AL MUSEO DELLA CARTA “LA BELLEZZA DELLA TERRA”

Fabriano – In omaggio al bicentenario de “L’infinito” leopardiano, il tema generale che abbiamo scelto per la ventitreesima edizione del Premio nazionale Gentile da Fabriano, promossa ed organizzata dall’Associazione “Gentile Premio”, è “L’infinita bellezza”. E l’evento collaterale, realizzato annualmente, promosso in collaborazione con il Museo della Carta e della filigrana, è la Mostra di Eros De Finis, Luigi Frappi, Sandro Pazzi e Giulio Santoleri sul tema: “La bellezza della terra”, che è stata inaugurata presso il Museo della Carta e resterà aperta sino al 10 novembre. Il Catalogo, pubblicato in coedizione con l’urbinate “QuattroVenti”, riproduce le immagini delle opere dei quattro artisti esposte nelle Gallerie delle Mostre temporanee del Museo fabrianese, precedute da un lucido e profondo testo introduttivo di Gualtiero De Santi.

La terra, la madre terra, il nostro solido fondamento, viene rappresentata qui nelle diverse varianti del paesaggio, che nell’odierna crisi ambientale viene fatto oggetto di nuove attenzioni, non ultime certamente quelle delle interpretazioni artistiche. Il paesaggio nasce dalla fecondazione della natura da parte della cultura e dell’azione dell’uomo. Per questo possiamo dire che essa rappresenta l’opera d’arte spontanea più totale, la più corale che l’umanità abbia espresso, luogo del dialogo continuo fra generazioni nel tempo lungo della storia. Ma è accaduto che la civilizzazione tecnologica ed un uso smodato delle risorse, quasi nella costruzione di una seconda natura, questa artificiale, si è come liberata del paesaggio trattandolo a volte come superficie insignificante, caricandolo di oggetti, opere e funzioni molto spesso improprie.Nonostante tutto, la bellezza della terra si distende ancora attorno a noi con un’infinita profusione di forme esposte alla nostra contemplazione. E a queste la mostra intende richiamarsi. Esse si mostrano come qualcosa di prezioso e fugace al tempo stesso, provocando il desiderio di fermare il tempo della visione.

La complessa identità di questa percezione la si può ritrovare nelle suggestive immagini fotografiche di Eros De Finis, nella loro iconica e allusiva trasfigurazione del reale, rivolte, nel suo ”abitare il mondo con l’immaginazione”, all’essenza che si preclude o va al di là della vista, nella riduzione della terra e della natura ai suoi aspetti primordiali e purificati, come vuole Giulio Santoleri nella ricerca dell’originario e dell’archetipo, nei paesaggi marchigiani di Sandro Pazzi, laddove, la “descrizione” di luoghi familiari e di dolci colline che declinano verso il mare, si fa espressione di un’armonia parallela alla natura, nelle enigmatiche vedute di Luigi Frappi che sanno restituirci la bellezza imperturbabile della terra, i suoi mirabili equilibri che vedono protagonista la luce, il colore, il cielo e le acque. E’ questa una Mostra di cui andiamo fieri, e che intendiamo come un ulteriore segno di qualità che si aggiunge al rigore e alla cura che sempre ci hanno visto impegnati nell’organizzazione del Premio e dei suoi eventi collaterali. (cs)