A tu per tu con Alessandro Di Marco

Il “convivio” pre-natalizio, con sbraciolata annessa, avvenuto il 22 dicembre scorso a Fabriano al Foro Boario, locale di proprietà del Comune di Fabriano, sta animando le piattaforme social e le pagine dei quotidiani locali. A questa grigliata di Natale hanno partecipato alcune decine di persone, incluso il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli che, dopo alcuni giorni da questi fatti, ha annunciato attraverso il suo profilo social la sua positività al Covid-19. La notizia della conviviale di Natale, pubblicata dalla testata giornalistica “Il Resto del Carlino”, a firma del corrispondente da Fabriano Alessandro Di Marco, ha suscitato una pesante reazione da parte del sindaco di Fabriano il quale, in un tam tam continuo di pubblicazioni sui social, ha dapprima lanciato strali contro il giornalista per poi approdare ad un “mea culpa”, ammettendo di aver commesso un errore,  sia nell’aver partecipato che nel non aver proibito l’organizzazione di questa famigerata grigliata. Le reazioni dei cittadini sono state dure nei confronti del primo cittadino che, a detta dei fabrianesi, avrebbe dovuto dare il buon esempio, considerati i numerosi moniti al rispetto delle misure di sicurezza anti-Covid da lui stesso proclamate, sia sui social che nelle varie comunicazioni istituzionali. Reazioni sdegnate anche dalle forze politiche di opposizione che hanno chiesto le dimissioni del sindaco Santarelli, la cui credibilità politica sta vacillando in queste ultime ore. Abbiamo contattato Alessandro Di Marco per un confronto sui fatti accaduti e per una riflessione tra colleghi su come il mondo dell’informazione e del giornalismo sia sottoposto da diversi anni a ripetuti attacchi da parte di alcune realtà politiche diffidenti nei confronti dell’operato di alcuni giornalisti del territorio e nazionali.

Di Marco, in questi giorni abbiamo assistito ad un pesante attacco nel circo mediatico dei social che ti ha coinvolto nel tuo ruolo giornalistico, come corrispondente del quotidiano Il Resto del Carlino. Come sono andati i fatti e quale era la notizia, per così dire, “incriminata”?

Di sicuro il mondo social con i suoi eccessi e le sue sguaiatezze ha comunque dimostrato che la notizia della grigliata, giornalisticamente parlando, non era da poco. Per due giorni mi pare che in città non si sia parlato d’altro.

Il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli, attraverso il suo profilo social, ha scritto in merito che trattasi di un modo becero di fare giornalismo. Cosa ne pensi, visto che non è la prima volta che l’Amministrazione pentastellata ha puntato il dito verso il modo di fare informazione da parte di alcuni giornalisti locali?

Non mi piace generalizzare. Troppe volte si parla di giornalismo come categoria, ma poi ognuno ha le sue specificità e il suo rapporto personale con i propri interlocutori. Per dire, il rapporto del sindaco con me è diverso da quello che ha con un altro collega e un altro ancora. Lo stesso dicasi per le amministrazioni comunali. Alla fine la differenza la fanno le persone, non i ruoli.

Riguardo poi le successive scuse alla cittadinanza da parte del sindaco Santarelli, sempre attraverso un commento su un suo post sui social, che idea ti sei fatto? Credi che i cittadini, da mesi sottoposti a misure restrittive e a moniti riguardo il rispetto delle normative di sicurezza, anche da parte del sindaco, stiano mettendo in dubbio la credibilità politica di Santarelli?

Io faccio il giornalista: provo a riportare i fatti evitando di ergermi a giudice. Una cosa, però, la dico: quando hai un ruolo pubblico ti devi spersonalizzare. Detto fuori dai denti: se Gabriele Santarelli non fosse stato sindaco ma un semplice cittadino senza incarichi pubblici, tutto questo clamore evidentemente non ci sarebbe stato. Sindaco lo sei h24 e devi sapere che ogni tua azione può finire sotto la lente d’ingrandimento.

Alla fine dei giochi la famigerata notizia era quindi vera o falsa?

Beh, se il sindaco ha ammesso tutto e chiesto scusa per aver fatto una ca…volata a partecipare dicendo che avrebbe dovuto vietare la grigliata, non penso serva altro. Solo un’aggiunta a cui tengo: anche stavolta mi sono sentito leale con chi dovevo esserlo prima della pubblicazione e quindi con la coscienza totalmente pulita, senza colpi a tradimento.

Il sindaco Santarelli ha inoltre pubblicato un tuo messaggio privato in cui esigevi delle scuse a te ad al tuo giornale per le pesanti affermazioni di cui sopra. Sono arrivate poi queste scuse?

Qui mi sono arrabbiato di brutto, non tanto per me, ma perché ha compiuto un gesto scriteriato facendo tiltare il sistema di garanzia della privacy. Ma se un sindaco si permette di rendere pubblico un messaggio privato, con gli estremi per far divenire riconoscibile l’autore di quel testo, allora vale tutto. Allora è semplicemente la fine. Magari io ti scrivo in sms o su whattsapp ‘Ho una relazione extraconiugale’ oppure ‘Sono gay’ o ‘Mi sto drogando’ e tu lo rendi pubblico, senza la mia autorizzazione? No, mi dispiace ma non lo accetto. Vent’anni fa, quando non c’erano i social, questo problema non esisteva: ora, purtroppo, la virtuale piazza pubblica di Facebook rischia di diventare uno sfogatoio-deriva. Anzi, spesso lo è già, rendendo peggiori le persone che ormai faticano anche a fare una telefonata, perché “tanto faccio prima a scriverlo su Fb”. Che tristezza vedere chi restringe la sua vita ad un mini schermo. Sul fatto se siano arrivate le scuse o meno e quali rapporti intercorrano in queste ore tra me, il sindaco e il suo entourage preferisco tenere la cosa per me, perché questa è una parte della vicenda che avrebbe dovuto rimanere privata. E tale vorrei che torni.

Sei da tanti anni in prima linea nell’informazione locale, hai avuto modo di confrontarti con diverse amministrazioni della città di Fabriano. Ci sono stati nella tua carriera altri scontri così forti o è una prerogativa di questo nuovo corso politico?

Se non ricordo male l’ultima volta che mi hai intervistato é stata quando ci fu un attrito con l’allora sindaco Giancarlo Sagramola per la temporanea chiusura nella scuola materna Don Petruio, causa sisma. Ancora oggi io sostengo di avere avuto ragione, lui ne è un po’ meno convinto, ma ci scherziamo su. Alla fine ciò che mi ha fatto veramente piacere é aver ricostruito un rapporto con lui dopo quel momento di tensione. È stato così anche con altri con cui ci sono stati anche piccoli scontri dialettici, nel rispetto dei ruoli, ma prima ancora delle persone.

Perché tanta acredine nei tuoi confronti? Ti senti sempre e comunque un giornalista libero di raccontare la realtà dei fatti?

Le due cose a cui tengo di più nella vita e nella professione sono la libertà e la lealtà. A volte non è facile metterle insieme perché ci sono comunque rapporti personali da tutelare, ma devi saperci riuscire. E comunque se fai il giornalista anche questo devi metterlo in conto.

Gigliola Marinelli