UN PAZIENTE SPECIALE AL PROFILI, LA TAC AL BEATO ANTONIO DEL XV SECOLO
di Marco Antonini
Fabriano – Un esame di un’ora, a fine turno, senza interrompere la normale attività del reparto. Prima i raggi, poi la tac. Il paziente? Il beato Antonio da Fano, francescano, morto nel XV secolo. E’ la prima volta che al Profili viene fatta una tac a un religioso morto secoli fa. Il corpo, scheletrizzato, con bacino e arti inferiori mummificati, è stato studiato dai medici dell’ospedale Profili coadiuvati dal dottor Luca Ventura, paleo-patologo dell’Istituto Anatomia Patologia de L’Aquila e dal dottor Mirko Traversari, antropologo fisico dell’Università di Bologna.
Il Beato Antonio da Fano è arrivato ieri, nel primo pomeriggio, nel reparto di Radiologia, al piano terra dell’ospedale Profili di Fabriano. Lo staff guidato dal responsabile, dottor Francesco Tei, ha posizionato la salma del Beato ( per devozione e non per la chiesa visto che non è stato avviato un processo per la beatificazione) nella sala apposita dove vengono effettuati gli esami diagnostici. In particolare è stata fatta una radiografia, poi una tac.
Dall’esame è emerso che il beato Antonio da Fano era in buone condizioni di salute, è deceduto a circa 45-50 anni, molti per l’epoca (come data di morte è indicato il 1435) e sulle ossa non sono emersi segni di particolari patologie o traumi. Il corpo, ben conservato, risulta scheletrizzato, il bacino e gli arti inferiori sono mummificati. Non ci sono organi. Una volta effettuato l’esame l’urna con il corpo del beato Antonio da Fano è stata riportata a Valleremita, presso l’eremo francescano di Valdisasso, dove si trovava da diversi mesi. I medici hanno poi refertato i due esami fatti soddisfatti per un pomeriggio di lavoro davvero particolare. I dottori dell’Unità Operativa di Radiologia del Profili, oltre la normale attività quotidiana, per una volta hanno svolto due esami, la radiografia e la tac a un paziente deceduto quasi 600 anni fa. Il beato Antonio da Fano visse nel XV secolo e le sue reliquie sono state custodite fino alla fine degli anni ’50 all’interno della chiesa di Santa Maria Nuova, a Fano. Poi furono spostate. Il 12 settembre 2019, durante alcuni lavori, in un’intercapedine tra la chiesa di Santa Maria Nuova e il convento dei frati minori fu ritrovato il corpo in ottimo stato di conservazione.