PAOLO PIACENTINI: “FABRIANO CAPITALE EUROPEA DEL CAMMINARE”

Questa settimana parliamo di mobilità dolce, una possibilità anche per il nostro territorio per valorizzarne la bellezza favorendo il turismo sostenibile. Ne parliamo con il Presidente di Federtrek Paolo Piacentini, esperto ed appassionato di cammini, anche in vista della Giornata del camminare organizzata proprio da Federtrek il prossimo 9 ottobre.

Paolo come nasce la tua grande passione per il camminare?
Se vogliamo dare una data e luogo precisi bisogna risalire a quando avevo appena 22 anni e mi trovavo in vacanza in val d’Aosta. Era la prima volta che andavo a camminare sulle Alpi e ne rimasi colpito nel profondo al punto di non avere più voglia di tornare a casa. Una vacanza indimenticabile che mi portò a contatto diretto con una natura meravigliosa, ma soprattutto mi fece scoprire la dimensione affascinante del camminare e faticare per raggiungere una vetta e provare una pienezza dello Spirito difficile da descrivere.

Ti sei trasferito con la tua famiglia a Fabriano da poco tempo. Cosa ti affascina del nostro territorio e quali potenzialità credi possa avere e sviluppare in base alla tua esperienza?
La scelta di vivere a Fabriano è legata a tutta una serie di coincidenze inattese ma sicuramente siamo rimasti colpiti dalla bellezza del paesaggio e dalla sua storia. Fabriano, come ho avuto modo di scrivere in varie occasioni, ha delle potenzialità enormi legate soprattutto alla promozione convinta di un turismo di qualità che sappia mettere al centro le sue vocazioni principali con una cultura dell’accoglienza che faccia sentire il turista avvolto in un’esperienza unica. Fabriano ha bisogno di rinascere da una crisi profonda e quindi non può essere solo il turismo la chiave di volta ma c’è bisogno di lasciarsi alle spalle un passato che ha dato molto benessere ma che in qualche modo ha tenuto sopite tutte e altre potenzialità di sviluppo. Una nuova identità fabrianese può essere quella di una città che guarda di nuovo al suo territorio valorizzando, oltre al turismo, anche nuove forme di agricoltura di qualità che non siano alternative ad un’imprenditorialità fortemente innovativa in campo industriale. Quello che dovrà accadere, secondo me, è la nascita di una nuova alleanza tra chi ha voglia di mettere in campo creatività e competenze che sposino l’idea di una sorta di patto di solidarietà per fare in modo che la società fabrianese sia resiliente rispetto agli avvenimenti che possono condizionarla dall’esterno, come accaduto con le drammatiche crisi degli ultimi anni.

Sei un amante ed un cultore della bellezza. Puoi affermare che anche nel caso specifico di Fabriano la bellezza e la sua valorizzazione possa “salvare” il nostro comprensorio?
Assolutamente si, Fabriano è un luogo magico perché ha la dimensione di una cittadina con molti servizi a disposizione ma con una collocazione geografica che la pone nel cuore dell’Appennino, a ridosso di montagne che sono molto conosciute anche fuori Regione. Sono montagne che hanno una morfologia particolare che ha permesso nel tempo insediamenti che trasmettono una particolare energia. La presenza di conventi, monasteri ed eremi fanno del nostro territorio un luogo ricco di spiritualità, il tutto immerso in una natura ricca di biodiversità.

Si parla di trasformare Fabriano in Capitale europea del camminare. In cosa consiste questo ambizioso progetto?
Diciamo che il progetto è ambizioso ma ovviamente riguarda la dimensione nazionale e non europea, almeno per adesso. E’ un progetto che nasce da una mia vecchia idea e che ha trovato a Fabriano terreno fertile nel confronto con alcune persone che ho avuto modo di apprezzare per l’amore nei confronti del territorio, soprattutto nelle iniziative dello Spirito e La Terra ma anche nelle molte attività di bravissimi accompagnatori naturalistici che sanno trasmettere conoscenza e amore per un territorio, che come dicevo prima, è di straordinaria bellezza. Il progetto prevede la creazione di un luogo di riflessione di alto livello che sappia mettere in rete tutte le eccellenze che oggi promuovo il camminare a 360 ° per creare, eventualmente, anche percorsi formativi riservati al mondo delle associazioni e delle istituzioni.

Il 9 ottobre Federtrek ha organizzato in tutta Italia la giornata del camminare. Puoi spiegare in cosa consiste e qual è la mission di questa importante iniziativa?
La Giornata Nazionale del Camminare nasce da un’idea della Federtrek e già dalla prima edizione ha avuto un grosso successo coinvolgendo comuni ed associazioni per un totale di oltre 200 iniziative. Quest’anno i temi della Giornata saranno quelli classici della promozione del camminare come dimensione quotidiana partendo dalla scelta individuale di lasciare l’auto privata a casa per riprendersi la città, perché una città vissuta a piedi è più vivibile per tutti, soprattutto per i bambini. Quello che viene chiesto, soprattutto ai comuni, è che l’organizzazione dell’evento non sia fine a se stesso ma che sia coerente con una vera attenzione al tema della vivibilità delle città che non può non vedere al centro della scena serie politiche di pedonalizzazione di aree sempre più vaste, partendo dai nostri meravigliosi centri storici. Quest’anno la Giornata avrà un focus particolare anche sul tema degli itinerari storico culturali in linea con l’Anno Nazionale dei Cammini indetto dal Ministro Franceschini. Avendo l’abitudine ad immergermi nella realtà in cui vivo con lo sguardo molto attento ma senza farmi trascinare in polemiche sterili, non posso sottrarmi ad un dibattito molto acceso in quest’ultimo periodo anche nella città di Fabriano. Mi riferisco al tema della pedonalizzazione del centro storico in cui, come accade in tutta Italia ( ho seguito per anni il tema della mobilità sostenibile al Ministero dell’Ambiente) all’inizio ci sono molte opposizioni soprattutto da parte dei commercianti e dei residenti interessati, ma poi una volta che si riesce a costruire un percorso partecipato e la pedonalizzazione funziona, viene talmente apprezzata che saranno gli stessi primi oppositori a non voler tornare indietro. Il centro storico di Fabriano completamente pedonalizzato permette una fruizione più attenta e rilassata ai cittadini e da la possibilità di creare itinerari turistici che danno la possibilità di apprezzare anche l’angolo più nascosto prolungando, potenzialmente, anche il periodo di permanenza. Oggi il turismo culturale ed esperenziale è in crescita e Fabriano deve scegliere se mostrarsi con determinazione in tutta la sua bellezza attraverso un percorso partecipato e non elitario, ma l’importante è scegliere una direzione che caratterizzi il nostro territorio è fondamentale, altrimenti non si può costruire quella nuova identità post crisi di cui persone e territorio hanno stremo bisogno.

Gigliola Marinelli