LA GOLA DI FRASASSI SCRIGNO DI BIODIVERSITA’

La Gola di Frasassi è nota da tempo, oltre che per l’impareggiabile complesso ipogeo, anche per la sua valenza floristica e faunistica, tanto da rappresentare una delle maggiori eccellenze del Parco Naturale Gola della Rossa e di Frasassi. Dal punto di vista faunistico rappresenta l’habitat naturale di rare specie di rapaci ai vertici delle catene alimentari degli ecosistemi terrestri (Aquila reale, Nibbio reale, Astore, Sparviere, Poiana e numerosissime specie di falchi), così come lo rappresenta per specie floristiche rare o insolite per il territorio marchigiano, insediatesi grazie all’ampia variabilità di microclimi in essa esistenti, ad altitudini di 200-300 m, come, ad esempio Acer platanoides L., Silene catholica (L.) W.T.Aiton e Anemonoides trifolia (L.) Holub. Recentemente, questo scrigno di biodiversità, ha svelato la presenza di una stazione di faggio, anche se modesta, ad una quota molto bassa (tra i 240-260 m sul livello del mare), il cui pollone dominante dell’esemplare più rappresentativo, misura 12 m di altezza e 30 cm di diametro. Grazie all’inversione termica presente nella Gola e alla favorevole esposizione a nord, si riesce a spiegare la discesa così in basso di una specie nettamente montana che abitualmente vegeta oltre i 700 m s.l.m. Anche nella vicina Valle Scappuccia, il faggio scende attorno ai 350-380 m di quota (come da segnalazione della prof.ssa M.A. Baldoni) ma, questa specie presente a Frasassi, potrebbe essere quella che, nella regione Marche, si spinge più in basso. Il ritrovamento, effettuato dal dottore forestale Silvano Elisei, ha avuto da questo mese l’onore di essere ospitato, nella veste di un esauriente articolo, sull’Informatore Botanico Italiano, edito a Firenze dalla Società Botanica Italiana. La pagina è presente anche on line ed è facilmente consultabile digitando le parole: “stazione eterotopica di faggio a Frasassi”.

dg