CARTIERE FABRIANO, PCL: “MANCA ANCORA IL PIANO INDUSTRIALE”

Cartiere Miliani Fabriano, continua lo stato di crisi nel settore “Carte Valori” che rischia di estendersi a tutto il prestigioso complesso industriale. L’appello a fare qualcosa e presto è del Partito Comunista dei Lavoratori di Ancona che sollecita la presentazione di un piano industriale vero e proprio. “L’incontro tra sindacati e management del Fondo Finanziario “Bain Capital” del 24 luglio – si legge in una nota – ha registrato un inutile quanto dannoso dilatamento dei tempi nella presentazione di un vero e credibile piano industriale da parte della proprietà”. Il partito evidenzia come la crisi delle Cartiere di Fabriano sia da attribuire “allo sciagurato processo di privatizzazione che ha determinato una drammatica contrazione nelle vendite delle Carte Valori”. Da giorni, infatti, si parla dell’avvio di una procedura di cessione ramo d’azienda per il vitale settore delle Carte Valori, nel quale le Cartiere Miliani registrano il più alto margine di guadagno tra tutta la vasta gamma dei suoi prodotti cartari. “Come Partito Comunista dei lavoratori – conclude la nota – denunciamo nuovamente l’immobilismo di tutte le organizzazioni sindacali confederali, le quali malgrado la promozione di assemblee generali separate tra tutti i lavoratori, non hanno raccolto le proposte di alcuni lavoratori volte a restituire percentuale di azioni delle Miliani in favore di Enti pubblici che erogano commesse per le Cartiere, vedi la Banca d’Italia, la Banca Centrale Europea e il Poligrafico dello Stato”. Quello che potrebbe essere in atto alle Cartiere di Fabriano è un terremoto sociale che farebbe aumentare, in caso di crisi prolungata, anche il numero di disoccupati. Sono poco più di 100 i contratti interinali che, negli ultimi mesi, non sono stati riconfermati a conferma della diminuzione delle commesse che fa perdere posti di lavoro anche se a tempo determinato, soprattutto d’estate quando, per garantire le ferie agli operai, si assumeva forza lavoro anche se per pochi mesi. A questo si aggiunge, da settimane, lo stop al ciclo continuo in un reparto con la perdita di alcune centinaia di euro su ogni busta paga.

Marco Antonini