News

A FABRIANO OGNUNO IMPERATORE DI SE STESSO – Gigliola Marinelli intervista Roberto Sorci

Clima rovente, non solo dal punto di vista meteorologico, in una Fabriano dolente in cui il malcontento si manifesta in una sorta di rassegnazione silenziosa e cupa da parte della popolazione. Abbiamo incontrato l’ingegner Roberto Sorci, sindaco di Fabriano per due mandati e profondo conoscitore della città e dei suoi umori.

Roberto, simpaticamente ti definisci“Past Sindaco”di Fabriano, conosci la città in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni ma anche nelle sue qualità ed eccellenze. Quali scenari vedi aprirsi  e quali progettualità proponi per uscire da questo tunnel?

“Past Sindaco” perché non amo il termine ex. Diciamo con franchezza e durezza che la situazione che ormai si è creata nella nostra città non è semplice perchè i due ultimi avvenimenti, Whirlpool e Porcarelli,  non sono così semplici come molti stanno cercando di far apparire. Una situazione che si inserisce in una città  con circa 4700 disoccupati, residenti a Fabriano, iscritti al Ciof che hanno una mobilità ”pari a zero”, quindi la gente quando ha perso il lavoro non lo trova più. E’ un dato tecnico corrispondente alla realtà e porta a dover affrontare questa situazione con grande determinazione e fantasia. Riguardo le progettualità, torno a ripetere, se non c’è industria non c’è futuro per la nostra città perché la dimensione del problema è talmente grande che non ci sono né turismo, né valorizzazione dei beni culturali, nè commercio,  ne artigianato artistico e “digitale” che possono sopperire all’industria. Per re-industrializzare il comprensorio bisogna rendere attrattivo il nostro territorio. L’unico fattore vincente che abbiamo come territorio è il capitale umano purtroppo abbiamo tutta una serie di fattori negativi quindi se non cambiamo non renderemo attrattivo il territorio. Fondamentale è il sistema finanziario incentivante per favorire gli investitori esterni. E’ stato stipulato l’accordo per l’Antonio Merloni che per la sua burocratizzazione , limitazione dei soggetti e vastità di territorio in realtà non ha prodotto i risultati sperati. Oggi la situazione è cambiata e l’intero sistema degli elettrodomestici e delle cappe è entrato in difficoltà. Quindi oggi Fabriano è una delle zone che lo Stato italiano dovrebbe definire come “Territorio con crisi complessa” con una normativa ben precisa che si sta già attuando su territori che da un anno e mezzo hanno una crisi profonda riguardante un settore ben preciso.

La problematica del lavoro ed il disagio ad essa connesso per le famiglie che vivono il futuro con preoccupante incertezza, troverà prima o poi una soluzione concreta in questi tavoli di concertazione tra addetti ai lavori ed amministratori?Cosa prevedi?

I tavoli di concertazioni servono per mettere in comune idee ma ci vogliono strumenti legislativi e finanziari sennò facciamo solo chiacchiere. Bisogna essere ruvidi ma corretti quando si trattano questi argomenti e dire la verità.

Fabriano ha necessariamente bisogno di interventi  nel settore sociale, fortemente indebolito anche dai tagli imposti a livello nazionale. Che risposte possiamo dare alla gente che vive oggi in stato di profondo disagio?

Fabriano ha bisogno di integrare la propria rete dei servizi sociali. In epoche molto più ricche avevamo gestito molti servizi tanto che dopo Pesaro Fabriano era la migliore città nella gestione dei servizi sociali, in base ad uno studio della Cgil sul settore. Oggi quel modello che avevamo impostato non è più sostenibile perciò bisogna collegare tutti i sistemi privati di volontariato e pubblici per dare delle risposte alla gente.

Un anno fa Fabriano ha ottenuto l’importante riconoscimento dall’Unesco come Città Creativa: è notizia di questi giorni  che lo stesso ente umanitario ha invitato Fabriano a tutelare e valorizzare questo titolo con eventi ed iniziative di valore. Cosa ne pensi?

Questo riconoscimento ha un grandissimo valore per Fabriano. Quando abbiamo lottato per arrivarci vivevamo in un’epoca diversa, con tanti sogni condivisi con Francesca Merloni, che era il motore e l’anima di questa iniziativa, insieme all’amministrazione comunale. Oggi le risorse sono limitate e quindi bisogna  creare collaborazioni senza che qualcuno voglia fare il “primo della classe”. Due anni fa fui invitato come “Past Sindaco” a una riunione in cui venne l’idea di costituire una Fondazione in cui gli attori quali Comune, Fondazione Carifac, Francesca Merloni, Poiesis ed altre realtà  potessero sviluppare iniziative di sostegno a questo riconoscimento. Come al solito in questa città le piccole invidie, il piccolo cabotaggio ed il voler essere sempre al centro dell’attenzione hanno impedito queste collaborazioni e credo che oggi il problema più grande sia far entusiasmare di nuovo Francesca Merloni su questa partita facendola sentire meno sola.

In chiusura replico  con una domanda che ho posto giorni fa a Gian Pietro Simonetti: secondo te cosa ha condannato o condannerà Fabriano?

Fabriano la condanna il suo non voler essere mai squadra. Quello che l’ha resa celebre in cinquant’anni, ognuno imperatore di se stesso, oggi continuando su questa strada la porterà alla fine. L’immagine che mi rappresenta questo è una foto di una cantante-fotografa fabrianese Sara Palpacelli in cui è ritratta la nostra Piazza del Comune che si disgrega completamente. Il mio aspetto razionale mi dice che invece i fabrianesi, gente solida, al di là delle chiacchiere sapranno rimboccarsi le maniche e trovare quell’unità di intenti che possa garantire a tutti quanti, giovani e meno giovani, un futuro adeguato.

Gigliola Marinelli