CGIL MARCHE: ACCOLTE 10 MILA DOMANDE DI REDDITO DI CITTADINANZA
Quali sono le reali prospettive di lavoro e di inclusione per le persone? Secondo i dati dell’INPS, le domande di Reddito di Cittadinanza presentate a livello nazionale al 31 maggio 2019 sono 1.252.148. Sono state già lavorate oltre 960mila domande, di cui 674mila sono state accolte, 277mila respinte e 9mila in evidenza per ulteriore attività istruttoria. Il tasso di rifiuto è attualmente al 26%. L’importo medio del Reddito di Cittadinanza è di 540 euro. L’importo medio delle Pensioni di Cittadinanza finora liquidate, circa 81mila, è di 210 euro.
Per quanto riguarda le Marche, le domande accolte risultano essere 10.527, pari all’1,6% del totale nazionale, di cui 3.406 nella provincia di Ancona, 2.225 a Pesaro Urbino, 2.090 a Macerata, 1.622 ad Ascoli Piceno e 1.184 nella provincia di Fermo. Dalle numerose domande presentate dagli uffici del Caaf della CGIL, emerge che a richiedere il reddito di cittadinanza sono prevalentemente di persone ultracinquantenni espulse dal mercato del lavoro o comunque con profili professionali deboli e difficilmente collocabili nel mercato del lavoro.
La lotta alla povertà è sicuramente una priorità ma lo strumento messo in atto rischia di non centrare i bisogni di queste persone, non riuscendo a fare una proposta lavorativa coerente con i loro profili che necessiterebbero di maggior sostegno sociale e di percorsi mirati per l’inserimento lavorativo, che peraltro cozza con la situazione di estrema difficoltà per l’ insufficienza di organici in cui versano i Centri per l’Impiego. Come evidenzia Giuseppe Santarelli, Segretario regionale CGIL Marche, “nelle Marche, come nel resto d’Italia, non è ancora partita la cosiddetta seconda fase, quella che prevede l’attivazione per la ricerca del lavoro e per la riqualificazione professionale dei beneficiari del Reddito di cittadinanza, con una grave ritardo da parte dell’ANPAL che pregiudica la credibilità di questo strumento”.
Si tratta comunque di una situazione che conferma la necessità di strumenti di contrasto alla povertà e alla fragilità sociale e non solo di inserimento attivo al lavoro. Per questo, sarebbe stato più utile ed efficace estendere il Reddito di Inclusione che prevedeva un approccio multidisciplinare con il coinvolgimento della rete dei servizi sociali dei Comuni e degli Ambiti sociali. Occorre ricordare che, secondo i recenti dati dell’ISTAT, nelle Marche è cresciuto il numero delle famiglie in condizioni di povertà relativa che nel 2018 sono il 10,7% del totale (8,8% nel 2017): una percentuale nettamente al di sopra della media delle regioni del Centro (7,8%).
“Si tratta di dati drammatici che rendono evidente come sia ancora diffusa la condizione di disagio e povertà di tante persone” – dichiara Daniela Barbaresi, Segretaria generale della CGIL Marche. – Per contrastare la povertà in maniera efficace è necessario da un lato un lavoro stabile e di qualità, mentre oggi continua a crescere il lavoro precario e a tempo parziale che non garantiscono adeguate condizioni di reddito; dall’altro, è necessario un sistema di welfare inclusivo, capace di farsi realmente carico delle fragilità delle persone e delle famiglie”. In particolare, per Barbaresi, “ è necessario garantire la rete dei servizi pubblici che consentono la presa in carico di chi si trova in condizioni di difficoltà, con un approccio multidisciplinare, necessario al contrasto della povertà”. Inoltre, “ è necessario garantire i diritti di cittadinanza: salute, scuola, servizi per l’infanzia, per gli anziani, per la non autosufficienza: servizi non solo bonus che monetizzano i bisogni”. Purtroppo, conclude Barbaresi, “ quello che si sta profilando nelle scelte del Governo è esattamente l’opposto con un ulteriore drastico taglio del Fondo sanitario nazionale, già oggi ampiamente al di sotto delle necessità, di cui faranno le spese maggiori le persone più fragili e in difficoltà”.