ELICA 2021-2023: “L’ABBANDONO DELLE PERSONE E DEL TERRITORIO COME UNICA STRATEGIA”

Cerreto d’Esi – Presidio continuo dei lavoratori Elica degli stabilimenti di Mergo e Cerreto D’Esi (Ancona) da oggi per protestare contro le decisioni nel Piano strategico 2021-2023 approntato dalla multinazionale di Fabriano, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti. Piano che prevede: 409 esuberi su 560 dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate attualmente nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. I lavoratori dicono “no” a queste misure e hanno deciso di organizzare un presidio che andrà avanti tutti i giorni nel rispetto delle regole anti covid, senza assembramenti e dalle 6 alle 21:45, in linea con il coprifuoco. C’è sconcerto e, per certi versi, stupore rispetto a quanto comunicato dall’azienda ieri ai rappresentanti dei sindacati di categoria di Fim-Fiom-Uilm. “Non siamo degli ingenui, ma non ci aspettavamo certo questi numeri”, la frase più ripetuta dai lavoratori di Elica presenti al presidio. C’è poca voglia di parlare ufficialmente, ci si deve ancora riprendere dallo choc. “Di certo siamo intimoriti, ma faremo il possibile per difendere il nostro posto di lavoro e far tornare Elica sui propri passi” assicurano. Sul posto anche il sindaco di Cerreto d’Esi, (foto) David Grillini e il vice sindaco, Michela Bellomaria.

Il sindaco di Cerreto d’Esi, David Grillini

“Apprendiamo con sconcerto la comunicazione del nuovo assetto organizzativo di Elica s.p.a. che prevede la delocalizzazione del 70% della produzione, la chiusura totale del sito di Cerreto d’Esi e di interi reparti a Mergo, con il contestuale esubero di 400 persone. Come amministrazione comunale, esprimiamo immediatamente netta contrarietà a questo piano aziendale. Vogliamo ricordare che lo stabilimento di Cerreto d’Esi occupa, attualmente, circa 100 persone. Esprimiamo la totale solidarietà a questi lavoratori e alle loro famiglie. Ci uniremo alla battaglia sindacale che scaturirà da questa decisione, che riteniamo totalmente dannosa per Cerreto e per tutta l’area montana. Consideriamo assolutamente inaccettabile che si continui a depauperare il tessuto produttivo cerretese, già duramente provato dalla crisi industriale dello scorso decennio. La nostra comunità tutt’ora ne sta pagando le conseguenze, fortemente accentuate dalla pandemia. Questa chiusura si potrebbe rivelare come un colpo fatale alla nostra comunità. A tal proposito chiediamo, con la massima urgenza, l’istituzione di un tavolo anti – crisi in Regione Marche, con il coinvolgimento della Regione, dell’azienda e delle sigle sindacali. Noi faremo la nostra parte per il bene della comunità”.

Pd

“E’ impensabile per l’area montana dover accettare una nuova crisi di questa portata. Tutte le istituzioni, da quella regionale a quella nazionale devono concorrere alla ricerca di soluzioni che salvaguardino i lavoratori e soluzioni a sostegno dei processi produttivi da mantenere in questo territorio; la delocalizzazione non è stata mai una soluzione reale ai problemi economici ma ricerca del profitto. È quindi con estrema preoccupazione che apprendiamo del piano prospettato da Elica che prevede 400 esuberi negli stabilimenti del nostro territorio. Esprimiamo la nostra totale e convinta solidarietà nei confronti dei lavoratori, lavoratrici e delle loro famiglie, è indispensabile trovare una soluzione. Di fronte ad un problema di questa portata la politica tutta ed i nostri rappresentanti parlino con una sola voce e si lavori per garantire occupazione e futuro anche ai cittadini delle aree interne. Noi come PD siamo pronti a fare la nostra parte.” Così, in una nota, Francesco Ducoli, segretario PD Fabriano. Oggi, intanto, i consiglieri regionali del Pd hanno protocollato una interrogazione in Regione “per conoscere quali siano le azioni che intendono intraprendere per sollecitare l’azienda a rivedere le proprie scelte e per salvaguardare i livelli occupazionali”.

