PARCO GOLA DELLA ROSSA, BOTTA E RISPOSTA SANTARELLI-DUCOLI

Botta e risposta tra il Sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli e il segretario Pd, Francesco Ducoli sulla questione Parco Gola della Rossa. Le dichiarazioni integrali. 

Il sindaco e vicepresidente Unione Montana con delega al Parco, Santarelli

Al PD e alla regione non interessa COME viene gestito il Parco della Gola della Rossa e di Frasassi ma piuttosto sono interessati a CHI lo gestisce. Così siamo venuti a sapere solo per caso del deposito di una proposta di legge a firma PD con la quale si propone di modificare la governance dell’Ente Parco, togliendolo dalla guida dell’Unione Montana espressione del territorio, per metterla nelle mani di qualche nominato dalla politica. Mai negli anni passati, che a esprimere il Presidente era proprio il PD mediante l’amministrazione di Fabriano, si era paventata una cosa del genere. Ora che il giochetto si è rotto e che a ricoprire il ruolo di Assessore con delega al Parco è un sindaco del Movimento 5 Stelle ecco spuntare questa proposta di legge. Una proposta che verrà portata in discussione in commissione nel giro di pochi giorni dal suo deposito con un iter iper accelerato, senza che nessuno dei sindaci del Parco, nemmeno il Presidente dell’Unione Montana, sia stato minimamente informato. Le tempistiche sono chiare: tra poche settimane verrà approvata la variazione di bilancio della Regione e si stabiliranno le risorse da destinare agli enti parco per il 2017. In pochi mesi stiamo facendo cambiare pelle al Parco con iniziative che lo porteranno ad essere un punto di riferimento importante per tutto il territorio come mai era stato fino ad oggi. Sono stati attivati dei processi collegiali per prendere le decisioni e si sta rafforzando la presenza del Parco nei 5 comuni che ne compongono il territorio attraverso progettualità che vanno nella direzione di offrire un supporto alle attività artigianali e ricettive. E’ stato avviato un percorso che porterà a caratterizzare ogni comune con una funzione specifica: Genga il comune della biodiversità, Serra San Quirico il comune dell’educazione ambientale, Fabriano il comune dei seminari e dei grandi eventi, Arcevia il comune dell’archeologia e dell’agricoltura bio, Cerreto il comune dei prodotti tipici e dei giovani. In questo modo sarà possibile concentrare le risorse in progetti ben definiti per ogni comune e per ogni mission. Per la prima volta si è parlato di Parco a Fabriano, cosa che in 20 anni di storia dell’area protetta non era mai stata fatta, e stiamo progettando un ciclo di incontri per formare degli eco volontari e per approfondire la conoscenza del territorio e della fauna. Proprio ieri abbiamo incontrato il CAI Fabriano per avviare un progetto per la formazione di volontari che possano contribuire alla manutenzione della rete escursionistica; un progetto che nelle nostre intenzioni dovrà coinvolgere le scuole e offrire momenti di formazione per l’insegnamento dell’uso dei sistemi gps e gis. Un modo per avvicinare anche i giovani al Parco e alle sue bellezze. Il Parco si sta aprendo ai comuni limitrofi con progetti che coinvolgono i comuni che confinano con l’Area Protetta ma che non sono inclusi nel suo perimetro, proprio perché crediamo che abbia la forza e la necessità di aprirsi e coinvolgere.
Stiamo valutando la possibilità di terminare i lavori nei locali della sede del Parco a Serra San Quirico, per renderlo un punto di riferimento importante per l’educazione ambientale, dotandolo di una foresteria in grado di accogliere le scolaresche per mantenerle sul territorio per periodi medio lunghi. Abbiamo iniziato a produrre materiale di merchandising capace di far uscire il nome del Parco dai propri confini e di avere nuove forme di finanziamento delle attività attraverso la vendita di t-shirt, filigrane, tazze ed altro. Stiamo recuperando tutte le pubblicazioni che fino ad oggi sono state lasciate a prendere la polvere negli scatoloni per metterle in vendita. Vogliamo prendere contatti con i produttori agricoli del territorio per aiutarli nel far conoscere i loro prodotti unici, valorizzarli e aiutarli nella commercializzazione. Abbiamo intenzione di organizzare dei campi di volontariato per attirare giovani disposti a lavorare sul territorio per le piccole manutenzioni in cambio di ospitalità e attività di formazione e di conoscenza del territorio, come avviene ormai in molti Parchi. Stiamo cercando cioè di affiancare al ruolo di tutela della biodiversità quello della valorizzazione del territorio e dell’attrattività turistica. Tutto questo in soli 5 mesi. In nessun altro Parco della regione esiste una governance dettata dalla regione. Si sta proponendo un sistema di gestione che non ha eguali nel territorio regionale. Quindi è chiaro che il problema non è il tipo di gestione ma chi gestisce. Nei prossimi giorni incontrerò i sindaci degli altri comuni per capire cosa ne pensano e che tipo di azione possiamo intraprendere insieme. Poi ognuno si assumerà le proprie responsabilità, compreso il PD locale, perché dovranno venire a spiegare ai cittadini l’ennesima scelta calata dall’alto, perché il Parco dopo 20 anni non è ancora riuscito a farsi accettare del tutto dal territorio e con questa manovra non aiutano di certo il processo che stiamo cercando di avviare per creare un nuovo legame e un nuovo patto con i cittadini.

