ALL’ITIS UN FORUM SCUOLA-STUDENTI-GENITORI
di Giancarlo Marcelli, dirigente scolastico
Capita sempre più di occuparsi nella scuola di giovani difficili, che si comportano in modo incomprensibile verso i valori del rispetto che appartengono alla vita. E’ sempre più difficile trattarli e educarli alle buone maniere perché paradossalmente spesso le vivono in complicità con la propria famiglia, che il più delle volte è frantumata nell’incomprensione dei genitori e solo apparentemente esistente verso i figli. Non voglio essere bigotto, anzi non credo di esserlo ma non c’è ragazzo con problemi comportamentali che non abbia alle spalle l’assenza di sani principi e valori, condivisi con la propria famiglia. Dopo un rimprovero di qualunque natura sia per una entrata in ritardo, per una mancanza di rispetto verso il personale scolastico e per il fumo non consentito, maledetto male per i giovani di questo tempo, arriva la telefonata della mamma che vuol parlare con il preside per chiedere ragione del rimprovero. Anche la scena dell’incontro è usuale, la mamma viene spalleggiata dal papà con cui normalmente non si parla, ma ora lo incontra richiedendo sostegno per accusare la scuola di incapacità a capire il proprio figlio. La scuola deve…, il professore non può …., mio figlio arriva tardi e lo giustifico! Quante assurde e paradossali situazioni. Arrivano poi atti di bullismo, un po’ naturalmente e le mamme continuano a correre per dire magari mio figlio non voleva o …. Ecco allora cosa forse occorre fare, finché si è in tempo, ridare fiducia alla scuola, sostenerla e presentarla ai propri figli come il luogo del rispetto e non quello della divagazione. Proviamoci!
Riflessione e dibattito all’Itis dopo lettura dell’articolo del Preside
ERIKA (redazione): Secondo voi, quali sono le caratteristiche per essere un buon professore?
CLASSE: Per essere un buon professore bisogna essere competenti, non basta una laurea o un pezzo di carta per insegnare. Un professore, prima di tutto, deve saper tenere la classe e relazionarsi con essa. Deve capire le problematiche degli alunni e trasmettere il piacere che prova nel fare il proprio lavoro. Prima di essere un professore deve essere un educatore. Anche i criteri di valutazione per la scelta dei professori dovrebbero essere più attenti e controllati.
ERIKA (redazione): Come devono intervenire i genitori per bloccare l’aggressività e la violenza che i propri figli hanno nei confronti dei docenti?
CLASSE: L’educazione parte dal principio, dalla famiglia. Se un figlio viene educato in determinati modi, solitamente non si comporta male ma tende a seguire dei principi e a comportarsi educatamente. Inoltre i genitori non devono sempre difendere i propri figli.
ERIKA (redazione): Secondo voi, è cambiato il rapporto tra alunni e professori nel tempo? Perché?
CLASSE: Si, il rapporto tra alunni e professori è cambiato molto; una volta i professori si facevano rispettare di più, c’era più rigidità. Oggi invece il loro rapporto risulta più amichevole e confidenziale
ERIKA (redazione): E tra genitori e docenti? Perché?
CLASSE: Sì, una volta i genitori difendevano di meno i propri figli. Forse oggi, i genitori hanno poco dialogo con i propri figli e a causa del senso di colpa tendono a difenderli sempre, come se volessero colmare una mancanza. È’ giusto che i professori riprendano gli alunni, i quali devono difendersi da soli. L’iperprotettività dei genitori comporta che i propri figli maturino più lentamente.
ERIKA (redazione): Cosa possono fare gli insegnanti quando non accettano i comportamenti degli studenti?
CLASSE: Il professore dovrebbe parlare in privato con l’alunno cercando di capirlo e di arrivare ad un compromesso. Se ciò non funziona, deve prendere provvedimenti più seri e metterli in atto, per evitare di perdere credibilità
ERIKA (redazione): Secondo voi, cosa può innescare un conflitto tra professore e alunno?
CLASSE: Quello che può provocare un conflitto potrebbe essere la mancanza di lealtà o coerenza, sia da parte degli alunni che da parte dei professori, le incomprensioni, il non dialogo. Anche i voti contestabili o la mancanza di imparzialità con gli alunni. Infine il fatto che i professori non devono avere ragione a prescindere e non devono approfittarsi del ruolo che ricoprono.
ERIKA (redazione): Come prevenire un eventuale conflitto?
CLASSE: Per evitare un conflitto deve esserci rispetto reciproco, il professore deve stabilire delle regole che devono essere uguali per tutti e che tutti devono rispettare. È’ necessario risolvere subito i problemi senza rimandare e capirsi l’un l’altro. Entrambi devono agire con maturità senza provocare o rispondere male.
ERIKA (redazione): Secondo voi, è importante la lezione frontale? Perché? Se sì, perché alcuni ragazzi cercano di “boicottarla”?
CLASSE: La lezione frontale è molto importante e forse alcuni alunni tendono a boicottarla per disinteresse o noia. Gli alunni cercano di divagarsi ogni tanto ma non lo fanno con cattiveria. Anche la predisposizione logistica della classe può condizionare la lezione; magari una predisposizione che metta alunni e professori sullo stesso piano (senza cattedra) può agevolare l’andamento delle lezioni. Infatti, in questo modo, professori e alunni potrebbero relazionarsi meglio. Nonostante ciò, ognuno dovrebbe mantenere i propri “ruoli”: i professori devono insegnare e gli alunni devono ascoltare, ma i due non devono avere paura di confrontarsi.
ERIKA (redazione): Molti dicono che i docenti non godono più dell’ autorevolezza di una volta, a cosa si può ricondurre ciò secondo voi? E cosa vuol dire oggi autorevolezza per voi?
CLASSE: L’autorevolezza viene creata dal professore stesso. Autorevolezza significa farsi rispettare, farsi piacere, saper dare e ottenere la fiducia degli alunni. I professori devono sapersi approcciare con la classe, devono porre dei limiti ma nonostante ciò non deve mancare il momento di scherzo o di svago. Per un professore autorevole gli alunni possono perfino provare stima o affidarsi a lui.
ERIKA (redazione): Secondo voi, come si può migliorare il rapporto tra alunni e professori?
CLASSE: Entrambi le parti devono rimanere “tranquille”, non bisogna aggredirsi. Gli alunni non devono agire d’impulso o rispondere male perché questo può far agitare o alterare i professori e creare un clima di tensione nel quale è difficile lavorare.