. Il costo del lavoro incide fra il 16 e il 30% e ci sono altri modi per ridurlo come, a esempio, puntare maggiormente sulla formazione dei lavoratori”. Così a Fabriano il segretario nazionale Fim Cisl Massimiliano Nobis, durante il tour promosso per illustrare i contenuti dell’ipotesi di accordo del contratto nazionale dei metalmeccanici, sulla vertenza Elica. “La zona del fabrianese si caratterizza per il made in italy che non è un’etichetta, – sottolinea Nobis ad Ansa – ma un saper fare riconosciuto in tutto il mondo e che va valorizzato e non delocalizzato. Fabriano è una terra che porta il nome dei Merloni ben impresso e che ha tenuto finché è stato valorizzato. Dobbiamo fare il possibile affinché si torni a farlo”. Con riferimento al ministero dello Sviluppo economico e al ministro Giancarlo Giorgetti, Nobis ricordato che i sindacati sono “in attesa di convocazione al Mise per Elica e per tutti i 61 tavoli di crisi aziendali aperti che coinvolgono il futuro di quasi 60mila lavoratori”.

m.a.