La replica del segretario Pd Fabriano, Ducoli

Partiamo da un presupposto: il Parco della Gola della Rossa e di Frasassi è un patrimonio di tutta la collettività, un bene comune su cui tutti dobbiamo vigilare e che deve essere amministrato dai territori nel modo migliore possibile, senza farne oggetto di contendibilità per i vari interessi personali. Detto questo, le parole del Sindaco sono gravissime: minacciare l’uscita di Fabriano dall’Unione Montana è un’affermazione ingiustificabile, le istituzioni non sono una cosa privata che possono essere fatte e disfatte dalle ripicche di un bambino. Sono personalmente preoccupato per questa vicenda, perché siamo di fronte all’ennesimo atteggiamento di chi pensa di essere stato investito del potere assoluto di decidere per tutti a proprio capriccio: il Sindaco è rappresentante di TUTTA la città, non solo di se stesso e dichiarazioni come quella di uscire dall’Unione Montana perché si ha paura di perdere la poltrona sono ingiustificabili e pericolose. Il Sindaco può portare avanti le sue istanze in tutte le sedi istituzionali opportune, ma non deve fare della cosa pubblica oggetto di minaccia per i suoi interessi: quell’affermazione deve essere immediatamente ritirata, rappresenta un insulto per la comunità non solo di Fabriano, ma di tutta la zona montana.