Antonio Mastrovincenzo, Pd, dichiara: “Il Gruppo Elica ha comunicato alle organizzazioni sindacali la delocalizzazione in Polonia di buona parte delle produzioni fino ad oggi svolte negli stabilimenti marchigiani. Questa decisione comporterà un impatto occupazionale drammatico: 400 persone impegnate negli stabilimenti di Mergo e Cerreto d’Esi rischiano il loro posto di lavoro. Se questa gravissima scelta fosse confermata, produrrebbe effetti sociali pesantissimi in una realtà territoriale già gravemente compromessa. Mi auguro che l’azienda riveda le sue decisioni ed esprimo tutta la mia solidarietà ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali”.

La Fiom, il punto: “L’abbandono del territorio e delle persone come unica strategia”

“L’incontro di ieri con i vertici di Elica restituisce una reale immagine di come l’azienda si sia trasformata in un’evoluzione che sembra averne minato i principi ed i valori. Il disastro sociale ed industriale che è stato annunciato essere nei piani aziendali, con 409 esuberi, con la chiusura dello stabilimento di Cerreto d’Esi, di interi reparti produttivi di Mergo, è stato poi seguito da una comunicazione del CDA che riteniamo indegna del passato e della storia di Elica. Dichiarare di difendere il lavoro di Italia delocalizzando la produzione di oltre un milione di cappe è irrispettoso dell’intelligenza di chi legge, senza tener conto degli investimenti che verrebbero fatti in altri paesi: progettare in Italia sfruttando le competenze del territorio, produrre dove si paga poco la manodopera per aumentare gli utili è una strategia che ha vagamente l’aria di essere predatoria. In questi mesi mentre si annunciava un 2021 in linea con la produzione del 2020, anno in cui era tornata la saturazione produttiva dei plants italiani; invece abbiamo avuto la conferma ieri che venivano fatte firmate lettere di riservatezza a decine di persone per lavorare a questo progetto, e mentre si davano rassicurazioni alle O.O.S.S. e si facevano promesse alle persone, intanto veniva preparata la strategia dell’abbandono del territorio. E pensare che abbiamo sempre riconosciuto ad Elica la capacità di saper tenere relazioni industriali corrette, almeno negli anni precedenti. Lo sciopero spontaneo delle lavoratrici e dei lavoratori di Mergo, di Cerreto ed anche della Fime di Castelfidardo, dimostrano che per noi la vertenza sicuramente verrà portata avanti a livello di gruppo, perchè a differenza di quelle che sono la strategie aziendali, le persone si sentono ancora un’unica Elica: i presidi permanenti che sono stati convocati davanti alle fabbriche vogliono lanciare un messaggio chiaro e forte al management tutto ed al territorio, cioè che siamo pronti e determinati a difendere il lavoro, perché oltre un decennio di sacrifici non sia stato vano, perché prima degli interessi del manager e degli azionisti deve venire il rispetto delle persone, valore fondante e pilastro dell’azienda, anche in un’ottica di prospettiva, ragionando quindi anche su quello che si lascia alle future generazioni. Chiedere denaro pubblico per licenziare uomini e donne e per accompagnare processi di desertificazione industriale di un territorio già martoriato, è un altro affronto che abbiamo letto nella comunicazione ufficiale uscita dopo l’incontro; il Coordinamento valuta inaccettabile che si distribuiscano risorse a chi delocalizza e crea disoccupazione anziché adoperarsi per il futuro del Paese. Ci siamo trovati davanti un’azienda che è sempre stata considerata un modello, e che speriamo che non lo diventi davvero visto gli ultimi annunci, che oggi chiede sacrifici per mancanza di redditività ma che in questi anni ha distribuito milioni di euro solo come buone uscite agli Amministratori Delegati per aver portato avanti strategie che sembrano proprio essersi dimostrate fallimentari: l’incontro del 31 marzo si è aperto con una brevissima introduzione del nuovo A.D Giulio Cocci, che non si è neanche degnato di ascoltare quello che le Rappresentanze Sindacali avessero da dire, ma se ne è andato subito dopo aver detto che in Italia resteranno di Elica solo i cocci e poco altro, o pochi altri. Altro che Cuore e Testa! Elica 2021-2023: inizia la vertenza per il Lavoro, per le Persone, per il territorio”.

Marco Antonini