CORRADO SANTINI, IL RICORDO A CENTO ANNI DALLA NASCITA

Una data importante per il mondo della cultura e del teatro fabrianese quella dell’8 novembre 2020, in cui ricorre il centenario della nascita di Corrado Santini, una figura prestigiosa che ha investito gran parte della sua vita nella valorizzazione e promozione del nostro meraviglioso Teatro Gentile e delle attività culturali del comprensorio. Lo ricordiamo con affetto insieme a suo nipote Leandro che racconterà ai nostri lettori il grande valore professionale ed umano di suo zio Corrado, auspicando il ripristino del Museo del Teatro, presso il Teatro Gentile di Fabriano, fondato da Corrado Santini e composto da tante sue donazioni personali al Comune di Fabriano.

Leandro, per i nostri lettori più giovani, chi era Corrado Santini?

I “giovani” di 30-40 anni fa lo ricordano di sicuro, soprattutto quelli che amavano la prosa o la lirica. Penso che la gioventù dell’ultimo ventennio non sappia nulla di Corrado Santini.

Cosa ha rappresentato Corrado Santini per il panorama culturale della città di Fabriano a partire dagli   anni’50?

Era l’animatore delle molte manifestazioni che avevano luogo sistematicamente al Teatro Gentile, a cominciare dai famosi Veglioni danzanti, attesi con ansia da tutta la città e che hanno visto la partecipazione di tutti i principali cantanti e complessi musicali delle serate degli anni ’50-’70. Da Claudio Villa ad Ennio Morricone, Piero Piccioni, Franco Battiato, I Pooh, Gianni Morandi, Pierangelo Bertoli, Rocky Roberts, New Trolls, Antonello Venditti e molti altri. Per le Stagioni di Prosa tutti, ma proprio tutti gli artisti, hanno calpestato il nostro Teatro, con i calendari organizzati da mio zio. Per fare alcuni nomi Emma Grammatica, Eduardo De Filippo, Valeria Morricone, Walter Chiari, Vittorio e Alessandro Gassman, Lauretta Masiero tutti personaggi di primo piano della prosa nazionale.

Corrado Santini amava profondamente la lirica e fondò il “Premio Nazionale Fabriano-Artisti dello Spettacolo”?

Amava in particolare la lirica, anche per la vicinanza fin da giovane al tenore Beniamino Gigli, che ha ospitato a Fabriano con altri cantanti del calibro di Mario del Monaco, Rinalda Pavoni, Katia Ricciarelli e lo stesso Gigli che lui chiamava ‘’Beniamì’’, venuto più volte a esibirsi in città. Nel 1957 fondò il ‘’Premio Nazionale Fabriano – Artisti dello Spettacolo’’ che organizzò per i primi dieci anni per poi continuarlo in collaborazione della Pro Loco nelle persone dei suoi amici Sergio Fabrisczky e Bruno Palombi. Innumerevoli i premiati, anche in questo caso ne conto oltre trenta, ecco i più eclatanti Alberto Sordi, Giulietta Masina, Carlo Dapporto, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni, Edwige Fenech, Franco Franchi, Anna Chaplin, Elena Sofia Ricci, Barbara d’ Urso, Oreste Lionello. Ma anche registi come Renzo Rossellini, Alberto Ciambricco, Federico Fellini, Sergio Leone, Vittorio De Sica, Pasquale Festa Campanile e anche alcuni personaggi dello sport come Gino Bartali, Luigi Agnolin, Enrico Albertosi, Paolo Casarin, Michele Gismondi, Bruno Giordano ed altri. Questa è una selezione di artisti in quanti ne ho contati oltre 200. Oltre ai già citati Fabrisczky e Palombi, mio zio Corrado, presidente della associazione Amici del Teatro e Direttore del Palcoscenico, aveva molta stima dei custodi Severino Palanca prima e Tonino Solinas poi, oltre che di Francesco Spedaletti ed Ezio Maria Tisi. Mentre aveva l’appoggio economico per i suoi eventi dalla Faber del Professor Galassi Abramo, dalla Fondazione Carifac e del Comune.

Parliamo della grande passione di tuo zio per il nostro Teatro Gentile. Quanto impegno e quanta parte della sua vita ha dedicato alla valorizzazione di questo nostro gioiello artistico?

