GUERCINO E IL SAN MICHELE ARCANGELO PER SAN NICOLÒ
Fabriano – La chiesa di San Nicolò tra i suoi tesori conserva un’opera di uno dei maggiori artisti del ‘600 italiano, Francesco Barbieri detto il Guercino. Per ammirarla dobbiamo dirigerci verso la terza cappella a destra, e vedremo così apparire un meraviglioso ed aitante San Michele Arcangelo nel suo vigore fisico che sguainando la spada in aria abbatte il demonio. Il dipinto fu commesso al Guercino da Pinto Fattorelli, patrono della cappella, come si desume da alcune quietanze tratte dal libro dei conti dell’artista emiliano, 500 scudi la somma elargita. Venne eseguito nel 1644. Il volto è modellato e l’arcangelo si presenta alato con una luccicante armatura ed un mantello rosso dal colore offuscato ma vivo nel suo cromatismo, l’azzurro del cielo avvolge tutta la scena. Probabile che le tele laterali siano state compiute da allievi della sua bottega, a sinistra vi è un San Francesco in ginocchio in un mistico colloquio con Dio, di cui le stimmate sono la testimonianza, a destra è rappresentato San Longino.
Il Guercino nativo di Cento, artista classicista e barocco del seicento emiliano, allievo dei Carracci, sperimentò ricerche coloriste e spaziali tendenti ad effetti di movimento, di luce variante e di espansione atmosferica, creando un certo dinamismo innovativo. Luce e penombra nelle sue opere, emotività forte nelle sue rappresentazioni, paesaggi alternati ad architetture. Operò molto a Roma per il cardinale Ludovisi, grande collezionista di opere d’arte, tra cui il Doppio Ritratto del Giorgione. La chiesa di San Niccolò è stata eretta nel ‘200 da monaci benedettini, della ricostruzione del’ 300 rimane un affresco di Allegretto Nuzi sito nell’atrio, del XVII secolo invece è la struttura che vediamo, quando la chiesa e il chiostro adiacente in stile barocco vengono risistemati completamente in un vero e proprio restyling da parte dell’architetto Buti. Fabriano può vantarsi di questo dipinto magistrale in un secolo, il XVII, che ha visto la città della carta ospitare notevoli artisti, tra cui Gregorio Preti, il classicista Sacchi, il Vanni, Brandi, Orazio Gentileschi su tutti, grazie a collegamenti con l’ambiente romano di alcune sue confraternite, famiglie nobiliari e accademie.
Francesco Fantini