CONSIGLIO APERTO SULLA SANITA’ ASPETTANDO L’AREA VASTA MONTANA

Fabriano – Consiglio comunale aperto sulla sanità. A Palazzo del Podestà il direttore di Area Vasta 2, Maurizio Bevilacqua, il presidente della commissione regionale sanità, Fabrizio Volpini, i sindaci di Fabriano, Sassoferrato, Genga, Serra San Quirico, Pergola, Cupramontana, Mergo, il vicesindaco di Cerreto d’Esi e i sindacati. Coinvolte anche le Amministrazioni comunali di Arcevia, Camerino, Matelica, Staffolo, Sefro, Frontone, Esanatoglia. Il primo a prendere la parola è stato il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli. “Da parte dei sindaci c’è grande interesse verso questo percorso per tutelare l’ospedale Profili. A breve una nuova riunione dei primi cittadini dell’entroterra. Parliamo di sanità dell’Area montana: un punto di partenza per salvare il nostro territorio che ha caratteristiche diverse dalla costa. Concentriamoci – ha detto – sulla richiesta di istituzione di un’Area vasta montana, importante per un distretto che va da Camerino a Pergola, passando per Fabriano e abbracciando provincie di Macerata, Ancona e Pesaro”. Andrea Giombi, presidente prima commissione Area Istituzionale ha letto il documento congiunto approvato lo scorso consiglio comunale. “La sanità è di tutti, senza colori politici – ha ribadito – per questo abbiamo prodotto un documento unitario per la difesa e la valorizzazione dell’ospedale Profili, la struttura che serve il Comune più vasto delle Marche per estensione e per invertire la rotta dello spopolamento delle zona di montagna”. I sindacati hanno attaccato l’Asur: “Perchè due pesi e due misure tra Aree Vaste delle Marche?”

Vinicio Arteconi, Associazione Fabriano Progressista

“L’ospedale eroga un servizio fondamentale. Abbiamo perso, solo nei primi mesi di quest’anno, 500 residenti a dimostrazione dell’urgenza di investire in un territorio dove mancano le infrastrutture, i servizi sono carenti e la crisi peggiora e porta con se un aumento di patologie. La crisi sociale, ammettiamolo una volta per tutte, fa aumentare le malattie. Tutti dobbiamo affrontare questo problema sanitario. Siamo vicini a Perugia, solo 30 minuti di distanza, 70 da Ancona. Dobbiamo rivedere i confini e mettere al centro l’ospedale e ampliare il bacino d’utenza. Vogliamo un ospedale di primo livello con specializzazioni, autonomo e l’interruzione dei continui tagli alla sanità. Interi reparti – l’ultimo caso, in ordine di tempo, è la Pediatria – sono sostenuti con i gettoni di presenza: sono medici in arrivo da altre strutture che completano l’orario a Fabriano. In Cardiologia era stato promesso un nuovo macchinario, ma nulla. Il pronto soccorso ha un 30% di utenti dalla Vallesina, ma ha carenza di personale e ci sono difficoltà nei ricoveri per mancanza di medici. Mancano 7 anestesisti e le attività operatorie diminuiscono: è l’inizio della fine. Vogliono fare i numeri, ma non si danno gli strumenti idonei perchè l’eccellenza, da sola, non basta. Il contratto di lavoro non viene rinnovato da 10 anni. Stop alle esternalizzazioni”.

Luciano Stopponi, Partito Repubblicano

“Viviamo nella precarietà da molto tempo. Persi tanti servizi, dal Tribunale (sempre più un ‘fallimentificio’) alla Camera di Commercio. Come possiamo parlare di ripresa? Non esistono più nemmeno gli imprenditori. A pagare è sempre il cittadino”.

