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ORATORIO BEATI BECCHETTI, AL VIA I LAVORI PER L’ACCESSO IN SICUREZZA

Fabriano – Dopo anni di attesa, Asur avvia i lavori per la realizzazione di opere provvisionali per l’accesso in sicurezza all’interno dell’oratorio dei Beati Becchetti, la storica struttura del 300, considerato “il Santo Sepolcro fabrianese”, da tempo chiuso e non più visibile al pubblico. Ad annunciare la novità la direzione di Area Vasta 2 a cui lo stabile, all’interno del chiostro di Sant’Agostino, all’ospedale Profili, appartiene. Recentemente sono stati appaltati e sono già in corso di esecuzione i lavori per la creazione, all’interno del loggiato di San Agostino, immobile di proprietà dell’Asur, di un percorso protetto per poter accedere in sicurezza all’oratorio dei Beati Becchetti. Una decisione che in città si attendeva da anni e che è stata sollecitata anche dai comitati dei cittadini che hanno chiesto di intraprendere un percorso di valorizzazione. “Questo percorso – si legge nella nota – verrà realizzato sul lato del porticato che, dall’ingresso del chiostro permetterà l’accesso esclusivo all’oratorio dei Beati Becchetti. L’accesso sarà contingentato previa autorizzazione della Direzione di Area Vasta 2. Sono in corso incontri con l’Amministrazione comunale al fine di poter riconsegnare alla comunità il bene artistico che ricade all’interno dell’area di interesse”». Il “Santo Sepolcro fabrianese” risale alla seconda metà del ’300. Per secoli meta di pellegrini, è chiuso al pubblico dagli inizi del ‘900. Solo nel 1977 fu temporaneamente riaperto per salvare dal degrado le statue lignee superstiti ritrovate ammassate al suo interno poi restaurate e conservate nella Pinacoteca Molajoli di Fabriano. L’oratorio contiene l’Albero della Vita, un affresco tardo gotico di Lorenzo Salimbeni, oggi in pessime condizioni a causa dell’umidità. Lo spazio architettonico si sviluppa su tre livelli. Il più alto denominato del Monte Calvario, raggiungibile attraverso dodici gradini, s’innalza di 2 metri e 20 dal piano terra. Dice il sindaco, Gabriele Santarelli: “Ci siamo impegnati fin dal nostro insediamento per avviare un percorso che portasse all’accertamento della proprietà da parte di Asur. Ora studieremo insieme il modo, che potrebbe essere un comodato o una concessione, per intervenire ed effettuare manutenzione. Il nostro obiettivo è renderlo visitabile, per piccoli gruppi, magari in occasione della mostra di Allegretto, a settembre”.

La storia

L’oratorio dei beati Becchetti che sorge accanto alla chiesa di Sant’ Agostino a Fabriano, è a pianta rettangolare, con copertura interna poggiante direttamente sui muri perimetrali. Lo spazio architettonico si sviluppa su tre livelli. Il più alto denominato del Monte Calvario, raggiungibile attraverso dieci gradini, s’innalza di di 2 metri e 20 cm dal piano terra. Gravemente danneggiato dal terremoto del 1768, fu restaurato, ampliato e manomesso nell’antica struttura. In origine, infatti, doveva svilupparsi su uno spazio più esteso. Da una ricostruzione, dovevano essere presenti cinque gruppi plastici dislocati su cinque altari (posti ad altezze tra loro diversificate): il primo, al quale si saliva per dodici scalini, dedicarono al Crocifisso, chiamando il monte Calvario, il secondo detto la valle di Giosafat, ricordava lo spasimo della Vergine, quando incontrò il divin Figlio tratto al supplizio, il terzo, il più basso degli altri cui si giungeva scendendo dieci gradini, era consacrato alla Madonna del Pianto, in memoria delle lagrime sperse dalla Vergine quando teneva in grembo Cristo deposto dalla Croce; nel quarto era venerata la Madonna delle Grazie; il quinto, eretto più tardi, custodì poi il corpo dei due fondatori. Ai due lati del Monte Calvario, erano due cappelline, una delle quali riproduceva il Sepolcro nelle stesse dimensioni di quello di Gerusalemme, l’altra, la tomba della Vergine, circondata da alcune statue di legno dorato rappresentanti le Marie (R. Sassi, 1993).

Marco Antonini