“SIAMO DISORIENTATI, MA VINCEREMO LA PAURA DEL TERREMOTO”
Un appello accorato affinchè il terremoto non spenga la speranza e non faccia prevalere il disorientamento. E’ il messaggio che ha lanciato il vescovo di Fabriano-Matelica, monsignor Stefano Russo nel corso delle celebrazioni natalizie nelle principali chiese provvisorie della diocesi per colpa del sisma. Sia la Cattedrale San Venanzio a Fabriano che la Concattedrale a Matelica e la Collegiata di Cerreto d’Esi sono chiuse dai giorni delle violente scosse di ormai due mesi fa, ma il presule ha posto l’accento sulla speranza e sull’ottimismo che deve prevalere in questo particolare periodo storico. “Il nostro sguardo non può andare ai nostri luoghi di culto perché, come tante abitazioni – ha detto nel corso dell’omelia il giorno di Natale nella chiesa dei Santi Biagio e Romualdo – sono inagibili. Non conosciamo bene i nostri sentimenti al riguardo perché alterniamo momenti di rammarico a disorientamento e paura. Oggi – aveva precisato don Stefano nel corso della Messa di Mezzanotte da Matelica e trasmessa in diretta da Radio Gold – dobbiamo guardare Maria e Giuseppe. Come loro, anche noi non abbiamo posto per celebrare, ma il Signore è in mezzo a noi e ci incoraggia a non fermarci e a pretendere che gli amministratori del ben comune facciano tutto il possibile per evitare disagi prolungati nel tempo”. Il primo Natale di mons. Russo è stato all’insegna della sobrietà. La messa della notte è stata celebrata a Matelica, al Palazzetto dello Sport, vista la chiusura di quasi tutte le chiese della città. Domenica mattina, invece, il solenne pontificale si è tenuto a San Biagio, nel centro di Fabriano, nella struttura ristrutturata dopo il sisma del 1997 che non ha riportato danni dopo le ultime scosse. Poi una visita alla Comunità Papa Giovanni XXIII di Marischio per il pranzo insieme agli ospiti del centro coordinato da don Albo Buonaiuto.
Il 26 dicembre, invece, il vescovo ha trascorso la giornata di festa a Morello e Monterosso di Sassoferrato dove i fedeli delle due parrocchie hanno riservato una calda accoglienza e omaggiato il presule che festeggiava il suo onomastico. “La povertà – ha ribadito don Stefano – è la condizione indispensabile per accogliere il Signore. Per questo auspico una sempre più attenzione della nostra chiesa verso le esigenze dei bisognosi”. Poi i compiti a casa con l’impegno di guardare avanti con ottimismo. “Al di là della paura che ti può prendere nelle circostanze della vita, non c’è sisma o crisi economica che possa far morire quella speranza che vive in te a motivo di Gesù che ti permette di non fermarti a leccarti le ferite, ma che ti fa dispensatore di misericordia per una società migliore”.
Marco Antonini