RIFLETTORI SULLA SANITA’, ARTECONI SCRIVE ALL’ASSESSORE SALTAMARTINI

L’Associazione Fabriano Progressista scrive all’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini. La lettera integrale. 

di Vinicio Arteconi, consigliere comunale

Le scrivo questa lettera sperando di poterLa incontrare entro breve tempo di persona, nonostante i Suoi gravosi impegni quale primo responsabile dell’organizzazione della sanità marchigiana, resi ancora più acuti dalla pandemia in corso.

Prendo atto della Sua intenzione di rivedere il Piano Sanitario, approvato sul filo di lana della trascorsa legislatura, un Piano che ha suscitato molteplici critiche e perplessità, un Piano che, applicato nella sua logica, avrebbe, per tanti aspetti, pesanti riflessi sul diritto alla salute nella nostra regione, in modo particolare nelle aree interne montane e pedemontane. La eventuale costruzione degli ospedali unici provinciali, tanto per stare alla sostanza delle questioni, porrebbe una pietra tombale in ordine a qualsiasi ipotesi di una produttiva rielaborazione del Piano Sanitario.

La pandemia ha messo in luce quanto sia fondamentale la tutela del territorio, la prevenzione ed una efficiente ed efficace medicina di base. Mi auguro poi che una diversa stesura del Piano coinvolga tutti i soggetti interessati Università, Sindacati, Associazionismo, Comunità locali affinché possa essere il più coerente possibile e preveda un forte rilancio dell’assetto sanitario pubblico, penalizzato negli ultimi quindici anni da notevolissimi tagli finanziari e in qualche modo tendente a favorire le strutture private convenzionate. La sanità privata, gestita talvolta da soggetti erogatori secondo ottiche contingenti e lucrative, ove si ritenga necessaria, può avere un suo ruolo, ma complementare e non deve assolutamente prefigurarsi come alternativa o addirittura sostitutiva delle strutture pubbliche.

Occorre, a mio modesto avviso, istituire una netta e profonda distinzione tra pubblico e privato e attuare una revisione delle convenzioni con nuovi e più puntuali accreditamenti: il privato deve restare privato senza condizioni di privilegio.

Ho avuto modo di apprezzare la revoca delle delibere adottate nel periodo estivo dalla Giunta Ceriscioli per la costruzione dell’Ospedale Marche Nord, qualificato di II° livello. Tale caratteristica, difatti, contraddice, se non apertamente viola, la legge Balduzzi-Lorenzin: in base alla popolazione marchigiana, la nostra regione ne potrebbe prevedere soltanto uno. La realizzazione di tale nosocomio, inoltre, secondo la tecnica del project financing, avrebbe comportato un esborso in spesa corrente di trenta milioni/anno per trent’anni. Di fatto, a ben riflettere, avrebbe impedito qualsiasi altro investimento sanitario per l’intera regione! Senza dimenticare la ulteriore dotazione di fondi stanziati al riguardo dalla precedente Giunta, sedici milioni di euro, in origine destinati invece a contrastare la pandemia (sic!).

Che poi necessiti un nuovo ospedale di I° livello tra Pesaro e Fano non sta a me valutarlo e/o deciderlo, ritengo solo che andrebbe posta una attenzione particolare e spiegato il perchè utilizzare attualmente tanto denaro pubblico nel riqualificare vecchie strutture.

Vorrei infine ragionare riguardo all’Ospedale di Fabriano. Ritorno sull’annosa vicenda del Punto Nascita, chiuso, a mio avviso, troppo frettolosamente, nonostante l’eterna incompiuta statale 76 e gli eventi sismici con cui i fabrianesi e gli abitanti dei centri limitrofi devono periodicamente misurarsi. Lei sa che a marzo si discuterà il ricorso del Comune di Fabriano al Consiglio di Stato, credo, solidariamente appoggiato dai Comuni di Genga e di Sassoferrato, al quale sicuramente si opporranno quali controinteressati la Regione e il Ministero.

La chiusura del Punto Nascita dovuta alla contrazione della natalità (questione ormai nazionale, non solo locale) e in aggiunta la carenza di pediatri in virtù di una politica del personale di corto, se non di sospetto, respiro, ha provocato la cessazione di fatto di tutto il Dipartimento materno-infantile. A dispetto di una petizione sostenuta da circa 10.000 cittadini sottoscrittori per la riapertura del reparto di Pediatria, abusivamente chiuso, a tutt’oggi si può fruire solo di un servizio ambulatoriale. Tutto questo ha comportato un esodo verso l’ospedale di Branca, sia delle partorienti sia dei bambini con una pesante mobilità passiva verso l’Umbria.

Vorrei parlarLe anche della parte terremotata dell’Ospedale che con i suoi 5000 mq. si trova in completo abbandono. Inoltre del Piano pandemico regionale che contemplava Fabriano come ospedale no-covid, disattendendo il quale, sono stati disposti ed eseguiti ordini di servizio per un reparto covid “mascherato” e in cui si sono avvicendati specialisti di branche diverse, con competenze anche non specifiche. A questo proposito mi risulta che pazienti covid positivi inviati dall’Ospedale di Fabriano ad Ospedali, che per competenza covid avrebbero dovuto prenderli in cura, sono stati respinti contravvenendo così a quanto disposto dal piano. Infine Le auguro che la prossima campagna vaccinale dia i migliori risultati possibili, magari mi permetta, introducendo una sorta di “Bonus vaccino”, non necessariamente economico, per incentivarne l’adesione. Di tutto ciò, avrei il piacere di confrontarmi e dilungarmi più in dettaglio con Lei se solo avesse la pazienza di ascoltarmi personalmente.