Botta e risposta: Santarelli

Il segretario PD fabrianese parlando di Parco e di Unione Montana o fa finta di non conoscerne la storia o non la conosce affatto; in entrambi i casi ritengo che sia piuttosto grave. Approfitto per ricordare a lui la storia degli ultimi anni e per informare gli altri di quanto accaduto e di come si è arrivati alla costituzione dell’Unione Montana a 4 comuni. Parto da non troppo lontano e cioè da quando la Comunità Montana era formata da 10 comuni: Fabriano, Genga, Arcevia, Cerreto d’Esi, Sassoferrato, Serra San Quirico, Cupramontana, Staffolo, Mergo e Rosora. La Comunità Montana gestiva il Parco della Gola della Rossa esprimendo nel Presidente anche il Presidente del Parco. Con la riforma degli enti locali le Comunità Montane vennero soppresse e come al solito si trovò l’escamotage di salvare capra e cavoli istituendo le Unioni Montane. La regione Marche emanò una legge con la quale si stabiliva che per poter costituire le Unioni Montane era necessario avere l’adesione di almeno il 50% dei comuni che appartenevano alle Comunità Montane, quindi nel nostro caso erano necessari 5 comuni. I comuni individuati furono Fabriano, Sassoferrato, Serra San Quirico, Cerreto d’Esi e Genga. Evidenzio il fatto che nessuno chiese ai cittadini se volessero entrare a far parte dell’Unione Montana, anzi, la cosa a Fabriano passò a colpi di maggioranza dell’allora giunta PD&company con indizione di consigli comunali ad hoc addirittura di domenica per poter approvare l’atto nei termini previsti. All’ultimo minuto Genga si defilò e per salvare di nuovo capra e cavoli il lunedì successivo in regione venne presentato un emendamento con il quale si stabiliva che non fossero necessari almeno il 50% dei comuni ma solo il 40%, quindi nel nostro caso solo 4. Questa è la storia che il segretario fa finta di non ricordare o non conosce. Come al solito, la politica a cui lui appartiene è solita agire, modificò in poche ore una legge regionale per ridisegnarla in base alle loro personali esigenze. Quindi sentirlo dire che “ le istituzioni non sono una cosa privata che possono essere fatte e disfatte dalle ripicche di un bambino” è oggettivamente ridicolo e dovrebbe piuttosto chiederne conto a chi lo ha preceduto. L’unico interesse di chi allora fece queste manovre era quello di poter continuare a gestire il Parco. Le Unioni Montane hanno la missione di condividere i servizi tra i comuni che le formano. Al mio insediamento l’unico servizio condiviso degno di questo nome era il servizio di Polizia Municipale condiviso addirittura non tra i comuni dell’Unione ma tra un comune dell’Unione e un comune esterno. Ricordo che la vecchia amministrazione dell’unione Montana esprimeva, su 3 componenti, un Presidente ed un Vicepresidente nominati dal comune di Fabriano. Una anomalia che abbiamo superato dopo il mio insediamento allargando la giunta a 4 componenti che ora sono rappresentati dai 4 sindaci dei 4 comuni garantendo la massima rappresentanza del territorio. Ho personalmente rinunciato alla carica di Presidente esprimendo, in accordo con gli altri, il nome del sindaco Pesciarelli. Infatti è prerogativa del sindaco del comune più popoloso dell’Unione esprimere il nome del Presidente. So che questa apertura ha dato non poco fastidio al PD locale che era, lui sì, abituato ad arroccarsi e a gestire l’ente come fosse cosa sua esclusiva. Nella nuova gestione dell’Unione stiamo ipotizzando nuovi servizi da condividere ma rimane il fatto che il ruolo più importante e significativo è proprio la gestione del Parco. Quindi lo scioglimento dell’Unione Montana nel caso in cui le venisse sottratta la gestione del Parco non sarebbe un capriccio ma una conseguenza del tutto naturale. L’Unione Montana è stata formata nel 2014 (se non sbaglio) e guarda caso nei 3 anni di gestione del PD fabrianese, che ricordo esprimeva Presidente e Vicepresidente dell’Unione Montana oltrechè il Presidente del Parco, non è mai stato sollevato alcun caso. Ora che hanno perso quella che il segretario chiama “poltrona” spunta la proposta di legge…singolare no? I consiglieri regionali del PD che hanno sottoscritto la proposta di legge la giustificano con il fatto che Genga e Arcevia non appartengono all’Unione Montana e quindi è necessario avviare un nuovo modello di gestione che possa comprenderle. Chi ha scritto la legge e chi, anche il segretario del PD fabrianese, oggi la difende non conosce lo Statuto dell’Unione Montana né quella del Parco perché altrimenti saprebbe che è previsto un organo, il Comitato dei Sindaci, che ha proprio questa funzione. Se non lo conosce gli do un aiuto: articolo 53 comma 6 dello Statuto dell’Unione Montana: In attuazione dell’art. 9 dello Statuto- Regolamento del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, l’Unione Montana provvede a garantire la partecipazione dei Sindaci dei Comuni di Arcevia e Genga (o dei Consiglieri comunali loro delega) alle sedute del Comitato di Coordinamento istituzionale del Parco per esercitare le relative prerogative. Non so se la vecchia amministrazione usasse questo organo, evidentemente no, io personalmente l’ho già riunito e tornerò a farlo perché, come ho dimostrato con il nuovo indirizzo dato alla Giunta dell’Unione Montana allargata a tutti i comuni, credo fortemente alla partecipazione e alla condivisione. Il segretario del PD fabrianese si preoccupi piuttosto di far sentire in regione la voce della sezione locale del PD per fermare l’attacco messo in atto dal suo partito nei confronti di tutto l’entroterra.

