DUE SCOSSE A FABRIANO, IL PUNTO DEL GEOLOGO TONDI
di Paola Rotolo
Due scosse di terremoto sono state avvertito ieri sera, 14 Maggio, nel Fabrianese, nonostante la Magnitudo di gran lunga inferiore rispetto alle scosse che ormai da tempo tengono in allerta la popolazione del Centro Italia. Registrate alle 21:42, di Magnitudo 2.5, ma stavolta con epicentro a Poggio San Vicino, in provincia di Macerata: questi i dati diffusi dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; stesso epicentro quello della replica in più tarda serata, alle ore 23:13, di Magnitudo 2.1.
Tra Maceratese ed Anconetano, quindi a pochissimi chilometri dalla città di Fabriano: ciò che sta facendo più pensare è appunto proprio la collocazione dell’epicentro in una zona molto più vicina e del tutto diversa rispetto a quella cardine della lunga sequenza che ha sconvolto il Centro Italia, nel dettaglio a circa 35 chilometri dai comuni di Pieve Torina, Muccia e Fiordimonte. Per capirne di più abbiamo parlato con il Professor Emanuele Tondi, geologo in forza ad Unicam, ormai divenuto il nostro punto di riferimento primario.
Professore, nei pressi di Poggio San Vicino è quindi presente un’altra faglia?
“Sí, ce ne sono di minori come in tutto il territorio italiano. La crosta superiore, entro 10 km, è piena di queste micro-faglie che naturalmente come le altre hanno il potere di generare terremoti, sebbene più piccoli.”
Quanto è grande e da/fin dove si estende?
“Essendo una faglia minore non è semplice delinearla precisamente, proprio perché di uguali ce ne sono una dietro l’altra lungo tutta la nostra penisola.”
Qual è la Magnitudo massima che dobbiamo aspettarci da queste micro-faglie?
“All’incirca una Magnitudo di 2.5, 3. Teniamo sempre in considerazione, come ho spiegato più volte, che la Magnitudo massima potenziale è direttamente proporzionale alla lunghezza della faglia in questione.”
Dobbiamo quindi considerarla attivata ed aspettarci un nuovo sciame?
“Questi eventi rientrano nella normale sismicità della nostra zona. Terremoti di questa entitá avvengono dovunque e sempre, quindi non possono dirci nulla in termini di previsione.”
Nel circondario territoriale in questione ci sono anche faglie maggiori?
“In quelle zone faglie considerevoli, in grado cioè di generare terremoti uguali a quelli recenti non sono note. Ma teniamo sempre in considerazione che la zona di Fabriano è stata già interessata da attività sismica, quindi è importante assicurarsi di abitare in abitazioni conformi alla pericolosità sismica dell’area. – Una battaglia, questa per ridurre il rischio sismico, che il Professor Tondi combatte ormai da tempo – Lo stesso vale per le città nei dintorni: da Camerino ad Ascoli, fino a Macerata, un territorio sensibile che può difendersi con la consapevolezza dei rischi”. – Ed infatti svariate sono state le segnalazioni arrivate dai residenti dei comuni più vicini all’epicentro all’Ingv: Fabriano, Poggio San Vicino, Cerreto d’Esi, Serra San Quirico ed Apiro, tutte in un raggio di circa 10 km dal punto d’origine del sisma.
A Fabriano, nel dettaglio, qual è la situazione delle faglie? Cosa si cela sotto di noi?
“Analizzando la sismicitá storica possiamo facilmente dire che una faglia sia presente, ma come ho già detto ciò non è un caso eccezionale! Nell’Aprile del 1741, infatti, ci fu un sisma che interessò il Fabrianese e danneggiò una decina di città e paesi limitrofi nella valle dell’Esino. Allora non esistevano gli strumenti odierni, quindi la Magnitudo è stata stimata, anzi direi sovrastimata, a circa 6, ma è un dato empirico basato sui danni causati, che per le costruzioni di allora hanno raggiunto l’VIII-IX grado della scala Mercalli. Diciamo quindi che seppur non allarmandoci inutilmente, non dobbiamo abbassare la guardia verso quelle che sono le caratteristiche potenziali del territorio che abitiamo.”