FABRIANO CAPITALE DELLA CARTA

Solo il turismo salverà Fabriano dalla crisi. I numeri della disoccupazione parlano da soli. Il terremoto ha dato il colpo di grazia. Ecco, allora che proprio il turismo è il settore determinante per il futuro della città. Domani, sabato 25 marzo, alle ore 10, presso Wooden Bar lungo Corso della Repubblica, il primo appuntamento con il Movimento 5 Stelle che presenta il suo programma. “La cultura si mangia” è il titolo dell’incontro aperto a tutti. Gabriele Santarelli, candidato sindaco dei cinque stelle, è chiaro. “Per dare slancio al territorio occorra fare sinergia e stringere accordi con le realtà circostanti, creare rete e collaborazioni per offrire un pacchetto completo”. Il punto di partenza è tracciato, non senza difficoltà. “Credo – ha precisato – che contemporaneamente bisogna iniziare a lavorare seriamente anche semplicemente nella nostra realtà. Fabriano è la città della carta, o almeno dovrebbe esserlo. Fino ad oggi, nonostante da Fabriano parta ogni giorno un prodotto che ha qui la sua storia fatta di oltre 750 anni di artigianato e innovazione, non si è mai riusciti a dare alla città una vera identità legata a questo prodotto e, appunto, alla sua storia. Nella città dove la carta dovrebbe rappresentare l’eccellenza da “vendere” non è possibile pensare che il Museo della Carta e della Filigrana possa rappresentare da solo l’unico polo di attrazione della città per chi è interessato o anche solo incuriosito dalla produzione della carta”. Non a caso si è parlato, soprattutto su social network, dell’importanza di mettere Fabriano in rete con le altre città, Genga in primis.

La denuncia

“In città – prosegue Santarelli – abbiamo immense ricchezze e unicità legate a questo prodotto, non mancano le professionalità e nemmeno i progetti innovativi in grado di proiettare un prodotto, dato troppo presto per spacciato (ricordiamo tutti cosa si diceva con l’avvento dell’informatica), verso il futuro. Quello che è mancato fino ad ora è stata la capacità, da parte delle amministrazioni che si sono succedute, di mettere a sistema tutto questo mondo. Anzi, è stato fatto il contrario: hanno litigato con chi produce carta su scala industriale e non hanno trovato spazi in centro per valorizzare chi fa la carta con metodi artigianali, né esiste un appuntamento annuale che faccia di Fabriano la capitale della carta. Tutti in qualche modo hanno tenuto almeno una volta in mano un album da disegno o un quaderno Fabriano. Si punta tutto sul turismo scolastico – spiega – ma per un adulto prendere in mano un pezzo di carta a Fabriano dovrebbe essere un’esperienza in grado di far fare un viaggio emozionale  indietro nel tempo, di riportare a galla ricordi profumi e colori dell’infanzia e dell’adolescenza. Per cui – conclude – ben vengano gli accordi con il Consorzio Frasassi ma se non riusciamo prima a dare a Fabriano una identità precisa e forte nessun accordo potrà essere risolutivo. Ora leggiamo di eventi in fase di organizzazione per ricordare i 200 anni dalla morte di Pietro Miliani. Bene, ma non vorremmo che poi a Fabriano si riparli di carta solo tra altri cento anni. Visione, programmazione e coerenza sono altro”.

Marco Antonini