NON SI PUO’ MORIRE PER UNA TURBINA
“Non si può morire di turbina, la nostra parrocchia di Castignano ce l’ha e non stiamo ai piedi del Gran Sasso. Chiedo con tutto il cuore a chi di dovere: questi soldi, ma subito, spendiamoli per le cose che servono, non sciupateli, non ve li magnate”. Così ieri il parroco della Chiesa di Sant’Egidio, don Tiziano Napoletani, durante la messa funebre per Marco Vagnarelli e Paola Tomassini morti nella sciagura dell’Hotel Rigopiano: “Due morti inutili – ha incalzato – basta, siamo stanchi”.
Nell’omelia, don Napoletani ha chiesto che queste due morti “siano le ultime”. “Servono gli aerei da guerra? Benissimo – ha detto -, ma non facciamoci mancare quello che serve per il nostro bene comune, questo vi chiedo. Come un buon padre di famiglia che acquista tutte le cose di cui la famiglia ha bisogno, così chiedo a chi di dovere spendeteli ‘sti soldi, non sciupateli, non ve li magnate”.
“Veramente questi giorni avevo una rabbia impressionante – ha aggiunto – e mi sto contenendo perché so che la rabbia non è un sentimento cristiano, ci vuole la misericordia… Però – ha insistito – che siano gli ultimi. Basta! Siamo stanchi, tante famiglie sono stanche di vedere i propri figli morti per niente. Sono figli! Chiedo a questo padre che ci governa, non lo so.., a Dio, lui fa tutto, ma ‘aiutati che dio ti aiuta’ si dice. Allora – ha proseguito con voce emozionata -, aiutiamoci per favore, ve lo chiedo in ginocchio, spendiamo questi soldi. L’altro giorno ho sentito che c’è un parco macchine dove ci sono non si sa quanti mezzi della protezione civile fermi per la burocrazia. Facciamo schifo! Oltre ad una parola di speranza che vi chiedo, perché il Vangelo ce lo dice, una parola di conforto perché il Signore ci sta sempre vicino” ma “‘aiutati che dio ti aiuta’, aiutateci, questo vi chiedo, aiutateci”. (Ansa)
Le esequie di Emanuele a Pioraco
“Rendici persone migliori in dolcezza e rispetto, in nome del tuo ricordo”. Così il sindaco di Pioraco Luisella Tamagnini ieri ai funerali di Emanuele Bonifazi, 31 anni, receptionist all’hotel Rigopiano, spazzato via da una slavina. Profondissima commozione nella palestra comunale (le chiese sono tutte inagibili in seguito al terremoto) dove è accorso tutto il paese. Bonifazi lascia il padre Egidio, responsabile della protezione civile, la mamma Paola Ferretti, insegnante, e il fratello minore Enrico. “Emanuele torna a Dio – ha detto nell’omelia l’arcivescovo Brugnaro -. Galilei diceva che per carpire i segreti della natura dobbiamo obbedirle. Occorre un esercizio di responsabilità verso noi stessi, la comunità e la natura, che non vada più a produrre ciò che fa nascere le lacrime”. Poi le testimonianze di chi ha conosciuto Emanuele e gli ha voluto bene, palloncini e un corteo fino al cimitero, accompagnato dalla musica della banda.