OMICIDIO DI IMOLA: L’AVVOCATO DIFENSORE È DI FABRIANO

Fabriano – Negli ultimi giorni Tg e stampa nazionale hanno narrato di un tragico omicidio avvenuto ad Imola, a seguito di un investimento. L’avvocato difensore incaricato è Luca Sebastiani di Fabriano. Da qualche anno vive a Bologna, dove ha il suo studio legale. “Occuparsi di un caso con una tale esposizione mediatica è sicuramente un traguardo importante per la carriera di un giurista, ed é certamente motivo di orgoglio per Fabriano, la città dove è cresciuto e ha studiato prima di iscriversi a Giurisprudenza a Bologna. Per me, come suo vecchio amico, sicuramente lo è” commenta un amico che ha voluto rendere nota, anche nel comprensorio fabrianese, questa notizia.

Il Racconto del Resto del Carlino – Imola 

Vincenzo Iorio resta in carcere. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bologna, Alberto Ziroldi, in sede di udienza di convalida dell’arresto effettuato dalla Polizia la sera del 5 gennaio in seguito all’investimento e alla morte del marocchino di 24 anni Mohamed Amine El Fatine, travolto dall’auto guidata da Iorio. L’accusa di omicidio è aggravata dalla premeditazione. “Il gip ha convalidato l’arresto – spiega il difensore di Iorio, Luca Sebastiani – e ha applicato la misura cautelare del carcere, escludendo però l’aggravante dei futili motivi. La decisione non ci sorprende, vista la pesante contestazione a carico del mio assistito e il brevissimo lasso temporale dal fatto. Il prossimo passo della difesa? Valuteremo con attenzione se rivolgerci al tribunale del Riesame, o se attendere per ripresentare istanza per gli arresti domiciliari, in tempi ragionevoli”.

Le condizioni di Iorio, in carcere alla Dozza, sono precarie. “E’ psicologicamente devastato – dice l’avvocato Sebastiani – In udienza ha risposto a tutte le domande, confermando in sostanza quanto emerso fino ad ora. Ha avuto parole di pietà per il giovane morto: Iorio non voleva fare quello che ha fatto, però si rende conto che quanto è accaduto è conseguenza di ciò che ha fatto”. La vicenda che ha portato alla morte El Fatine e in carcere Iorio si è snodata in città nei giorni immediatamente precedenti il 31 dicembre e la vigilia dell’Epifania. La Polizia sta effettuando accertamenti non solo su quanto riferito da Iorio. Sullo sfondo c’è la rapina del cellulare del figlio di Iorio (oppure un semplice furto?) effettuata, secondo Iorio, proprio da El Fatine. Poi compaiono le asserite, pesanti minacce del marocchino nei confronti del giovane, la lite in via Appia di fronte a un’osteria la sera del 3 gennaio e il tragico epilogo la sera del 5 gennaio, con l’investimento mortale di El Fatine nella stretta via Mameli. Il tutto mentre in Vincenzo Iorio crescevano l’esasperazione e l’apprensione per la sorte del figlio minacciato, come la difesa sembra abbia evidenziato in sede di udienza di convalida dell’arresto. (ma.mar)

m.a.