Massimo Cutuli, dirigente medico in servizio al Profili

“La paventata chiusura, negli anni, ha provocato tanti danni. All’origine di tutto la riduzione della percentuale, a livello italiano, dei tagli cesarei. Così la mannaia è caduta sulle strutture con meno di 1000 parti annui con tante strutture soppresse. La percentuale di tagli cesarei aumenta al Sud e nelle strutture private e per l’innalzamento dell’età della mamma. Gli standard di sicurezza ci sono nonostante i parti in diminuzione: personale h24, (in 6 a Fabriano e non in 8), doppia ostetrica, anestesisti h24. Dovremmo avere 6 pediatri, ma ce ne sono due. Negli ultimi anni è nata l’Afoi, la sinergia tra Profili e Salesi di Ancona. A Fabriano 493 parti nel 2012. Lo stesso anno, a Gubbio 250 parti. Quando è nato questo allarme punto nascita la svolta negativa: l’ospedale di Branca ha totalizzato un +27% di parti (mobilità passiva in primis) rispetto a noi. Il 30% delle gestanti che seguono il corso parto a Fabriano, partorisce altrove. A Fabriano percentuale taglio cesareo del 27%, l’ospedale Salesi di Ancona il 43%, Jesi 34%, Senigallia 32%. Tutti i punti nascita hanno avuto riduzione dei parti di diversi punti percentuali. Tutti vogliono la nostra chiusura: tagliare noi corrisponde alla loro salvezza”.

Mauro Giombi, medico di famiglia

“La Regione non ha informatizzato il fascicolo sanitario dei medici di famiglia e la collaborazione tra ospedale e medici di base. I reparti dell’ospedale, poi, non parlano tra loro e così viene meno la qualità del lavoro. La storia di quel paziente è fondamentale per poter intervenire al meglio. L’aumento dell’età pensionabile ha peggiorato la situazione e tra qualche anno avremo tanti pensionamenti e poche assunzioni”.

(aggiornato alle ore 19,45)

I sindaci

“Viabilità e ospedale sono una bomba da disinnescare. Vogliamo la modifica del decreto Balduzzi per il mantenimento del punto nascita”, ha detto il vice sindaco di Cerreto D’Esi, Giovanni Montanari.

“L’ospedale di Fabriano è fondamentale per il nostro territorio montano, come sono fondamentali le vie di comunicazione che a oggi ancora non ci sono e che rendono più difficoltoso il raggiungimento di altri centri ospedalieri. Abbiamo fatto più di 30 anni di politica per la montagna per fare rimanere le persone nel territorio, ora li lasciamo allo stato brado togliendo loro i servizi fondamentali”, il punto del sindaco di Genga, Giuseppe Maderdoni.

“I servizi sanitari nelle aree montane sono imprescindibili per evitare lo spopolamento. Non possiamo permetterci che siano impoveriti, ma anzi vanni adeguati e potenziati”, la presa di posizione del primo cittadino di Sassoferrato, Ugo Pesciarelli.

“Era necessario affrontare queste problematiche nell’ambito istituzionale del consiglio comunale perché la nostra area sta perdendo molto in servizi, dalle strutture sanitari, alle strade e ferrovie”, il commento del sindaco di Serra San Quirico, Tommaso Borri.

Volpini e Bevilacqua

Il presidente della commissione consiliare regionale Sanità, Fabrizio Volpini ha detto: “Ho apprezzato il fatto che ci sia stato portato all’attenzione un documento condiviso e così ampio in termini di coinvolgimento del territorio. La richiesta di istituzione di un’Area Vasta montana merita di essere affrontata con l’istituzione di un tavolo. Credo che un’Amministrazione regionale attenta debba farsi promotrice di ciò, soprattutto perché siamo in una fase di discussione del Piano Sanitario Regionale. Credo che sia il momento opportuno. Sul Punto nascita posso solo dire che abbiamo reiterato la richiesta di deroga come zona disagiata e perché Fabriano è all’interno del cratere sismico”.

Il direttore dell’Area Vasta 2, Maurizio Bevilacqua: “Non c’è alcuna volontà di chiudere il Punto nascita dell’ospedale di Fabriano da parte della Direzione sanitaria. Per quel che riguarda la carenza di personale, premesso che stiamo scontando il turnover fra pensionamenti e nuovi ingressi e la carenza nazionale di pediatri, posso dire che entro fine anno saranno completati i concorsi e, quindi, assunti otto medici: Medicina Interna, Pronto Soccorso, Anestesia e Rianimazione, Ortopedia, Dipendenze patologiche, Dipartimento Salute mentale, Diabetologia, Biologia”.

Marco Antonini