2MILA CANTIERI E 402 IMMOBILI GIA’ RICOSTRUITI – Due anni dopo
“A due anni dal sisma ci sono duemila cantieri aperti e 402 immobili già ricostruiti. Credo che ci voglia l’umiltà di rendersi conto che non è mai sufficiente di fronte a un disastro come quello del terremoto del 2016”. Così il Commissario del governo alla ricostruzione, Paola De Micheli, a margine dell’inaugurazione della nuova scuola antisismica di Leonessa (Rieti). “Credo che sia necessario riconoscere anche quello che è stato fatto – ha aggiunto De Micheli – tutti insieme, commissario, regioni, sindaci. Dobbiamo dare un segnale di fiducia e chiarire bene a coloro che hanno la casa distrutta che si può ricostruire, si ricostruisce bene e in modo sicuro. Questi territori meravigliosi possono continuare a essere abitati con una qualità della vita elevata. Per cui – ha concluso il Commissario del governo – le giuste critiche ce le prendiamo tutte ma vorrei comunque che fosse valorizzato il lavoro fatto e si diffonda un clima di fiducia sulla possibilità di continuare a vivere bene”. Intanto, nei giorni scorsi, i sigilli della casetta di legno di nonna Peppina, al secolo Giuseppa Fattori, la 96enne di San Martino di Fiastra, diventata il simbolo dei terremotati, “sono stati tolti dai carabinieri forestali di Visso, ma la notifica del dissequestro è arrivata solo nella tarda mattinata di oggi”. Lo dice all’Ansa Gabriella Turchetti, una delle due figlie dell’anziana, che si trova da qualche tempo in una Rsa di Castelfidardo per un periodo di riabilitazione, dopo la frattura di un polso. “Speriamo di portarla su, a san Martino di Fiastra, il più presto possibile, ma prima bisogna ripulire tutta l’area che è infestata da erbacce e arbusti. E rendere abitabile la casa, chiusa da 11 mesi”. Peppina ha saputo la notizia stamattina dal genero Mario Borghetti: “si è messa a piangere – racconta Gabriella -. Mio marito le ha chiesto se era contenta e ha detto di sì, ma ha aggiunto ‘spero di farcela’”. Problemi a non finire. Nelle aree terremotate la produzione di latte è calata del 20% anche per la chiusura delle stalle, ma le difficoltà non hanno scoraggiato la maggioranza di agricoltori e allevatori che, a prezzo di mille difficoltà e sacrifici, non hanno abbandonato il territorio ferito e sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti a due anni dalla prima scossa che il 24 agosto 2016 ha devastato ampie aree del centro Italia. A Castelluccio di Norcia è in piena raccolta la prestigiosa lenticchia con la falciatura degli oltre 500 ettari seminati e un raccolto che si prevede buono attorno ai 3mila-4mila quintali, secondo l’organizzazione agricola. E sulle tavole rimangono anche il ciauscolo, il caratteristico salame spalmabile marchigiano, il pecorino dei Sibillini e le tante altre specialità del territorio – spiega una nota Coldiretti – come la patata rossa di Colfiorito, lo zafferano, il tartufo, il prosciutto di Norcia Igp o la cicerchia.
Qui Fabriano
Sono passati 2 anni da quel maledetto 24 agosto. Erano le 3,36 di una classica giornata estiva. A distanza di 24 mesi siamo ancora qui, con le scuole da sistemare, diverse chiese ancora chiuse e la ricostruzione privata che deve partire. Ad oggi sono 249 le famiglie (circa 740 persone) che ricevono il contributo Autonoma sistemazione e non sono ancora rientrate nelle loro case inagibili. Gli ultimi 38 sfollati a marzo hanno lasciato, dopo 16 mesi, l’hotel Gentile. Sono XXX le ordinanze di inagibilità emesse dal Comune di Fabriano. Chiese e scuole i due maxi cantieri cittadini. Sono 12 gli edifici di culto i cui progetti sono stati già presentati all’Ufficio Ricostruzione Marche e sono stati approvati sia da un punto di vista tecnico che economico. A maggio si sono svolte le prime gare. Appaltato 5 chiese. A breve saranno appaltate tutte. L’apertura dei cantieri è prevista entro l’inizio di settembre. Su 12 chiese due sono state inserite nell’ordinanza 23 del 5 maggio 2017; 10 nell’ordinanza 32 del 21 giugno 2017 entrambe per la “Messa in sicurezza delle chiese danneggiate dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016 con interventi finalizzati a garantire la continuità dell’esercizio del culto. Il totale della somma concessa alla diocesi di Fabriano-Matelica per queste opere di messa in sicurezza è intorno ai 1.500.000 euro. Cinque sono a Matelica: Santa Maria delle Grazie a Braccano, San Giovanni Battista a Colferraio, San Vincenzo Martire a Colli, San Michele Arcangelo a Rastia, San Fortunato a Poggeto. Quattro a Fabriano: San Donato, San Venanzo Vescovo a Albacina, Santa Maria in Campo e Santa Maria Sopra Minerva a Castelletta. Due a Cerreto D’Esi: Collegiata Santa Maria Assunta e Santa Maria delle Grazie a Cerquete. Una a Serra San Quirico: Beata Maria Vergine del Rosario a Domo. Per quel che riguarda le scuole cambia la dislocazione del plessi. La scuola media Giovanni Paolo II, in attesa di essere demolita – il bando di affidamento per la nuova progettazione va fatto entro l’anno – effettuerà almeno i prossimi due anni scolastici presso l’ex Tribunale di viale Zonghi. Qui troveranno spazio non solo i 300 studenti delle medie, ma anche i piccolini del nido Petrarca la cui storica sede nella via omonima è stata chiusa. Allo studio il trasferimento nell’asilo di via Ciampicali, al Borgo. Le lezioni della scuola dell’infanzia Petruio, invece, cominceranno nella struttura ricostruita e inaugurata meno di un mese fa alla presenza del vicepremier Di Maio.
m.a.