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“IL COMUNE È IL LEGITTIMO PROPRIETARIO DELL’ORATORIO DEI BEATI BECCHETTI”

di Roberto Sorci, ex sindaco di Fabriano

Nei giorni scorsi ho partecipato ad un incontro su piattaforma dell’associazione LabStoria, dove si discuteva del San Pietro Martire di Donatello e del suo ritorno nella pinacoteca cittadina. Incontro a cui partecipava tra l’altro anche l’assessore alla cultura dott.ssa Venanzoni. Nella interessante discussione è ritornato di attualità l’Oratorio dei Beati Becchetti e la sua proprietà, oggi noto pure che in Consiglio è presente un’interrogazione, alquanto datata come giacenza, del Consigliere Giombi sull’argomento. E’ da tempo che affermo che L’ORATORIO DEI BEATI BECCHETTI è di esclusiva proprietà comunale e non come qualcuno afferma, che è stato ceduto all’ASUR. Ricordando che il catasto non è probatorio della proprietà, voglio spiegare con i documenti, quello che affermo e le motivazioni di questo equivoco. Per cominciare ricordo a tutti che il convento di Sant’ Agostino diviene proprietà comunale con la famosa “cessione” dei conventi fabrianesi del 1865 insieme a quelli di S. Domenico, S. Biagio, S. Francesco, cessione che nell’atto impone una serie di vincoli. Già i soli vincoli avrebbero impedito un eventuale cessione del chiostro, se non fosse stata autorizzata dal Ministero degli Interni pena la retrocessione dell’intero complesso. E di tale atto a memoria uomo non si trova traccia.

Per tanti anni nel chiostro di Sant’Agostino, credo fino agli inizi degli anni ’90, era ubicata la camera mortuaria dell’ospedale di Fabriano che era gestita dalla ASL dal momento della sua costituzione (1980), ma la proprietà dell’immobile era del Comune di Fabriano, come certificano gli accatastamenti dell’ospedale di Fabriano del 1940/1943 del geom. C. Perini e i successivi del 1963 e del 1987 del geom. Valenti e dell’Ing. Liberati che evidenziano la proprietà dell’Ente Ospedaliero. Ma soprattutto lo certifica l’atto di ricognizione del 26 maggio 1980, relativo alla componente patrimoniale, attuato dal Consiglio di Amministrazione dell’ospedale di Fabriano, in attuazione al decreto di nascita dell’ASL 11, con il conseguente trasferimento di tutti i beni mobili e immobili ai Comuni dove erano ubicati gli ospedali.

Quindi da quella data, tutti i beni ospedalieri, vengono intestati al Comune di Fabriano che ne diviene il legittimo proprietario dovendo rispettare solo il vincolo di destinazione. Nel 1994 l’Amministrazione Comunale è il Dott. Parca come direttore Sanitario dell’epoca, si rende conto che parte dell’Ospedale era carente della documentazione tecnica, infatti, in quel periodo vennero rifatte le camere operatorie, il pronto soccorso, parte della chirurgia. Di conseguenza la Giunta comunale affidò all’ing. Checchi, che seguiva i lavori dell’ospedale, il compito di accatastare l’intero complesso ospedaliero nella nuova situazione. E così avvenne. L’iter dell’accatastamento terminò ad aprile 1995, riportando la proprietà al Comune di Fabriano firmata dal Sindaco A. Merloni. Logicamente nel nuovo accatastamento, essendo un unico proprietario, non vennero costituite unità immobiliari separate per la zona della ex camera mortuaria perché non serviva, essendo il Comune intestatario di tutto. Successivamente con la retrocessione di tutte le proprietà – in quanto la ASL aveva assunto personalità giuridica – avvenne il nuovo trasferimento degli immobili secondo i nuovi catastali del 1995, e, nessuno si è posto tecnicamente il problema di separare la zona della ex camera mortuaria dalle vere proprietà dell’ASL11. Anche perché, voglio ricordare, che eravamo nel periodo del terremoto ‘97 con buona parte della nostra città, compreso Sant’ Agostino, danneggiati.

Tanto è vero che è, il Comune di Fabriano, a chiedere per l’Oratorio dei Beati Becchetti l’inserimento nella graduatoria dei Beni Architettonici e Artistici da finanziare nella ricostruzione. Passano gli anni, siamo in piena ricostruzione post terremoto e il Comune continua ad agire tranquillamente come se il bene in discussione fosse il suo, come lo era realmente. Tanto è vero che nel 2006, mentre ci accingevamo alla realizzazione della grande mostra su Gentile, i nostri beni culturali vennero “tirati a lustro” mentre le cappelle di Sant’Agostino vennero restaurate dal Comune con il contributo della Fondazione Carifac. La Soprintendenza di Urbino, con la dott.ssa Caldari, intervenne e mise in sicurezza l‘affresco del Salimbeni, ma il tutto avvenne su autorizzazione del Sindaco del periodo come legittimo proprietario dell’immobile. Così avvenne successivamente per i lavori di manutenzione al tetto che furono eseguiti dal Comune. L’errore che ha generato questo equivoco è stato che al momento della restituzione delle proprietà alla ASL 11, nessuno si è ricordato di frazionare la parte del chiostro costituendo un ulteriore unità immobiliare. Ribadisco: siamo nel periodo storico del post terremoto’97, anche se nel dicembre 2003 l’ing. Cecchi, in una sua nota alla richiesta di notizie da parte del Comune di chiarimenti su alcune particelle dell’ASL11, interessate all’eventuale rotatoria dell’ospedale, all’interno della nota ricorda “ che nella nuova identificazione catastale dell’ospedale sono ricomprese anche proprietà del Comune e quindi non oggetto di trasferimento alla ASL” è chiaramente il riferimento alla zona della camera mortuaria. Ma questo aspetto passa nel dimenticatoio rispetto al contenuto della nota.

Per farla breve: IL COMUNE È IL LEGITTIMO PROPRIETARIO DELL’ORATORIO DEI BEATI BECCHETTI E DEL CHIOSTRO DI SANT’AGOSTINO, quindi deve solo frazionare l’immobile, costituendo un’unità immobiliare apposita e poi se vuole può procedere al restauro del tutto. Il costo del frazionamento sarà di poche migliaia di euro.

Nelle foto una parte dei documenti che provano la proprietà del Comune. Devo ringraziare l’Ing. Cecchi per avermi sopportato e supportato per la documentazione, che visti gli anni trascorsi, non era facile da mantenere e rintracciare.