L’OPPOSIZIONE ABBANDONA I LAVORI, GIOMBI RESTA. IL BILANCIO PASSA

Fabriano – Prima l’incontro dei capigruppo, poi l’annuncio, da parte del consigliere Giovanni Balducci che l’opposizione avrebbe abbandonato i lavori e non avrebbe partecipato alla votazione del consiglio comunale, poi l’annuncio di Andrea Giombi che tuona contro i colleghi che “serve senso di responsabilità e che un vizio di forma non può bloccare il consiglio perché, oltretutto, chi (riferendosi al Pd) si è alzato ed è andato via ha già abbandonato Fabriano da anni e ha consegnato un’ampia maggioranza al Movimento 5 Stelle”, poi il voto. E’ la sintesi della mattinata di oggi, 28 marzo, a Palazzo del Podestà dove si è svolta la seduta di approvazione del bilancio di previsione. Associazione Fabriano Progressista, Pd, Forza Italia, Fabriano Popolare e Lista Scattolini sono usciti polemicamente ribadendo “ribadendo l’illegittimità della convocazione del consiglio comunale a causa dei tempi non rispettati visto che la prima data utile era il 3 aprile e non il 28 marzo”.

A questa critica ha risposto prima il presidente, Giuseppina Tobaldi, poi l’assessore alle Finanze, Francesco Bolzonetti, che hanno ribadito la correttezza di quanto fatto visto che “il consiglio è stato convocato con scienza e coscienza e i singoli documenti erano stati depositati il 28 febbraio”. Prima della votazione ha preso la parola il capogruppo del Movimento 5 Stelle, William Giordano per evidenziare “come i documenti sono a disposizione di tutti da circa 50 giorni visti anche gli articoli della stampa pubblicati tra il 7 e il 10 febbraio. Quello dell’opposizione – ha concluso Giordano – è un cavillo formale per mettere in difficoltà la Giunta. Peccato che non si sono accorti che, in realtà, mettono in difficoltà città. Da oggi si cambia atteggiamento nei confronti delle opposizioni perché siamo stati troppo buoni nel ricercare la collaborazione”.

La protesta

Alle 9 a Palazzo Chiavelli si sono riuniti i capigruppo. Il consigliere Pd, Giovanni Balducci, ha chiesto di rinviare la seduta per un vizio di legittimità. A nome degli altri partiti dell’opposizione, gruppo Fabriano Progressista escluso, ha letto il documento con il quale sono state ribadite le ragioni dell’abbandono dell’aula, “La norma prevede termini ben precisi proprio a garanzia delle minoranze, che, di fronte ad un atto di tale complessità quale il bilancio, hanno il sacrosanto diritto di poter vagliare, integralmente e con la dovuta serenità, tutti gli atti del bilancio, compresi gli allegati obbligatori. A riprova di ciò ci preme sottolineare che la stessa Dirigente ai Servizi Finanziari si è premurata di inviare una comunicazione a tutti i Consiglieri sottolineando che, in ragione della complessità del bilancio, il termine per la presentazione di eventuali emendamenti era di cinque giorni lavorativi e non già tre come previsto in regolamento. Dunque, la mancanza del parere del Collegio dei revisori dei conti su piano triennale opere pubbliche e piano alienazione è fondamentale per le nostre prerogative” si legge nel documento letto da Balducci.

Per replicare il presidente del Consiglio, Giuseppina Tobaldi, ha ribadito come “la mancanza del parere non è fondamentale in quanto gli stessi Revisori dei conti avevano espresso parere il 26 febbraio e il 13 marzo non hanno fatto altro che richiamare integralmente il primo. I consiglieri comunali hanno avuto tutto il tempo necessario per poter visionare la documentazione di bilancio e presentare i propri emendamenti”. Stesso pensiero dell’assessore Bolzonetti. Andrea Giombi si è dissociato dai colleghi dell’opposizione perché “serve senso di responsabilità”. Alla fine il bilancio è stato approvato a maggioranza con 15 voti favorevoli. Bocciati tutti gli emendamenti di Andrea Giombi volti alla costituzione di un fondo contro la povertà che potrebbe essere alimentato con le risorse del 5 per mille; alla creazione di una voce che dia risorse ai comitati di quartiere al fine della realizzazione del bilancio partecipato e alla creazione di una voce che dia risorse per l’iniziale creazione del Parco del Giano.

