“CHIESA: COMUNICAZIONE E FAKE NEWS”: UN INCONTRO A SAN VENANZIO
Fabriano – Prosegue in Diocesi il cammino dell’anno pastorale sul tema centrale “Santi oggi”. Dopo l’intervento dell’attore Giovanni Scifoni a novembre, ora il prossimo appuntamento è per giovedì 24 gennaio, festività di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, alle ore 18.30 con Gianfranco Svidercoschi, giornalista e scrittore, sempre nella Cattedrale San Venanzio di Fabriano sulla tematica “Chiesa: comunicazione e fake news”. Svidercoschi ha raccontato i grandi eventi della Chiesa cattolica, dal Concilio Vaticano II all’avvicendamento di sette Pontefici. È stato vice direttore dell’Osservatore Romano e ha collaborato con Giovanni Paolo II nella stesura di Dono e Mistero. Ha scritto una ventina di libri, tra i quali Lettera a un amico ebreo, tradotto in venti lingue, e, con il cardinale Stanislao Dziwisz, Una vita con Karol e Ho vissuto con un santo. È stato anche sceneggiatore di due film su papa Wojtyla. “Proseguiamo questo cammino – ha sottolineato il Vescovo Stefano Russo – con un tema che va declinato in corrispondenza degli ambiti di vita in cui la Chiesa è attiva ed uno dei luoghi più importanti di confronto è quello dei media. Del cambiamento d’epoca di cui parla spesso Papa Francesco abbiamo un’immagine evidente nella trasformazione del mondo della comunicazione e come cristiani siamo chiamati ad usare il linguaggio della contemporaneità per annunciare Gesù Cristo, facendo sì che l’annuncio sia efficace e rimanga salda l’identità particolare dell’incontro cristiano. Non dobbiamo farci fagocitare dai nuovi strumenti della comunicazione, ma usarli salvaguardando sempre il valore della relazione delle persone in una vera sete di autenticità”.
Papa Francesco ha voluto indicare alcuni punti per vivere e comprendere la capacità dell’uomo di comunicare in maniera autentica, esprimendo una profonda maturazione della consapevolezza della Chiesa sulle questioni che riguardano la comunicazione al tempo delle reti digitali, alla luce del suo messaggio dell’anno scorso per la 48° giornata delle Comunicazioni Sociali “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”. Se la comunicazione non ci rende più «prossimi» gli uni agli altri, se non ci fa vivere la vicinanza, allora non risponde alla sua vocazione umana e cristiana. Papa Francesco scrive chiaramente: «internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio». Il Papa sembra leggere nella rete il segno di un dono e di una vocazione dell’umanità ad essere unita, connessa. Rivive, grazie alle nuove tecnologie della comunicazione, «la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio» (Evangelii Gaudium, 87).
Dunque, se ci chiedessimo perché, in definitiva, la Chiesa e i cristiani devono essere presenti nell’ambiente digitale, la risposta sarebbe semplice: perché la Chiesa è chiamata ad essere dove sono gli uomini. E oggi gli uomini vivono anche nell’ambiente digitale. La comunità ecclesiale non può dunque sottrarsi a questa nuova chiamata, proprio per la sua vocazione missionaria fondamentale: “Lo ripeto spesso: tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima. E le strade sono quelle del mondo dove la gente vive, dove è raggiungibile effettivamente e affettivamente. Tra queste strade ci sono anche quelle digitali”.