PARLA ALESSANDRO DI MARCO

Corrispondente da Fabriano per Il Resto del Carlino, da anni segue l’informazione cittadina come giornalista del territorio. Detestato, criticato, spesso ferocemente e senza mezzi termini, lui è Alessandro di Marco, un collega particolarmente impegnativo che ho deciso di intervistare in una nuova formula dove sarà lui sulla “graticola” a rispondere alle mie domande.

Allora Alessandro, Gigliola Bell@Eventi, come scherzosamente mi chiami ha deciso di fare questa prova del nove. Quanti anni di informazione cittadina, da dove è partita la carriera di Alessandro Di Marco?

Ho iniziato a scrivere a 14 anni nel lontano 1985 solo di sport cittadino con i primi articoli sul ‘Corriere Adriatico’ sollecitato da Sandro Petrucci che non finirò mai di ringraziare. Poi è arrivata la cronaca cittadina e territoriale a tutto tondo (nera, giudiziaria, politica e via andare) prima al Corriere, poi a L’Azione grazie al direttore Carlo Cammoranesi e ora ‘Il Resto del Carlino’ dove ormai lavoro da 16 anni.

I tuoi articoli, spesso scomodi, hanno la capacità di far infuriare spesso e volentieri gli intervistati e anche qualche lettore. Come riesci a gestire queste reazioni, a volte anche particolarmente dure?

E’ il prezzo da pagare, e neanche troppo alto, ad un mestiere da… sempre meglio che lavorare. Se non fai arrabbiare nessuno non sei un giornalista, bensì un addetto stampa, ruolo rispettabilissimo ma in cui si opera più o meno sotto dettatura. Oppure sei un lacché che è infinitamente peggio. La ricerca della verità è un’altra cosa e a me piace perseguirla con tutti gli annessi e le controindicazioni del caso. E comunque c’è anche chi ti ringrazia per qualche articolo che è stato particolarmente apprezzato e ciò fa sempre piacere.

Nella tua carriera hai raccontato l’operato di diverse amministrazioni e sindaci fabrianesi. Hai mai fatto una tua personale pagella e se si quale amministratore hai ritenuto più virtuoso e perché?

Mi astengo dal fare classifiche, ma per come lo interpreto io quello del sindaco è un ruolo in cui servono soprattutto coraggio e un pizzico di follia che in generale ho visto solo in pochi casi. Il principale sussulto visionario credo risalga al 1997 quando Giancarlo Castagnari si inventò la circolazione ad anello restituendo il centro storico ai pedoni: poco dopo fu sfiduciato dalla sua stessa maggioranza, forse perché era troppo avanti. Di Giancarlo Sagramola credo resti soprattutto il rischio che si è assunto sdoganando la caccia urbana al cinghiale. Poi ci sono il meglio e il peggio di Roberto Sorci: il meglio quando ‘sequestrò’ l’inviato di Raiuno durante il nevone 2011 obbligandolo a rimanere in città per aprire il tg delle 20 dalla fontana Sturinalto, il peggio qualche anno prima quando ‘cacciò’ Vasco Rossi dicendo, bontà sua, che non era un evento.

L’avvento dell’informazione on line ha modificato secondo te il metodo stesso di fare informazione?

L’ha stravolta. Ci saranno svariati morti e feriti nell’informazione cartacea perché ancora si stenta a capire come superare il tornado di internet che arriva sempre prima. Credo che a salvarsi saranno solo i quotidiani in grado di fare approfondimento e inchieste autoprodotte, perché, con l’avvento del web, ormai le notizie le sanno tutti il giorno prima.

Non hai mai avuto peli sulla lingua e sovente non hai mai sacrificato la notizia senza scupoli di coscienza. Ripensando a degli articoli del passato, ti sei mai pentito di avere dato una notizia, anche se poi ha generato reazioni colleriche da parte dei diretti interessati?

La regola è una sola: le notizie, quando sono vere e verificate, vanno date, comprese quelle scomode e che sai già a chi andranno di traverso. Ma, appunto, se rinunci a dare una notizia per fare un favore a qualcuno, vuol dire che non sei più un giornalista. Poi ci sono mille modi per scrivere un articolo, specie quelli che riguardano le persone fisiche e su cui, questo sì, bisogna avere cautela, evitando accanimenti o forzature.

Cosa rappresenta l’etica professionale per Alessandro Di Marco? Esistono secondo te dei limiti al diritto-dovere di informazione?

Vedi sopra: diritto di cronaca e rispetto della privacy non sono amici intimi, ma possono coesistere. Esempio: marito e moglie si prendono a botte perché uno dei due scopre che l’altro ha l’amante e vengono denunciati. L’articolo è inevitabile scriverlo, ma di norma omettendo i nomi dei protagonisti. Poi magari ti telefonano in duecento per sapere chi sono quei due perché viviamo nel Paese del buco della serratura e del voyeurismo spinto, ma questo è un altro discorso.

Fabriano sarà protagonista nel 2017 di una nuova tornata elettorale: chi saranno i “papabili” candidati sindaco? Un tuo pronostico sul vincitore?

Forse è la prima elezione ‘post Merlonia’ e le carte cominciano a mischiarsi in una città in crisi di identità ora che si è chiuso l’ombrellone della ‘family’. Sto al gioco e siccome tira aria di cambiamento, oggi il mio euro lo metterei sui ‘5 stelle’ che hanno un marchio molto forte su scala nazionale e tale rimarrà se non combinano troppi casini in Campidoglio. Al momento è l’unica forza che non ha bisogno di un nome altisonante come candidato sindaco per partire favorita sul centrosinistra, mentre il centrodestra rischia seriamente di non arrivare al ballottaggio. Vediamo se con questa risposta Gigliola è riuscita a farmi fare qualche altro nemico…”.

Gigliola Marinelli