La tassa di soggiorno

In primo piano anche la tassa di soggiorno che servirà per mantenere il punto Iat, Centro Informazioni e Accoglienza Turistica. Una scelta, quella della Giunta di Fabriano, che ha scatenato l’ira di Confindustria, perché, secondo gli industriali è “l’ennesimo prelievo alle aziende”. Sulla vicenda è intervenuto il sindaco Gabriele Santarelli per specificare che “il voto in consiglio non implica in automatico la sua istituzione che potrà essere rinviata fin quando non si raggiungerà un accordo con le parti interessate che stiamo incontrando”. Il primo cittadino ha ribadito che “i proventi verranno destinati a garantire la sopravvivenza del punto Iat della città che attualmente svolge un servizio rivolto a tutte le strutture recettive del territorio. Quello dello Iat – conclude Santarelli – è un lavoro silenzioso e molto prezioso che vogliamo continuare a garantire, ma che è strettamente legato alla volontà della Regione di contribuire alle spese di gestione. Tale volontà viene messa in discussione ogni anno. Vorremmo anche implementare i servizi offerti, realizzando magari un sito internet efficiente al servizio delle imprese turistiche. La parte restante verrà destinata a investimenti da concordare con gli operatori del settore”. Il regolamento prevede il pagamento di 1 euro a notte e che la tassa venga applicata fino ad un massimo di 12 pernottamenti complessivi l’anno per coloro che soggiornano per lavoro. Nessun pagamento è previsto dopo il terzo giorno consecutivo.

Il sindaco nella conferenza stampa del 22 marzo

“Il consiglio comunale, inizialmente, si sarebbe dovuto tenere il 20 marzo, poi è stato posticipato al 28 alle ore 9 nonostante questo avesse differito diversi pagamenti come quello dell’Autonoma sistemazione ai terremotati perchè la precedente Giunta, in bilancio, non aveva messo per il 2018, nessun capitolo di spesa. La questione sollevata dalla minoranza è una questione di forma e non di sostanza visto che i revisori, il 27 febbraio, avevano espresso un primo parere, lo stesso poi confermato il 13 marzo. Ci siamo confrontati con diversi segretari comunali prima di prendere questa decisione. Tra l’altro solo Fabriano Progressista e Associazione Fabriano Progressista hanno presentato emendamenti, gli altri nulla”. Così il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, replica alla presa di posizione della minoranza che ha evidenziato l’arroganza nel convocare un consiglio prima che fossero passati i 20 giorni necessari per poter studiare il bilancio.

L’opposizione

“La documentazione necessaria è arrivata il 13 marzo e, quindi, convocare il consiglio per l’approvazione del bilancio di previsione 2018 il 28 marzo non rispetta i termini previsti per legge. La seduta andava fatta il 3 aprile rispettando il termine dei 20 giorni dall’invio del materiale. Sarebbe stato meglio ricevere un richiamo dalla Prefettura per non aver dato l’ok entro il 31 marzo, come da normativa, che non dare tempo all’opposizione di lavorare bene, studiare gli atti e proporre emendamenti al documento più importante della città”. Così i consiglieri di opposizione, Giovanni Balducci (Pd), Olindo Stroppa (Forza Italia) in rappresentanza anche di Vincenzo Scattolini, Vanio Cingolani (Fabriano Popolare) e i rappresentanti dei partiti, Francesco Ducoli per il Partito Democratico e Francesco Spedaletti (Associazione Fabriano Progressista). La minoranza fabrianese, ad eccezione del consigliere Giombi, ha annunciato che, dopo aver spiegato le motivazioni tecniche per cui la data prescelta è errata, abbandonerà l’aula e non voterà il bilancio. “Un’alternativa c’era: bastava fare una prima convocazione entro il 31 marzo, poi una seconda a inizio aprile – spiegano – e avremmo avuto il tempo tecnico per analizzare le quasi 200 pagine che compongono il bilancio”.

La nota integralehttps://www.radiogold.tv/?p=32743

Marco Antonini

 

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