LE RICHIESTE DEI CACCIATORI DEL FABRIANESE

Fabriano – Martedì 17 Aprile, su invito di un gruppo di cacciatori, supportati dalle associazioni venatorie e precisamente:  Arcicaccia, Confavi, Enalcaccia, Federcaccia, Italcaccia e Liberacaccia, presso la sala Ubaldi (foto) dell’Istituto Agrario di Fabriano, sono intervenuti: L’Assessore Regionale alla Caccia e alla Cultura Moreno Pieroni e il dirigente Regionale Davide Anastasi, per affrontare il tema della situazione faunistica fabrianese. Oltre 100 persone fra cacciatori e interessati alla tematica hanno affollato la sala e ciò sta a dimostrare quanto la problematica sia sentita. All’Assessore è stata illustrata la situazione estremamente deficitaria delle popolazioni selvatiche oggetto di caccia, principalmente riferite a fagiani, starne e lepri a fronte di un territorio che tantissimi ci invidiano. Quanto sopra, secondo i promotori, è dovuto principalmente alla mancata produttività delle zone di ripopolamento e cattura. Nel fabrianese vi sono circa 4.000 ettari di terreno chiusa alla caccia tra zone di Ripopolamento e cattura, zone di rispetto e zone di produzione di fauna selvatica. A fronte di tale scenario sono state formula te tre proposte:

  • Aprire alla caccia le zone non più produttive (alcune sono chiuse da oltre trenta anni e quindi hanno esaurita la loro funzione) e contemporaneamente chiudere alla caccia altre zone di pari ampiezza;
  • La gestione di tali zone dovrebbe essere affidata ad un comitato di gestione formato da rappresentanti locali delle associazioni venatorie, in quanto perfetti conoscitori del territorio potrebbero mettere in atto tutte quelle azioni non in grado di essere percepite da chi vive lontano. Naturalmente tale comitato riferirà periodicamente del suo operato e dei risultati ottenuti all’Ambito Territoriale di Caccia;
  • Fare in modo che i confini di dette zone seguano i confini naturali, quali strade, fossi, canali ecc, per far in modo da non intralciare il lavoro dei campi e a non mettere in difficoltà i cacciatori. Inoltre, poiché la finalità istituzionale delle Zone di Ripopolamento e cattura è quella di irradiare la selvaggina nei territori confinanti, gli stessi non devono essere contigui con altre istituzioni, quali zone di rispetto e altri Ambiti Territoriali di Caccia.

L’assessore Pieroni ha seguito con estrema attenzione quanto illustrato e nel prendere la parola ha evidenziato che è interesse della Regione che un territorio sia produttivo e che la selvaggina sia in equilibrio con l’ambiente, di conseguenza si è impegnato ha convocare a breve in Regione una riunione con le Associazioni Venatorie al fine di superare le problematiche così calorosamente illustrate.

cs