SAN VINCENZO DE’ PAOLI, 5.000 PASTI CALDI E 1.400 PERNOTTAMENTI L’ANNO
Alta l’attenzione sul fenomeno della povertà, una piaga che non risparmia anche Fabriano ed il comprensorio con dati sempre più allarmanti forniti anche dalle associazioni di volontariato che operano nel nostro territorio. Ne parliamo con Francesco Mearelli, presidente della San Vincenzo de’ Paoli, sede di Fabriano.
Presidente, partiamo subito con i dati. Quante richieste di aiuto sono pervenute alla San Vincenzo de’ Paoli e soprattutto quante persone o famiglie sono in attesa di aiuto?
La San Vincenzo de’ Paoli da sempre si occupa di povertà, a Fabriano è presente da quasi 90 anni e dal 1995 gestisce la Casa di Accoglienza in via Mamiani per le persone senza fissa dimora, somministrando gratuitamente pasti e pernottamento. Durante l’anno vengono distribuiti quasi 5.000 pasti caldi a pranzo e a cena oltre a 1.400 pernottamenti con igiene personale; da un pò di tempo vengono accolti anche cittadini fabrianesi che si trovano in condizioni di bisogno. Tutto questo grazie alla preziosa collaborazione delle cuoche e dei cuochi che, volontariamente e gratuitamente, dedicano un po’ del loro tempo e si avvicendano ai fornelli della casa, a cui va il nostro ringraziamento. Nel nostro punto di ascolto presso la sede, abbiamo modo di incontrare e dialogare con diverse famiglie in stato di bisogno che vengono per chiedere un aiuto. Nell’ultimo anno siamo stati in grado di sostenerne un centinaio, specialmente dove sono presenti bambini o persone ammalate ,contribuendo per qualche bolletta, per medicine e per visite mediche, per libri scolastici ed altre necessità. Purtroppo vediamo che la crisi economica del comprensorio non accenna ad allentare, non ce lo auguriamo, ma vediamo un futuro più grigio che rosa.
Fondamentale è il ruolo dei volontari. Esattamente che tipo di impegno viene richiesto a queste persone generose che desiderano avvicinarsi al mondo del volontariato con la vostra associazione?
I volontari si stanno diversificando, occupandosi anche di altre iniziative a scopo socio umanitario. La nostra associazione è fatta proprio da soci e collaboratori volontari. Purtroppo l’età avanzata comporta qualche defezione, specialmente nella cucina della casa, causando un maggiore impegno per le altre cuoche. Sarebbe necessario un incremento di volontari alla cucina, si tratterebbe di un impegno di due/tre ore per un giorno alla settimana, per consentire una migliore distribuzione dei turni. Chi volesse proporsi ci può liberamente interpellare in sede. Vedendo e sentendo chi si sta già impegnando, notiamo che la soddisfazione ripaga largamente il sacrificio.
Parliamo dei “Tavoli sulla povertà” che si riuniscono due volte al mese. Possiamo tracciare un bilancio dei lavori svolti?
E’ ancora presto per fare un bilancio dei lavori. I “Tavoli sulla povertà” sono incontri quindicinali ai quali partecipano le associazioni di volontariato (San Vincenzo de Paoli, Caritas, CAV) ed i servizi sociali del Comune; in quella sede vengono approfonditi i casi più critici al fine di dare, quando possibile, una risposta mirata evitando sovrapposizioni degli interventi. Penso che non guasti la partecipazione di un componente della Giunta.
Riguardo i fondi destinati al sociale, qual è la situazione allo stato attuale?
Al momento attuale, le nostre disponibilità economiche sono molto esigue e non riusciamo a far fronte come vorremmo a tutte le richieste che ci vengono rivolte. Le nostre risorse provengono principalmente dalla raccolta del” Fiore che non marcisce”in novembre ai cimiteri , presso alcuni negozi durante l’anno e da alcune donazioni di famiglie generose che ringraziamo di tutto cuore. La Curia ci concede un contributo (derivante dall’8×1000) per affrontare parzialmente le spese della casa di accoglienza. Siamo fiduciosi nella Divina Provvidenza. A livello statale ci sono alcune forme di assistenza quali SIA, SIA SISMA, REI, sulla base del certificato ISEE per le famiglie bisognose, ma costatiamo che ci sono molte disfunzioni di erogazione dovute alla difficoltà di dialogo fra INPS e Poste Italiane. Chi ha fame, quanto può attendere?? Speriamo anche che in un prossimo futuro la Fondazione Carifac riesca a ripristinare i contributi annullati dallo scorso anno.
Importante è il lavoro sinergico tra i vari operatori del territorio per affrontare il problema della povertà. La Pubblica Amministrazione riesce a dare un contributo sostanziale e fattivo?
Sicuramente un’attività congiunta fra tutti gli operatori del territorio è molto importante perchè si può avere una migliore utilizzazione delle risorse. Le associazioni di volontariato possono affrontare le prime emergenze ma, per una soluzione definitiva, servono interventi strutturali da parte delle istituzioni. Il contributo da parte dell’amministrazione comunale sarà in funzione della disponibilità economica che hanno inserito o che inseriranno a bilancio, sulla base della consapevolezza che hanno acquisito in questi primi mesi di governo. Noi abbiamo fatto alcune proposte flash per le quali attendiamo risposta.
Come ritiene sia giusto affrontare questo problema dilagante per cercare quantomeno di arginarlo? Esiste una programmazione degli interventi in tal senso?
Il problema sarebbe automaticamente risolto con “IL LAVORO”, ma questa è pura utopia, perchè sarà molto difficile che Fabriano in un futuro prossimo possa riavere un’occupazione come c’era dieci anni fa. Non sono molto esperto ma penso che per iniziare si dovrebbe concepire una differente idea dell’economia del territorio, mettendo a disposizione il patrimonio pubblico inutilizzato, incentivando l’iniziativa privata, riqualificando le maestranze su altri mestieri, riducendo la burocrazia e concedendo finanziamenti a chi ne ha bisogno, Per questo però ci sono persone, enti ed istituzioni preposte che saranno giudicate sulla base dei risultati raggiunti.
Gigliola Marinelli