FABRIANO, UN PARROCO POSITIVO AL COVID-19, MOLTI PRETI IN QUARANTENA
Clero diocesano di Fabriano in fibrillazione: c’è un caso di positività al Covid-19. Scatta la profilassi dell’Asur: i contatti stretti, tra cui molti sacerdoti che pranzano alla “Casa del Clero”, sono in quarantena in attesa di tampone. Di conseguenza, diverse parrocchie sia di Fabriano che delle frazioni, nonché dei Comuni vicini, come Genga, avranno bisogno di sostituti per le celebrazioni delle sante Messe festive del sabato sera e della domenica. Ad essersi “salvati”, se così si può dire, sono i sacerdoti più giovani che non sono andati a pranzo alla Casa del Clero di via Gioberti, negli ultimi giorni, la struttura diocesana punto di riferimento dove vivono i preti in pensione e non solo. Il parroco positivo è di una frazione del Comune di Fabriano. Una volta effettuato il tampone è stato messo in quarantena. L’Asur ha effettuato lunghe indagini per rintracciare i contatti degli ultimi giorni. C’è apprensione in città. L’auspicio è che i tamponi che verranno fatti, nei prossimi giorni, ai preti in quarantena (una ventina in tutto) e al vescovo emerito, monsignor Vecerrica, in quanto contatti stretti, diano esito negativo visto che ad oggi nessuno ha manifestato sintomatologia. Per il momento c’è da sostituire i parroci che non potranno celebrare almeno fino al 10 febbraio, ultimo giorno di quarantena per quasi tutti i preti coinvolti. In questo periodo capiterà, tra le altre cose, la festa della Presentazione al Tempio di Gesù, 2 febbraio, giorno caro ai fabrianesi perché ricorda la Festa del Voto quando, il 2 febbraio 1703, fu fatto un voto alla Madonna del Buon Gesù che aveva salvato la città da un forte terremoto, il giorno dopo la festa di San Biagio, nell’omonima chiesa del centro e il 7 la ricorrenza della traslazione del corpo di San Romualdo abate, fondatore dei Camaldolesi, da secoli sepolto a Fabriano. Spiega il vicario generale della Diocesi, monsignor Tonino Lasconi: “Si cercherà di rimediare al meglio con i sacerdoti non coinvolti con la quarantena”. Il sacerdote scrittore riflette anche sull’emergenza sanitaria che sta andando avanti da quasi un anno viste alcune polemiche, in città, per gli incontri che non si sono fermati in tutte le parrocchie. “C’è chi preme, anche genitori e catechisti, per riprendere le attività come se tutto si potesse fare “come era prima”. Non è così. Dobbiamo essere tutti, anche i preti giovani, prudenti perché si è visto che l’età non rende immuni”.
Marco Antonini