La controreplica di Ducoli (Pd)

Sono felice che Gabriele Santarelli abbia voluto rispondere al mio comunicato relativo alle sue dichiarazioni sull’Unione Montana. Per chiarezza procederei per punti.

1- Tutti conoscono le vicende dell’Unione Montana. Non tutti – come presuppongo il Sindaco – ricordano che era un passaggio dovuto, in quanto con l’abolizione delle Comunità Montane, unico modo per garantire una gestione associata dei servizi era attraverso la costituzione delle Unioni Montane, strumento predisposto per permettere sinergie ed economie di scala razionalizzando l’intero sistema. Perdere quell’occasione significava realizzare un sistema frammentato ed inefficiente di rapporti isolati tra i singoli Comuni tra loro, perdendo sia capacità di fare massa critica, sia coordinamento e risparmi (l’Unione Montana ha, infatti, un proprio bilancio)

2- Santarelli afferma che: “Nella nuova gestione dell’Unione stiamo ipotizzando nuovi servizi da condividere ma rimane il fatto che il ruolo più importante e significativo è proprio la gestione del Parco. Quindi lo scioglimento dell’Unione Montana nel caso in cui le venisse sottratta la gestione del Parco non sarebbe un capriccio ma una conseguenza del tutto naturale”.
Ora, o abbiamo un Sindaco che vive fuori da Fabriano (e, a quanto mi risulta, è cosa possibile), o c’è una malizia di fondo. Prima si ricorda che L’Unione può essere potenziata – e su questo siamo tutti d’accordo – poi la si svilisce dicendo che però il suo tratto determinante (e cioè che ne giustifica l’esistenza) è la gestione del Parco. Ma questa dichiarazione non è condivisibile, né vera: basti leggere lo statuto dell’Unione, che riporta tutte altre finalità. Senza considerare la gestione dell’Ambito Territoriale, i servizi relativi alla forestazione, i servizi bibliotecari ecc… Tutte cose che il Vicepresidente dell’Unione Montana dovrebbe ben conoscere. Certo, se l’interesse è, invece, tutto personale del Sindaco alla gestione del Parco (oggi, infatti, è Assessore Delegato), mi pare evidente che la gestione dello stesso è unico motivo giustificante la permanenza di Fabriano al suo interno. Sconcertante.

3- Il caro Santarelli cerca con astuzia politica di spostare l’attenzione su altre tematiche. Nel mio comunicato ho chiarito con precisione che “il Parco della gola della Rossa e di Frasassi è un patrimonio di tutta la collettività, un bene comune su cui tutti dobbiamo vigilare e che deve essere amministrato dai territori nel modo migliore possibile”. Quindi la polemica da cosa nasce? Sono avvilito dalla superficialità con la quale si stanno portando avanti questioni così delicate per il nostro territorio. Voglio dare un piccolo consiglio al nostro Sindaco: facciamola finita con questa storia, ormai noiosa, di dare la colpa al PD per liberarsi dalle proprie responsabilità: quanto è stato detto dal rappresentante della Città è fuori da ogni ragionevolezza, inconcepibile. A meno che, giova ripeterlo, l’interesse di mantenere la poltrona abbia preso il sopravvento, facendoci vedere come, dopo tutto, anche gli “onesti” pentastellati sono molto interessati a posizioni e regalie. Tutto il mondo è paese, caro Sindaco.