STOP A BUS E MEZZI PESANTI SUL PONTE DI VIA MARCONI
Jesi – Il Ponte San Carlo, che scavalca il fiume Esino lungo Via Marconi per raggiungere il quartiere Minonna e la Statale 362 per Santa Maria Nuova, Filottrano e Macerata, è in precarie condizioni strutturali che ne consigliano una riduzione dei carichi di transito. Lo ha evidenziato il tecnico esterno a cui l’Amministrazione comunale ha affidato l’incarico per una verifica della stabilità della struttura portante. Per questo motivo la Giunta comunale, nella sua ultima seduta, ha deciso di istituire il divieto di transito per i mezzi pesanti (peso complessivo a pieno carico superiore ai 35 quintali). Interdetto pertanto il passaggio degli autobus sia del servizio urbano che extraurbano, così come quello di scuolabus, mezzi della raccolta rifiuti e camion in generale. Il divieto scatterà entro un paio di settimane, tempo necessario per avvisare l’Anas, le aziende di trasporto pubblico e le associazioni di categoria dei trasportatori, individuando percorsi alternativi. In particolare apposita cartellonistica di preavviso sarà affissa all’uscita di Jesi Est e Jesi Ovest della superstrada per evitare l’uscita dei mezzi pesanti su Jesi Centro. La scelta di limitare il traffico ai mezzi pesanti è stata preferita a quella di un senso unico alternato per le inevitabili code che si sarebbero formate in entrambi i sensi di marcia. La relazione sullo stato di conservazione del Ponte San Carlo è stata effettuata dal progettista incaricato, ing. Luigino Dezi, che ha evidenziato “uno stato di conservazione piuttosto compromesso causato essenzialmente dalla prolungata esposizione agli agenti atmosferici della struttura portante e dalla mancanza di interventi di manutenzione che hanno prodotto il diffondersi di fenomeni di ossidazione nelle armature metalliche che, in alcuni casi, in particolare per quanto riguarda le staffe all’intradosso delle travi, ne hanno portato alla rottura”. L’analisi sismica complessiva ha altresì evidenziato indicatori di sicurezza piuttosto bassi. Il medesimo tecnico, alla luce delle verifiche con i carichi di traffico e dello stato di degrado osservato, ha quindi ritenuto necessaria ed urgente una limitazione del traffico che, come detto, interesserà in questa fase, i soli mezzi pesanti. Per quanto riguarda la vulnerabilità sismica, lo stesso tecnico ha consigliato all’Amministrazione comunale di evitare interventi di miglioramento della struttura, preferendo a conti fatti e nell’incertezza della realizzazione di tali interventi, la demolizione e ricostruzione del Ponte. Un’opera dal costo di 4 milioni che il Comune di Jesi aveva già chiesto di essere finanziata con un bando del Ministero dell’Interno dedicato proprio alla messa in sicurezza di edifici e territorio. Pur avendo tutti i requisiti per essere ammesso al contributo, l’intervento non è rientrato in graduatoria. Pertanto l’Amministrazione comunale riproporrà l’intervento nel prossimo bando e si sta al contempo attivando per individuare altre forme di finanziamento possibile.