La sua giornata era composta dal suo lavoro come cassiere della ex Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, che ha sempre amato. Proseguiva la rimanente giornata nel comporre articoli per varie testate come pubblicista, articoli dal 1935 al 1999, che riguardavano esclusivamente la cultura, la musica e il teatro non solo di Fabriano ma anche a livello nazionale. Tradizionali gli articoli che scriveva per Il Progresso e L’ Azione, oltre che per varie pubblicazioni specifiche sul Teatro. Poi il fine settimana, sistematicamente, mi portava a pranzo perché amava molto le conviviali familiari, sia con me che con il resto della famiglia Santini, soprattutto l’8 novembre di ogni anno era sacro e da festeggiare. Ha viaggiato molto da solo ma altrettanto accompagnato da amici o qualcuno di famiglia. Mi raccontava dei suoi incontri speciali dove consegnava delle pregiate filigrane della Cartiere Miliani, in particolare a New York al segretario ONU Ou-Tant, a Cascais a Umberto di Savoia e a Londra alla principessa Margareth, sorella della Regina Elisabetta.

Che destino ha avuto il Museo del Teatro che Corrado Santini aveva ideato proprio all’interno del Teatro Gentile e cosa conteneva nel suo prestigioso scrigno?

Mio zio ha donato al Comune di Fabriano una serie di cimeli, inizialmente esposti nel Museo del Teatro presente nell’ atrio di ingresso del Teatro, ma purtroppo quella stanza ora è una specie di deposito e i suoi cimeli sembra che siano in un’altra parte del Teatro ammucchiati disordinatamente, peccato!

Corrado Santini era un abbonato d’eccellenza alle stagioni di prosa al Gentile. In ogni foto storica del pubblico in platea spiccava con la sua figura e postura elegante e raffinata. Una nota di colore, ricordi il numero del posto a cui tuo zio era affezionato e perché?

In pratica era gelosissimo della prima poltrona della prima fila di destra, posto fisso occupato da sempre da lui. Ricordo le “letteracce” che scrisse ad un Sindaco, del quale non faccio il nome, che si permise di destinarla ad altri, poi chiaramente la poltrona tornò a mio zio. Negli anni ‘50 e seguenti aveva il palco 23 di proscenio che aveva al suo interno una porticina che portava direttamente ai camerini dei cantanti e attori, in modo che poteva andare con facilità a salutarli e intervistarli. Sempre elegantissimo e impeccabile nei modi e nei contatti con i vari personaggi.

In un momento storico drammatico come quello che stiamo vivendo oggi, causa pandemia da Covid 19, il mondo del teatro sta soffrendo terribilmente, dagli attori alle maestranze. Conoscendolo bene, come avrebbe vissuto tuo zio questo delicato e particolare periodo di crisi profonda?

Rispettoso delle regole, avrebbe incassato il duro colpo, ma avrebbe seguito le direttive di sicurezza. Sicuramente sarebbe stato molto dispiaciuto delle problematiche in capo al settore della cultura, dove contava tantissimi amici.

La nostra Città tende spesso a dimenticare chi ha offerto il suo contributo umano e professionale, specie in campo culturale ed artistico. Credi che questo sia accaduto anche per Corrado Santini?

Sì, in effetti mio zio andrebbe ricordato per quello che ha lasciato alla cittadinanza in termini di anni di lavoro per lo sviluppo del Teatro e di conseguenza della cultura, mentre ultimamente vedo che con più facilità si ricordano, perlomeno nello stradario, personaggi dell’industria. Sicuramente avrebbe piacere di essere ricordato nel suo Teatro, magari dando il nome al Museo se venisse ripristinato, cosa che sarebbe veramente auspicabile.

Hai mai pensato di organizzare un evento o un’iniziativa culturale che annualmente possa riconoscere il giusto merito alla figura di Corrado Santini? Magari a partire dalla celebrazione del centenario della nascita?

Non ho mai pensato a organizzare un evento a carattere culturale ma mio zio lo sa, perché glielo ho ricordato più volte, che il suo caro nipote Leandro non era appassionato della lirica e della prosa e ne prendeva atto andando da solo al posto 1 della fila 1…

Gigliola Marinelli