L’ENTROTERRA DICE BASTA

IL PUNTO DEL COORDINAMENTO IN DIFESA DELL’OSPEDALE PROFILI

L’Amministrazione Ceriscioli si ostina e con essa gran parte del PD, a non voler attuare con equità quello che lo stesso decreto esplicita: la centralità del paziente, l’umanizzazione delle cure nel rispetto della dignità della persona il riequilibrio tra ospedale e territorio considerati gli obiettivi di una più aggiornata politica sanitaria, richiamati nel decreto 70/2015. Nell’incontro del 22 dicembre 2015 con il nostro coordinamento e durante il Consiglio Regionale sia il presidente Ceriscioli, sia il capo gruppo del PD Busilacchi  hanno più volte affermato che studi scientifici dimostrano che l’appropriatezza e la sicurezza sono garantite solo dai reparti che praticano più di mille parti l’anno. Nessuno ci dice ancora quali parametri, quali indicatori sono stati utilizzati per arrivare a quella conclusione, se quei parametri e indicatori coprivano la complessità della nostra realtà concreta determinando una analoga valutazione. Dovere di chi governa la cosa pubblica in stretto rapporto con le istituzioni e le comunità locali è misurare sul campo, considerare variabili specifiche, conoscere a fondo la propria realtà e come rapportare ad essa elementi di valutazione costruiti su scala generale. A Fabriano si registrano più morti, danni e/o complicanze legate al parto rispetto a dove si effettuano più di mille parti l’anno? Non ci risulta. Quali altri indicatori sono stati utilizzati per affermare l’esistenza di minore qualità e appropriatezza? Un indice di qualità che conosciamo, ovviamente correlato all’appropriatezza, è definito nel non superamento del 25% di parti cesarei. Se si utilizzasse lo stesso approccio manicheo che si sta utilizzando in riferimento al numero dei parti, la Regione dovrebbe chiudere diversi punti nascita compresi anche quelli che realizzano più di mille parti l’anno. Poi c’è sempre l’imprevedibilità pensiamo alle recenti morti di parto nelle più grandi e avanzate strutture ospedaliere del nord-Italiache superano abbondantemente i mille parti/anno. Nessuno di noi che “protestiamo” signor Antonini, mette in dubbio la necessità di qualità e appropriatezza per l’efficacia della sanità, anzi le  pretendiamo, ma non accettiamo “la scelta politica”, dichiarata dal Governatore Ceriscioli. A nostro avviso si traduce in una diseguale distribuzione dei servizi sanitari e lascia l’intera fascia montana priva di Punti nascita, depaupera quelle strutture ospedaliere qui esistenti, che operano con servizi sanitari qualificati già in sicurezza. Non si sta rispettando l’equità territoriale si sta piuttosto penalizzando l’intero territorio montano. Quali sono i criteri che spingono l’Amministrazione ad attuare queste “scelte politiche”? Il popolo che protesta definito arretrato, lo vorrebbe capire. Se lo chiede la Commissione regionale per la sanità se la scelta è benefica e obiettiva per l’intero territorio regionale? Tiene conto della diversa complessità orografica, delle diverse condizione sociale e della diversa densità demografica? Sembra di NO. Altre Regioni  hanno effettuato valutazioni più complessive e  mantengono attivi diversi punti nascita con un numero di parti  ben al di sotto dei 500 l’anno. Nella nostra Regione evidentemente impera il dogmatismo che nei fatti aumenta lo spazio-tempo tra il bisogno e la risposta di assistenza. Viene ripetuto che c’è un problema di sicurezza, anche se i dati non lo evidenziano. In realtà a Fabriano c’è solo un problema, quello di rafforzare la sicurezza inserendo la rianimazione neonatale. Allora si ragioni su questo, considerando che nel nostro ospedale rianimazione e intensiva sono presenti, valutandone non solo i costi,  ma anche i  benefici per l’intera comunità montana. Affrontare con i propri mezzi i punti nascita indicati dalla Regione è un azzardo, soprattutto quando si deve raggiungere e poi percorre la Statale 76!!  Non si dovrebbero trascurare i costi derivanti dai trasporti, visto che l’aumento dell’insicurezza, la pericolosità del trasferimento necessariamente  legittima il ricorso al 118. Rivolgiamo l’ennesimo invito all’attuale Governatore che conosce bene i numeri, la statistica, ma meno gli impegni elettorali, alla Commissione regionale della sanità, ai responsabili del PD di meditare e confrontare le decisioni, valutarne l’impatto sociale ed economico sulla popolazione giovane della montagna costretta , se si attuano queste riforme a migrare e su quella anziana destinata a morire in solitudine!

+ La commissione ha votato. Il 118 a Matelica avrà il medico per le 24h. Ci saranno 8 posti di cure intermedie e altri investimenti per la diagnostica. Lo riferisce il Sindaco Delpriori +